Preghiera della sera (canto ASCI): differenze tra le versioni

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==Testo==
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Al cader della giornata noi leviamo i cuori a Te
Al cader della giornata, noi leviamo i cuori a Te
Tu l'avevi a noi donata bene spesa fu per Te
Tu l'avevi a noi donata, bene spesa fu per Te
Te nel bosco e nel ruscello Te nel monte e Te nel pian
Te nel bosco e nel ruscello, Te nel monte e Te nel pian
Te nel cuore del fratello Te nel mio cercai d'amar
Te nel cuore del fratello, Te nel mio cercai d'amar.


Se non sempre la mia mente in Te pura s'affissò
Se non sempre la mia mente in Te pura s'affissò
E talora stoltamente da Te lungi s'attardò
E talora stoltamente da Te lungi s'attardò
Mio Signor ne son dolente te ne chieggo, o Dio, mercè
Mio Signor ne son dolente, te ne chieggo, o Dio, mercè
Del mio meglio lietamente io doman farò per Te
Del mio meglio lietamente, io doman farò per Te.


I tuoi cieli sembran prati e le stelle tanti fior
I tuoi cieli sembran prati, e le stelle tanti fior
Son bivacchi dei beati stretti in cerchio al lor Signor
Son bivacchi dei beati, stretti in cerchio al lor Signor
Quante stelle quante stelle dimmi Tu la mia qual è?
Quante stelle, quante stelle, dimmi Tu la mia qual è?
Non ambisco alla più bella basta sia vicino a Te
Non ambisco alla più bella, basta sia vicino a Te.
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===Varianti===
===Varianti===

Versione delle 00:25, 26 nov 2008

Più conosciuto con il suo verso iniziale, Al cader della giornata, Preghiera della sera è un celebre canto di preghiera serale dell'ASCI scritto da don Tarcisio Beltrame Quattrocchi per il San Giorgio del 1946 (il primo dopo lo scioglimento voluto dal fascismo), durante una notte di veglia, da cantare sulle parole della canzone friulana "Ai preat la biele stele".

Testo

Al cader della giornata, noi leviamo i cuori a Te
Tu l'avevi a noi donata, bene spesa fu per Te
Te nel bosco e nel ruscello, Te nel monte e Te nel pian
Te nel cuore del fratello, Te nel mio cercai d'amar.

Se non sempre la mia mente in Te pura s'affissò
E talora stoltamente da Te lungi s'attardò
Mio Signor ne son dolente, te ne chieggo, o Dio, mercè
Del mio meglio lietamente, io doman farò per Te.

I tuoi cieli sembran prati, e le stelle tanti fior
Son bivacchi dei beati, stretti in cerchio al lor Signor
Quante stelle, quante stelle, dimmi Tu la mia qual è?
Non ambisco alla più bella, basta sia vicino a Te.

Varianti

"Non ambisco alla più bella purché sia vicino a Te" invece di "Non ambisco alla più bella basta sia vicino a Te"

La strofa segreta

Poiché fu presentata al San Giorgio del 1946, quando il movimento Scout iniziava a riorganizzarsi in Italia dopo lo scioglimento voluto dal fascismo, la canzone contiene una "strofa segreta" (così la definì lo stesso don Tarcisio sulla rivista dell'AGESCI "Scout - Proposta Educativa"), dedicata alla speranza che l'associazione potesse ricostituirsi:

"...e se un bel dì l'ASCI risorgerà tutti compatti ci troverà!"