Roma (Sezione CNGEI)

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Sezione CNGEI
Roma
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Localizzazione
Comuni Roma
Provincia Roma
Regione Lazio
La sezione
Presidente Riccardo Camedda
Commissario Lorenzo Conte
Recapiti
Indirizzo Via Marco Dino Rossi, 19i - 00173 Roma
Telefono -
Email roma@cngei.it
Sito web






Primi Passi: Nascita e Sviluppo

Il CNGEI nacque nell'ottobre del 1912 a Roma per opera del medico ricercatore Carlo Colombo. Egli voleva in questo modo affrontare il problema dell'educazione giovanile di quegli anni legato ad una legislazione poco interessata al problema sia nelle finalità pedagogiche sia nella metodologia. Colombo si interessò al movimento scautistico dopo aver letto riviste inglesi sulle iniziative scautistiche e, come fece Robert Baden-Powell nel 1907, prese spunto dalle iniziative di Sir Francis Vane con i Ragazzi Esploratori Italiani. Il primo tentativo nacque con un gruppo di giovani della società podistica "Lazio" ai Prati della Farnesina. In seguito, nel gennaio 1913 apparve sul "Messaggero" un articolo che invitava al reclutamento dei giovani esploratori. L'idea di Colombo era di creare un'organizzazione laica e apolitica e che si ramificasse su tutto il territorio nazionale nella quale i giovani potessero trovare una sana educazione fisica a stretto contatto con la natura e l'ambiente, ma anche apprendere l'autosufficienza, la disponibilità, la responsabilità ed il rispetto verso gli altri. Il 30 giugno 1913 l'organizzazione si distaccò naturalmente dalla società sportiva "Lazio" ed avvenne la fondazione ufficiale del CORPO NAZIONALE GIOVANI ESPLORATORI ITALIANI (CNGEI), con il ramo femminile UNIONE NAZIONALE DELLE GIOVINETTE ESPLORATRICI ITALIANE (UNGEI). Carlo Colombo divenne l'odierno Capo Scout, allora denominato primo Commissario Generale. Nell'anno seguente la fondazione, sempre per opera di Colombo venne realizzata la stesura dello Statuto e del Regolamento tecnico. Il Capo Scout inoltre diede vita alla prima rivista scautistica italiana " Sii Preparato", con funzione non soltanto informativa, ma anche culturale.

Il 1914 è un anno molto importante per l'Associazione in quanto ebbe molti riconoscimenti. Infatti, nell'Aprile 1914 la sezione di Roma ricevette le bandiere con l'emblema degli esploratori e quella di sezione. Inoltre durante l'estate fu organizzata a Piazza di Siena una festa a favore dell'Associazione pro bambini malati; ciò sta a sottolineare l'intento di proiettare gli scout nella vita sociale. Nello stesso periodo ebbe luogo il primo Campo, effettuato a Rocca di Papa dal 16 al 31 luglio. Una conquista molto importante fu anche quella del nuovo regolamento UNGEI, con il quale erano autorizzati organi dirigenti femminili a favore delle GIOVINETTE ESPLORATRICI. E' significativo inoltre sottolineare l'interesse dimostrato da parte del Governo: nel dicembre 1914 il Presidente del Consiglio, On. A. Salandra, con una lettera indirizzata al Presidente Generale del CNGEI, G. Bettolo, comunicò il suo apprezzamento circa i nobili scopi del Corpo scautistico, ne lodò gli scopi educativi, si propose di aiutare l'opera dell'Istituzione, promuovendo sollecitazione e aiuti da parte governativa.

1915-1926

Nel 1915 il CNGEI ottenne l'alto patronato del Re Vittorio Emanuele III. Questo però è un anno molto particolare a causa delle vicende storiche; ma nonostante lo scoppio della guerra e il clima nazionalistico che tutto travolgeva, assistiamo al compimento di azioni eroiche da parte degli Scout romani e di tutta Italia. Gli esploratori della sezione di Roma si impegnarono in quello che oggi potremmo definire il settore della protezione civile, infatti, intervennero a seguito del terribile terremoto della Marsica con grande spirito d'altruismo, prestarono soccorso ai feriti direttamente sul posto, contribuirono alla raccolta di vestiario e generi di prima necessità per le popolazioni colpite dal sisma. Il Comune di Roma assegnò alla suddetta sezione una medaglia d'oro speciale. Altri atti eroici li troviamo nelle sezioni di Terni ed Alessandria. Inoltre per le GIOVINETTE ESPLORATRICI romane arrivò finalmente la sistemazione definitiva con la nomina della Commissione Dirigente presieduta dalla Principessa Anna Maria Borghese.

Come già anticipato, il 1915 vide l'entrata in guerra dell'Italia, e molti Scout, da ogni parte partirono volontari per offrire i propri servigi alla Patria. Nel 1916, a guerra già scoppiata, l'opera di piena disponibilità dei giovani scout presso ospedali e luoghi di soccorso divenne continua. Il CNGEI venne elevato dal Re Vittorio Emanuele III da Organizzazione educativa ad Ente Morale, con decreto approvato il 21 dicembre e controfirmato dal ministro Ruffini; i giovani esploratori romani vennero inoltre onorati della visita del Principe Umberto, interessato alle loro esercitazioni. Nello stesso anno il fondatore dello scautismo Baden-Powell dimostrò la sua vicinanza al CNGEI inviando due lettere al Capo Scout Carlo Colombo. Dalla corrispondenza si possono ricavare le seguenti informazioni: i rapporti di fratellanza che legano tutti gli esploratori e il riconoscimento del successo dell'opera di Colombo.

Durante l'anno 1917 è importante sottolineare alcuni avvenimenti di carattere internazionale: il 2 gennaio il CNGEI attirò l'attenzione di una missione giapponese in visita presso i Paesi europei come Associazione Scout fra le migliori organizzate. Dopo una visita alla sede centrale, il Prof. Colombo riceverà una lettera di ringraziamento dall'Ambasciatore del Giappone. Anche l'America con il Manhattan Council Boy Scouts of America - New York, si interessò alla costituzione dei reparti CNGEI. In questi rapporti internazionali intervenne anche il Ministro degli Esteri. Si dimostrò anche ottimo mezzo di propaganda la Casa "Benefica Film" la quale propose un film che illustrava le attività del Movimento scautistico. Le esploratrici romane, inoltre, scelsero di dedicarsi ad attività connesse all'agricoltura, in ciò sostenute dall'Istituto Nazionale di Agricoltura. Il 1917 fu un anno orribile, non solo per lo sfondamento del fronte italiano ad opera degli imperi centrali, ma anche per le calamità naturali che colpirono l'Italia: l'incendio della polveriera Pietole di Mantova, la piena del Lago Superiore, sempre a Mantova, con successiva inondazione. Gli Scout però furono sempre tra i primi a prestare aiuti e soccorsi.

Nel frattempo la guerra continuava e molte sezioni a nord, a causa della linea del fronte sempre più arretrata, furono costrette a chiudere; ad accogliere i profughi ci furono però le sezioni delle regioni centro meridionali, come quelle di Napoli e Bologna, che prestarono ospitalità a questi scout ed alle loro famiglie. Nel 1918 le vicende della guerra continuarono a riempire le pagine della rivista "Notizie dal Fronte". Nonostante tutto però il Corpo Nazionale venne ufficialmente presentato al Governo, rappresentato dal Presidente del Consiglio e dai Sottosegretari della Guerra, Marina e Istruzione nel convegno di settembre, tenutosi a Roma per esporre e discutere i programmi attuali e futuri. Il 17 ottobre l'Associazione venne colpita da un grave lutto: la morte di Carlo Colombo, fondatore del CNGEI. La fine della guerra rese più facili i contatti con le Associazioni straniere.

Nel 1920 su invito di Baden-Powell, il CNGEI partecipò al primo Jamboree, un grande incontro tra Scout di tutto il mondo organizzato ad Olimpia (Inghilterra). Il suo scopo era di verificare e consolidare i principi della pace sanciti alla luce dei 14 punti Wilson. L'importanza di questo incontro fu tale da essere ripetuta ancora oggi ogni quattro anni. Ancora nel 1920 le ripetute calamità naturali, il terremoto in Garfagnana, e a settembre in Lunigiana, videro presenti gli esploratori romani, di Genova e Sestri Levante, organizzatisi per prestare i primi soccorsi.

Nel 1921 ci fu la distinzione tra le branche: Novizi (Lupetti) ed Esploratori. Data la portata del fenomeno del "lupettismo" fu necessaria l'organizzazione di un convegno nazionale per chiarire le attività della nuova branca.

Indice di quanto peso avesse l'Associazione nella vita sociale italiana, è il momento in cui venne chiamata ad onorare con le proprie bandiere la tumulazione del "Milite Ignoto", presso l'Altare della Patria, nel quale l'Italia identificava i valori patriottici e nazionali. Dal 22 al 30 luglio del 1922 si tenne a Parigi una conferenza scout mondiale alla quale erano presenti 35 Associazioni di 30 Nazioni; partecipò anche il CNGEI. Durante il Convegno, oltre a comunicazioni di carattere amministrativo e tecnico, si decise di imporre a tutte le Associazioni la formazione di una scuola di scautismo per capi. Il 20 ottobre, decimo anniversario della fondazione del Corpo Nazionale, fu eletto Capo Scout Roberto Villetti.

Nel 1923 venne illustrata da Baden-Powell la cerimonia di iniziazione dei Capi e venne tracciato il profilo del vero Capo nella formula da lui esposta che ha come emblema la sigla IPISE (Ideale, Possibilità, Interesse, Servizio, Esempio). La conferenza mondiale di Parigi stabilì inoltre una netta distinzione tra movimento scout maschile e femminile. Nel 1924 le esploratrici si distaccarono (mantenendo sempre rapporti di fratellanza col movimento maschile) prendendo il nome di "volontarie", grazie all'iniziativa della Sig.na Antonietta Giacomelli di Rovereto, la quale pubblicò anche la rivista "Sii Preparata ". Nell'agosto di quell'anno venne organizzato un altro Jamboree ad Ermelunden (Copenaghen) dove in molte gare gli Esploratori del CNGEI risultarono vincitori e, cosa molto più importante, si dimostrarono primi in fratellanza, componente essenziale dello scautismo.

Nel 1925 venne realizzato un campo scuola per Capi a Cainallo con la direzione del Capo Scout, suddiviso in cinque settori per la Branca Esploratori e due per quella dei Lupetti. La mattina era dedicata ad attività pratiche mentre il pomeriggio a lezioni educative, psicologiche, morali. Su questa suddivisione della giornata, così commentò Prezzolini sul periodico "Giovinezza d'Italia": "gli Esploratori sono una "scuola di carattere" che però non ha nulla a che vedere con costrizioni e disciplina, sviluppando invece l'acutezza, la sveltezza, l'iniziativa dei ragazzi". Nel 1926 lo spirito altruista degli Scout si manifestò ancora una volta nei soccorsi alle popolazioni colpite dall'inondazione dell'Adige.

1927-1945

1927: il CNGEI festeggia il suo 15° anno di attività, ma i festeggiamenti non durarono molto. Il Capo Scout dott. Villetti il 16 gennaio presentò le dimissioni al Principe di Scalea, Presidente Generale dell'Ente. Gli sforzi e l'impegno vennero resi inutili dalla situazione politica che avrebbe portato il paese alla piena fascistizzazione. La Presidenza Generale del Corpo in poco tempo dichiarò sciolte tutte le sezioni dell'Associazione. Alcune di esse rifiutarono di chiudere e tagliarono le bandiere (pur di non consegnarle alle Autorità) a strisce, consegnandone una ad ogni membro; altre costituirono gruppi scursionistici; altre iniziative singole come il "Lupercale". Iniziò così il periodo clandestino, denominato dagli scout "Giungla silente", durato fino alla caduta del fascismo. L'ultima "adunanza" si tenne a Rovereto il 10 aprile e si concluse con la sfilata attraverso la città per poi consegnare le bandiere al Museo Civico.

Alcune sezioni continuarono, seppure solo con lo spirito, l'attività di scout. E' il caso di Trieste che costituì il Gruppo Escursionisti Indomito (GEI), come anche a Torino con i Giovani Escursionisti Italiani (GEI) o a Firenze il Gruppo Escursionisti Indipendenti (GEI). A Roma si costituì il "Lupercale" guidato da Luigi Pirotta "Volpe Azzurra" (futuro Capo Scout). Nella difficoltà del momento, questo era l'unico modo per continuare una qualche attività scautistica, evitando però uno scontro aperto con lo stato totalitario fascista. Proprio per la troppa segretezza, le fonti relative al periodo clandestino, sono poche e frammentarie. Dal 1940 si può dire che le attività dei gruppi clandestini cessarono. Un tentativo di riorganizzazione venne effettuato dai dirigenti romani riunitisi intorno a Pirotta nel 1943. Nacque un Comitato provvisorio incaricato di prendere contatti con le Autorità Militari Alleate. Napoli fu la prima città dove si cercò di fare qualcosa per i migliaia di ragazzi abbandonati a se stessi chiedendo l'aiuto dei "Boy Scouts of America", ma il progetto fallì.

Il 21 novembre del 1944 delegati del CNGEI e dell'ASCI s'incontrarono allo scopo di far nascere la FEI (Federazione Esploratori Italiani). Nel 1945 venne ricostituita l'UNGEI (la parte femminile dell'Associazione) e con la Liberazione e la fine della guerra riprese la vera attività delle sezioni; le Branche diventano tre: Lupetti, Esploratori, Rovers e nacque la prima rivista del Corpo: "Boy Scout". Nel novembre dello stesso anno si riunì il IV Congresso Nazionale del CNGEI a Roma e nel frattempo era stata riaffermata la qualifica di Ente Morale, qualifica che risaliva al 21 dicembre 1916.Nello stesso mese venne eletto il Primo Capo Scout Luigi Pirotta, ed è con lui che il CNGEI cominciò a guardare al futuro e a riprendere la sua azione educativa a favore dei giovani.

Il secondo dopoguerra

Avvenuta la liberazione di Roma da parte degli alleati, a giugno del 1944,il primo ostacolo da superare fu quello di trovare dei locali; Roma infatti portava ancora i segni dei bombardamenti da una parte, dall'altra la penuria di locali era diventata cronica a causa della grande ondata di sfollati che si era riversata nella città, specialmente nell'anno 1944. Soltanto nel 1948 la nuova Italia Repubblicana riconoscerà il valore dell'ente concedendole una sede centrale all'interno del Liceo Tasso. Infatti, come ci indicano i verbali delle riunioni dell'associazione, la sede dei reparti e la penuria dei fondi erano le difficoltà più insormontabili da affrontare; spesso l'ospitalità era precaria e non certa; fortunati potevano dirsi quei reparti che potevano contare sulla disponibilità delle strutture pubbliche, come il 6° e 4° reparto destinati, rispettivamente alla scuola R. Borghi e A. Doria. Le stesse riunioni dei Capi Reparto, a partire dal 14 ottobre 1944, si tennero nei locali messi a disposizione dalla società romana Gas, in via Fontanella Borghese. Ma le difficoltà non bloccarono le iniziative e ancora una volta i preziosi verbali di sezione ci soccorrono nel farci conoscere che il corso per cadetti si realizzerà e avrà come sede la scuola superiore di Ingegneria in via S. Pietro in Vincoli, così come si realizzerà il giornalino di sezione e il settimanale lo Scout. L'attività scautistica della sezione romana sarà citata nel giornale la Nuova Europa.

Nonostante le difficili condizioni postbelliche, nel 1945 l'attività del C.N.G.E.I. riprese a pieno ritmo; vennero promossi dei corsi d'addestramento per la formazione di nuovi Capi Reparto, i quali dovevano avere cognizioni non solo di tipo pratico (pronto soccorso, topografia e pionieristici); vennero pure promossi corsi d'inglese: comunicare in modo efficace con gli Alleati era tanto più importante perché gli alleati fornirono alla sezione romana l'occorrente indispensabile ai campi scautistici; spesso però le tende messe a disposizione erano così grandi da renderne difficile l'uso. C'è comunque da sottolineare che gli aiuti quando arrivarono furono sempre sollecitati, come risulta dai verbali, dalle richieste che la sezione rivolgeva ovunque, ai ministeri e ai privati cittadini. Tanto fermento non può non evidenziare, come risulta dai verbali, una punta di sano orgoglio finalizzato a riportare la sezione romana ad essere "la migliore di tutta l'Italia" (verbale del 9/10/1946). Il legame con gli alleati non finirà con il ritorno a casa delle truppe; l'America continuerà a conservare un legame con l'associazione, invierà le sospirate divise che conferiranno ai giovani un aspetto ordinato, forse anche un po' marziale, ma in ogni caso la divisa servirà ad attenuare l'immagine di miseria e di indigenza che ognuno aveva di sé.

Gli aiuti forniti dall'America all'associazione non possono essere spiegati solo in termini di interesse alla causa degli scout, poiché gli anni considerati sono quelli della prima attuazione del piano Marshall, che segna anche la prima fase della ricostruzione europea dopo la seconda guerra mondiale. In favore delle vittime di guerra il C.N.G.E.I. collaborò con il "Comitato di assistenza ai figli delle vittime politiche", organizzando una raccolta d'indumenti per le famiglie disagiate e ospitando all'interno dell'associazione due ragazzi profughi provenienti dalla Venezia Giulia. La storia locale s'intrecciava fittamente con quella nazionale in un momento in cui tutti pensavano a far rimarginare le ferite della guerra e la questione dell'Istria sembrava destinata ad essere schiacciata dalla politica internazionale della guerra fredda. Per venire incontro alle difficoltà economiche in cui l'associazione e le famiglie degli iscritti versavano, il C.N.G.E.I. provvide tramite la formula dell'auto finanziamento: questa consisteva nell'organizzare spettacoli ed attività il cui ricavato era finalizzato alla creazione di un fondo per finanziare l'acquisto di materiali necessari per il funzionamento dei reparti e dei campi. La questione economica però, non impedì i preparativi al primo Jamborette, che si tenne -presenti Lady Olave Baden-Powell e Donna Orietta Pamphilj- il 25 febbraio 1945 a villa Doria Pamphilj che vide riuniti gli esploratori di Roma, tutti i reparti ASCI e GEI della città, come risulta dai verbali del 31.1.45,del 7.2.45 e del 14.2.45.

Scopo fondamentale dell'Ente in quegli anni fu la formazione di cittadini sempre migliori, scopo che venne perseguito tramite la disciplina. Il sistema educativo scautistico si basava infatti sulla disciplina militare: i ragazzi erano tenuti a rispettare la Legge e la Promessa, le gerarchie interne (dando del Lei ai loro superiori). L'inosservanza delle regole veniva punita con provvedimenti disciplinari che in alcuni casi comportarono la radiazione dell'Ente, mentre una buona condotta era ricompensata con medaglie, diplomi e altri riconoscimenti onorifici. L'attività fisica per tradizione era stata il nucleo centrale dello scautismo di Baden-Powell ed era stata in origine l'elemento discriminante tra una concezione immobilistica dell'educazione, quella di marca ottocentesca, e quella moderna, assimilabile alle politiche metodologiche delle scuole attive che nei primi anni dell'800 erano sorte in Europa. L'importanza attribuita all'educazione fisica continuerà anche nella scuola fascista; il regime monopolizzerà l'educazione dei giovani, l'inquadrerà entro un preciso disegno di costruzione e formazione del consenso, a cui il C.N.G.E.I. non si piegherà, preferendo, come già ricordato nei precedenti paragrafi, autosciogliersi. Ebbene, ritrovare allora, a regime finito attribuzioni di valore all'educazione fisica da parte del C.N.G.E.I., non può e non deve far pensare ad una linea di continuità tra lo scautismo e la formazione dei Balilla. Se è proprio necessario tracciare delle linee, si tratta di una linea spezzata, il CNGEI ritrova il suo alveo iniziale la dottrina di Baden-Powell. Nei primi anni del secondo dopoguerra, promuove l'attività fisica come attività compensativa alle carenze dell'educazione in famiglia. In qualche maniera dunque, il C.N.G.E.I. sopperì, seppur in modo limitato, a lacune di ordine educativo alle quali lo Stato, nel delicato tentativo di ricostruzione, non poteva far fronte. Fa sorridere, oggi in pieno consumismo la cura del risparmio incentivata attraverso l'apertura di un conto corrente a disposizione di tutti i ragazzi per depositarvi le loro piccole somme. Allo stesso modo, potrebbero destare qualche sorriso, paragonate all'oggi, le notazioni circa le doti umane e educative dei capi reparto "il capo reparto dovrà essere e dovrà avere la funzione di un padre o di un fratello maggiore interessato al buon proseguimento sia del reparto sia dei ragazzi" (verbale del 8/9/1948).

I primi rapporti con le istituzioni statali avvennero con il tentativo di sensibilizzare i giovani scout al sentimento patriottico nei confronti della neonata Repubblica: a tal fine venne promosso uno studio sulla storia della bandiera italiana e in contemporanea si organizzarono una serie di visite in omaggio al monumento del Milite Ignoto. Non mancarono in questi rapporti quelli con la Croce Rossa, soprattutto al fine di promuovere diffusamente una campagna contro la tubercolosi (verbale del 14/9/1949). Superati i momenti difficili della ricostruzione, ciò che colpisce è il clima educativo capace di coinvolgere tutti gli aspetti della formazione: attività fisica, sportiva, teatro e sempre, con grande chiaroveggenza educativa, in collaborazione con le famiglie. Certamente la storia del C.N.G.E.I. riflette la nostra storia di miseria e povertà di quegli anni con inediti flash sulle persistenze delle tradizioni contadine, religiose e militari. Interessante può essere il rango di primo piano determinato dall'autorità in quanto tale o il rilievo attribuito al giudizio morale quale regola ferrea nella valutazione del comportamento tanto scolastico che scautistico, per non parlare del valore della disciplina militare, valore che l'associazione ereditava tanto dalla tradizione educativa ottocentesca che dal ventennio fascista. La condivisione degli stessi valori e dei metodi militari spiega il rapporto piuttosto solido con le istituzioni militari sia italiane sia alleate di questi anni che va dall'utilizzo delle caserme come sedi dei reparti od aiuti veri e propri; la lettura posteriore che, oggi possiamo fare di questi stretti rapporti con le istituzioni militari non può prescindere però dal clima politico infuocato che si determinò in Italia con la cacciata delle sinistre dal governo (1947) e con la campagna elettorale del 1948, proposta all'insegna della più rigida contrapposizione tra Est e Ovest, tra comunismo e anticomunismo. Dunque non deve apparire una forzatura posteriore la nostra lettura; la simpatia e la disponibilità mostrata dalle istituzioni militari nei confronti dell'Associazione ha, a nostro avviso un significato storico-politico: poter contare su un associazionismo giovanile, fortemente imbevuto di valori patriottici, regolato da un rigido rispetto della gerarchia, dava qualche garanzia di successo nella generale opera politica di contenimento delle associazioni di sinistra. Ma il credo educativo del C.N.G.E.I. così attento alla formazione di tutti gli aspetti della persona e così diverso dalla tradizione un po' bigotta e familistica, contribuirà a porre il C.N.G.E.I. in posizione d'avanguardia, pronto a cogliere le ulteriori sfide educative.

Dagli anni '60 ad Oggi

Nel dopoguerra il C.N.G.E.I. iniziò a svolgere un lavoro di recupero sociale all'interno delle periferie delle grandi città. La vita nelle borgate, che erano state realizzate negli anni '30 dal regime fascista, presentava una situazione caratterizzata da forti tensioni, dove, la mancanza di un apparato statale di sostegno, specialmente a livello educativo, era segno ulteriore del degrado in cui le aree periferiche versavano. A Roma, nel 1958, viene fondato da Clemente Lalloni il gruppo A.S.C.I., in parte confluito poi nel gruppo G.E.I. di Roma 6: le attività svolte dai ragazzi (in tempi recenti il recupero dell'area del Forte Prenestino) gettarono le basi per costruire prospettive alternative sia nel futuro dei giovani, sia in quello del quartiere.

Negli anni '60, caratterizzati da un improvviso quanto dirompente boom economico, il C.N.G.E.I. moltiplicò le sue iniziative culturali con lo scopo di formare la fascia giovanile alla consapevolezza della cittadinanza: la partecipazione attiva alla città è il denominatore comune dei temi che l'Ente scautistico affrontò, anche tramite corsi di educazione stradale e di archeologia volti alla salvaguardia e al rispetto dell'ambiente e del patrimonio artistico-culturale italiano. L'opera degli Scout non si limita però solamente all'educazione; ne sono concreta testimonianza gli interventi umanitari nelle zone colpite da calamità naturali. Ricordiamo ad esempio l'aiuto dei Giovani Esploratori nel 1963, quando il paese di Longarone fu duramente sconvolto dalla frana della diga del Vajont. In quell'occasione furono, in modo particolare, i reparti femminili a prodigarsi nell'organizzazione di una rete di solidarietà a sostegno della popolazione colpita.

Il C.N.G.E.I. continua tutt'oggi a prestare soccorso ovunque ve ne sia necessità, basti pensare all'azione svolta ultimamente nel comune terremotato di San Giuliano in Molise. Il lavoro svolto dagli scout è stato -ed è- dunque una intensa spinta allo sviluppo del fenomeno del volontariato e dell'emancipazione femminile. Il valore morale dell'Ente è così legittimato dai buoni rapporti che esso intrattiene con le istituzioni politiche, militari e religiose: nel giorno del suo 50° anniversario è lo stesso Presidente della Repubblica ad officiare la cerimonia commemorativa. Le parole di ammirazione e un vicendevole scambio di doni servirono a suggellare il rapporto di stima esistente tra mondo politico ed Ente. L'Italia, da poco industrializzata, è ancora profondamente legata alle tradizioni culturali: la Chiesa esercita una forte influenza sull'opinione pubblica e stabilire buoni rapporti con essa è essenziale per riuscire a coinvolgere un maggior numero di giovani. Il rapporto, che si potrebbe definire di pragmatica collaborazione (vicinanza delle sedi, amicizia tra i frequentanti delle diverse -cattoliche e laiche- associazioni) non cambia l'identità del C.N.G.E.I., che, al contrario, riafferma attraverso questo confronto il valore di un'educazione non confessionale, legittimandosi come erede di quello Stato liberale che, con la felice formula di Cavour, aveva diviso le competenze statali da quelle religiose e che aveva dovuto registrare nel processo dell'unificazione nazionale italiana l'assenza dei cattolici.

A questioni d'identità e di principio vanno poi aggiunte questioni contingenti, che ora definiremo storiche. L'Italia repubblicana, entrata nel blocco occidentale, deve realizzare una politica di contenimento comunista e delle sinistre in genere; in questa operazione la Chiesa dà tutta la sua collaborazione, dalle gerarchie alle parrocchie fino all'associazionismo cattolico. Ciò non può che determinare una presa di distanza sempre più marcata dalle posizioni aconfessionali del C.N.G.E.I. Conclusa la prima stagione della ricostruzione postbellica, gli anni '60 segnano l'avvio di numerosi processi socioeconomici che trasformeranno la società italiana in società industrializzata. Il radicale cambiamento portato dall'industrializzazione determinerà anche profonde revisioni del sistema educativo che, prima ancora di essere interpretato a livello istituzionale e/o legislativo (ad esempio nel 1963 viene istituita la scuola media unificata), vede il C.N.G.E.I. in prima fila nel ruolo d'interprete del cambiamento pedagogico. Si tratta di uscire fuori da un certo provincialismo pedagogico, di essere capaci di accogliere il confronto con diverse realtà dello scautismo giovanile a livello nazionale e mondiale. Ecco allora il senso delle manifestazioni come Romascout '85 e gli incontri festosi, originali e ricchi di esperienza degli attuali Jamboree.

Per quanto riguarda gli anni '70 ci siamo chiesti se fosse possibile stabilire un rapporto tra C.N.G.E.I. e situazione istituzionale, in altre parole se la spinta alla democratizzazione e alla partecipazione politica avesse toccato anche l'organizzazione interna dell'Ente, seppure lentamente e in maniera conflittuale. Sono questi gli anni dei referendum sul divorzio e sull'aborto e le persone hanno la possibilità di sperimentare l'importanza della loro partecipazione nelle decisione politiche. Tra il 1969 e il 1971 il fenomeno dell'attivismo raggiunse proporzioni mai viste e i maggiori sindacati (CGIL CISL e UIL) "cavalcarono la tigre" e videro decuplicare il numero dei propri tesserati. La partecipazione di massa alle iniziative sindacali permise il miglioramento delle condizioni dei lavoratori, delineando nuovi rapporti di forza all'interno delle fabbriche. Fu proprio questa voglia di incidere che, probabilmente, spinse i capi della sezione di Roma a richiedere una maggiore presenza ed efficienza agli organi adibiti ad assicurare coesione ed appoggio, in assenza dei quali, sembrava improponibile mantenere unita la sezione stessa. Culmine di questa opera è, a livello nazionale, il nuovo Statuto del 1976 in cui viene riconosciuto il valore della coeducazione e della democrazia partecipativa come procedura e metodo delle assemblee e delle elezioni degli organi costitutivi.

Nonostante la crisi petrolifera del 1973, che aveva provocato una recessione paragonabile solo a quella del 1929 e, implicitamente, aveva mostrato la fragilità di uno sviluppo economico basato su fonti d'energia non rinnovabili, gli anni '80 furono caratterizzati da un crescente atteggiamento consumistico. Solo con il disastro di Chernobyl si andrà sviluppando nelle coscienze l'etica della responsabilità, che poneva i primi interrogativi sulla sostenibilità di un modello di sviluppo estremamente aggressivo. Il C.N.G.E.I sviluppa in questi anni una politica ecologica atta ad espandere la concezione di "rispetto ambientale": tramite lavori ed attività di gruppo si tenta di far cogliere ai ragazzi le strette connessioni che intercorrono tra vita quotidiana ed ecosistema terrestre. In questo contesto vanno quindi inseriti i corsi di educazione alimentare -tenuti in collaborazione con la FAO- e le campagne di riciclaggio.

Gli anni '90 inoltre sono caratterizzati dalla sperimentazione di nuovi sistemi educativo-pedagogici: Roma 8, nel quartiere Tuscolano, opera tramite il metodo Montessori, adottando quindi in una certa misura una mediazione tra metodi educativi tipicamente scautistici e metodi strettamente pedagogici. Ad esempio non c'è divisione tra Esploratori e Lupetti (di età inferiore), essi frequentano nel medesimo giorno la stessa sede, con la possibilità di interagire tra di loro; la disciplina viene raggiunta e mantenuta tramite regole proposte e discusse dagli stessi ragazzi. Si tratta di sperimentazioni metodologiche funzionali alla ricerca di una pratica educativa sempre più democratica. Tali ricerche che in buona parte derivano dalla letteratura pedagogica più d'avanguardia assumono dimensioni operative nell'ambito del C.N.G.E.I. e sono la premessa dello sviluppo odierno del Progetto Educativo Globale. In tale modello cessano d'aver vita le asimmetrie di formazione della persona: innegabile la capacità di questo metodo nel superare la dimensione unilaterale della formazione, innegabile il richiamo alla formazione onnilaterale dell'uomo, che ribadisce il valore del processo storico che ha portato al superamento della divisione tra teoria e prassi. Innegabile è infine l'implicito significato di speranza e di responsabilità che si fa carico nel presente, di quanto nel passato non è stato possibile realizzare oltre che ovviamente della responsabilità verso le generazioni future.

La Sezione Oggi

La sezione CNGEI di Roma è al momento composta da dieci Gruppi:

  • Roma 1 - Via Nino Bixio, 83 (Zona Piazza Vittorio)
  • Roma 3 - Via del Casaletto, 400 (Zona Casaletto - Portuense)
  • Roma 4 - Piazzale Konrad Adenauer, 8 (Zona EUR)
  • Roma 5 - Via Virgilio Melandri, 72 (Zona Tiburtina - Colli Aniene)
  • Roma 6 - Via Ettore Fieramosca, 146 (Zona Prenestino - Pigneto)
  • Roma 9 - Piazzale Konrad Adenauer, 8 (Zona EUR)
  • Roma 10 - Via delle Vigne Nuove, 500 (Zona Monte Sacro Alto - Tufello)
  • Roma 11 - Via Columella, 53 (Zona Tuscolana - Quadraro)
  • Roma 12 - Via delle Vigne Nuove, 500 (Zona Monte Sacro Alto - Tufello)
  • Roma 15 - Via delle Cincie, 53 (Zona Torre Spaccata - Torre Angela)

Gruppi non più esistenti:

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