Aquile randagie
Le Aquile Randagie erano i giovani del gruppo scout milanese che svolgeva attività scoutistiche clandestine durante gli anni del fascismo. Una delle cosiddette leggi fascistissime aveva decretato infatti lo scioglimento dei reparti scout, costretti a deporre definitivamente i guidoni nell'aprile del 1928.
La nascita
Alcuni ragazzi del gruppo scout Milano 2, con astuzia e caparbietà, ricorrendo ad una serie di stratagemmi per non essere scoperti (compresi messaggi in codice, travestimenti ecc.), continuarono a ritrovarsi regolarmente in barba ai divieti, per oltre 17 anni, fino alla definitiva caduta del fascismo. In taluni casi non poterono sottrarsi ad angherie di vario genere, che non li fecero però retrocedere dal fermo proposito di portare avanti e seguire con fermezza gli ideali dello Scoutismo. Non mancarono loro comunque occasioni appropriate per prendersi beffa dell'ottuso e tracotante regime e dei suoi roboanti cerimoniali.
Il gruppo
Si ritrovano in oratori milanesi e nella campagna alla periferia di Milano. Nella bella stagione organizzavano regolari campi estivi, ovunque fosse possibile sfuggire ai rigidi controlli delle autorità. L'isolata Val Codera divenne poi il loro territorio preferito d'azione, comprese impegnative escursioni sui monti circostanti. Li guidavano, fra gli altri, Andrea Ghetti (successivamente ordinato sacerdote), del gruppo Milano 11, detto Baden, e Giulio Cesare Uccellini, capo del Milano 2, che prenderà il nome di Kelly durante la resistenza. Ebbe anche il soprannome di Bad Boy, affibbiatogli da J.S. Wilson, all'epoca direttore del Bureau Mondiale dello Scoutismo.
L'OSCAR e la rinascita
Durante l'occupazione nazista le Aquile Randagie organizzarono un efficiente servizio di assistenza ad ebrei e perseguitati, facilitando la loro fuga in Svizzera. Questa attività costò purtroppo il sangue ad un ragazzo diciannovenne, Peppino Candiani, ucciso dai nazifascisti. Con il ritorno della libertà, componenti delle Aquile Randagie hanno rifondato l' ASCI.