Roma 85 AGESCI: differenze tra le versioni

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Nel 1969 il Clan decide di avviare la collaborazione con un Fuoco dell’AGI, alla fine dell’anno il Clan è unito e non si può più tornare indietro, il Roma 85 è uno dei primi in Italia a sperimentare la coeducazione partendo dal Branco e dal Reparto. Contemporaneamente avvia il passaggio dalla Direzione di Gruppo alla Comunità Capi, coinvolgendo anche i genitori più attenti.
Nel 1969 il Clan decide di avviare la collaborazione con un Fuoco dell’AGI, alla fine dell’anno il Clan è unito e non si può più tornare indietro, il Roma 85 è uno dei primi in Italia a sperimentare la coeducazione partendo dal Branco e dal Reparto. Contemporaneamente avvia il passaggio dalla Direzione di Gruppo alla Comunità Capi, coinvolgendo anche i genitori più attenti.
'''1970-1979'''
Gli anni ’70, anche per il Gruppo, si rivelarono quel tempo tumultuoso che storicamente fu.
Denso di fermenti, cambiamenti che scossero in profondità uno stile di vita complessivo ed una presunta tranquillità sociale.
Nell’anno scout 1969/1970, Carlo Guarnieri e Riccardo Della Rocca lanciano un’unità sperimentale intermedia tra il Reparto e il Clan: il Seniorato (antesignano dell’attuale Noviziato). Eravamo 12 ragazzi sedicenni appena saliti dai Reparti del rm 21 e del Rm 42. Il nome proveniva dall’esperienza britannica in corso che sperimentava – a quell’età – i Senior Scout. Anno indimenticabile, sia per l’età sia per l’autonomia concessa che ci permise di sceglierci un’uniforme. La creatività al potere partorì : pantaloni blu, cinta scout, camicia verde bandiera, basco amaranto e fazzolettone “fresco di gruppo” arancione.
Da quel momento eravamo “gli Oranges” gli arancioni.
Negli incontri associativi Rover non passavamo inosservati ma forti della nostra identità e con un buon spirito di gruppo quell’anno vincemmo il Challenge regionale.
Il campo estivo in Val Fondillo resta ancora nel ricordo sia per le spettacolari “zingarate” sia per il varo dei kajak costruiti da noi nel lago di Villetta Barrea.Tale era la voglia di stare insieme e di cimentarci in imprese che il Seniorato quel settembre si sperimentò in un campo autogestito a Ponza nello stile di Robinson Crusoe.
Fu il tempo delle sperimentazioni che la CoCa proponeva; partono così le prime esperienze di coeducazione con i ragazzi e la prima  Akela donna in un Branco maschile. In questo periodo alcune capo entrano a fare servizio in Branco come cheftaine, in Clan entrano le ragazze dai Fuochi di Parrocchie limitrofe e non: era già iniziato il percorso verso l’unificazione.
Nel 1971, salendo in Clan/Fuoco “Nuove frontiere” ci venne proposta un’esperienza di servizio presso la Clinica di Neurochirurgia con dei bambini focomelici: lasciò un segno profondo in molti di noi. L’anno dopo – 1972 - con i capi clan/fuoco Romano e Giulia Forleo sperimentammo i primi servizi associativi e gli scenari della route estiva da Falcade a Passo s.Pellegrino in Trentino.
Il Clan/fuoco di quegli anni, oltre a sperimentare la ricchezza della coeducazione ebbe l’opportunità di liberare le capacità di ciascuno attraverso il confronto, la partecipazione, l’approfondimento e le relative prese di posizione.
Basti ricordare le molte Veglie , costruite con appassionante senso e significato politico. Rappresentate nei luoghi e nelle occasioni più disparate; sperimentando nuove formule espressive.
Non solo la politica ed il servizio ma anche la fede venne vissuta con intensità attraverso le esperienze spirituali e di preghiera di brevi periodi in Monasteri o Abbazie (una Pasqua nell’abbazia di Fossanova, un Natale nella Comunità di Nomadelfia, … ).
L’associazione poi – particolarmente effervescente – proponeva occasioni di sperimentazione con ampi dibattiti aperti a R/S e Capi come avvenne per “Piste 72 : idee ed esperienze nel lupettismo dell’ASCI ” a Villa Mondragone (Frascati) dal 29 marzo al 1 aprile.
Mentre il 1973 portò la crisi energetica e il compromesso storico, il Gruppo ormai raggiungeva un assetto significativo nella realtà scout sia per la collaudata qualità “sperimentale” all’interno di un progetto sia per la quantità che rispondeva ad una  domanda giovanile in controtendenza: tre Branchi, due Reparti, una Comunità R/S ed una CoCa per oltre 200 censiti. Quell’estate il Reparto Canada fece il campo a Passo San Leonardo (Maiella), con p.Eugenio Nunez come AE; il Clan fece un campo di servizio a Fascia (GE) un paesino di montagna, ripulendo e riassettando il canale che attraversa il paese (Capo Clan: Giorgio De Pascale). Per il Gruppofu un tempo di prove e di ricerca da cui scaturirono quei "fiori" cantati da De Andrè come progenie del "letame". Mentre il nuovo assetto in parrocchia chiedeva di ripensare la propria identità, il Gruppo si ritrovò nel processo che ridisegnava le Zone scout ed essendo sulla linea di confine venne spostato dalla zona Nomentano a quella della Tiburtina; con l' occasione vennero rassegnati i numeri dei Gruppi ed il nostro da Roma 85 prese il Roma 72.
Il 1974 lasciando la propria traccia nel tessuto sociale con il Referendum sul Divorzio, il Watergate, la strage dell’Italicus segnò uno spartiacque anche nello scautismo italiano con la nascita dell’AGESCI, frutto dell’unione tra ASCI e AGI.
Per il nostro Gruppo – che molto aveva contribuito a tale evento – fu la conferma della bontà di quanto avviato anni prima. Quell’estate, il Noviziato si cimentò in un campo di lavoro ad Angrogna (Val Pellice); noi prendemmo la Partenza al termine del campo di Clan a Pratola Peligna (Capi Clan:Carlo Guarnieri,Pia Subioli, AE p.Gioannetti), il Reparto Canada visse il campo nella Piana di Castelluccio da Norcia mentre il Reparto Centurione (s.Francesca Cabrini) andò a Pacentro.
Nel 1975, due fatti accorciarono le distanze relazionali e familiari con l’avvento delle prime radio libere, tv private; la maggiore età passa dai 21 anni ai 18 e viene varato il nuovo diritto di famiglia. Al San Giorgio della Zona Nomentano una squadriglia del Canada si classificò prima e l’estate il Campo di Reparto si svolse a Pratarelle (Orvinio) con un AE di rara bravura calcistica: padre Giancarlo Breda, attuale (Anno Domini 2010) parroco dei Canadesi.
Il 1976 vide il Gruppo presente in Friuli –per il terremoto - con i primi soccorsi a Maiano(UD); l’anno seguente portò – con la tv a colori – quel clima di tensione e violenze che il Paese stesso viveva con moti sindacali e scontri studenteschi. Un respiro pesante e di provocazione che nello scoutismo dall’Alta Sq in poi, i Capi riuscivano con impegno a riportare nel confronto e nel rispetto delle idee. Quell’estate il Rep. Canada fece il campo estivo a Pisciarello (Collalto Sabino-RI) uscendo indenne da un nubifragio che lo isolò.
Ad un ’77 rapido e brusco come una frustata seguì un anno lungo ed intenso: era il 1978. Le BR a marzo rapivano Moro, Paolo VI moriva e GPII iniziava un viaggio che nessuno avrebbe mai immaginato così lungo e trasformante, Pertini diveniva presidente della Repubblica.
Un clima cupo e con improvvisi eventi che rischiarono di modificare i normali comportamenti e stili di vita: da un lato le provocazioni, le intimidazioni  a ragazzi ed a Capi da parte di estremisti politici contrari al concetto stesso di scoutismo;dall’altro, dal mese di marzo si visse una stagione surreale che comprendeva non solo la città di Roma ma l’Italia intera.Una città blindata, un Paese in stato dall’allarme per un nemico che – sembrava - inafferrabile.
Fino all’estate si dovette far fronte al comprensibile timore –da parte delle famiglie – di mandare i propri figli alle riunioni, alle uscite, ai campi. Molti furono gli episodi che il Gruppo e la CoCa vissero. Riunioni di CoCa itineranti per la città a causa di Capi bloccati in zone “blindate”; uscite interrotte da verifiche e controlli delle forze dell’ordine; il campo di Pasqua del Rep.Canada a Trisulti ebbe l’onore di avere un blitz dei Carabinieri nella notte del Gioco Notturno. Durante il sequestro Moro si tenne un Campo Scuola di 2^ tempo (CFA) di branca E/G a Bracciano dove chi di noi partecipò ricorda ancora il freddo polare –nevicava- e le lunghe sessioni dell’ottimo capo campo Sergio Cametti. La CoCa era composta da 27 capi e il Clan/Fuoco ricco di oltre 30 membri.
Il Rep.Canada svolgeva il campo estivo a Monte Alago (Nocera Umbra) e la sua A.Sq entrò – per merito – nel libro dei “Miti del Gruppo” dopo un’entusiasmante Uscita di Pasqua stile “week-end di paura” nelle gole che scendono dal M.te Gennaro verso Vicovaro. Quell’avventura, unita a quanto vissuto insieme in quel tempo ci unì al punto che ancora oggi – periodicamente – abbiamo il desiderio e il piacere di ritrovarci davanti ad una birra.
Nulla lasciava presagire che gli anni ’70 –così intensi e appassionanti – potessero concludersi con ciò che non era riuscito neppure alla politica: “il compromesso storico.”
Almeno noi così chiamammo quel 1979, l’anno in cui l’Iran espulse lo scià e divenne una repubblica islamica, l’anno della comparsa dei primi CD ma anche l’anno in cui la CoCa decise di riunificate il Gruppo nella sola parrocchia di S. Francesca Cabrini.
Il 1979 fu intenso di avvenimenti: di formazione con un campo scuola di 2^tempo (CFA) R/S indimenticabile sia per la durezza dell’esperienza sia per l’opportunità di aver avuto come capo campo una figura come Vittorio Ghetti e frà Giacomo Grasso AE; di esperienze con una Route di Clan in Trentino a costruire mangiatoie per caprioli e a seguire –senza ripassare per casa- ritrovarci di CoCa a Bedonia alla Route nazionale delle CoCa con altri quattromila capi.
Al rientro, la decisione della CoCa - su forti pressioni dell’allora parroco di S.Francesca - fu per riunire il Gruppo in un’unica parrocchia. Ne scaturì un forte dibattito interno alimentato soprattutto da coloro che da anni svolgevano il loro servizio di capi ai Canadesi. Ma la democrazia associativa – che talvolta fa le sue vittime- unita all’articolo della legge “Lo scout e la guida sanno obbedire” videro uscire le unità di Branco e Reparto dai Canadesi non senza lacrime. Nessuno poteva sapere che di lì a poco lo scoutismo ai Canadesi avrebbe rimesso gli scarponi e ripreso il cammino.
Nel 1979 la CoCa contava 28 capi; uno di loro svolgeva il servizio di responsabile regionale R/S.
'''1980-1989'''
L’anno, il 1980,  si snodò tra speranze e brusche frenate: Solidarnosc e Lech Walesa; ma anche gli omicidi di Vittorio Bachelet papà del nostro amico Giovanni.
Il Clan fece un campo di Pasqua in Tunisia e la Route estiva nell’Umbria francescana con sosta all’eremo delle Carceri e le Partenze in una Assisi notturna e magica.
Anche la presenza del Gruppo nel territorio nella “Quartierata di Primavera” a Villa Torlonia fu occasione di impegno, di sviluppo e di soddisfazione.
Tra novembre e dicembre, molti Capi e R/S del Gruppo prestarono il loro servizio in una Irpinia gelida e devastata dal terremoto; sia nell’animazione dei bambini sia nella messa in opera di quanto necessario per la popolazione dei piccoli paesi più disagiati. La nostra squadra venne destinata ad un piccolo paese (Quaglietta-Calabritto); ne faceva parte anche p.Federico Lombardi. 
Il 1981 e 1982 trascorsero con “Campioni del mondo!!!” di Nando Martellini, la crisi delle Falkland e un’avvincente Route di Noviziato in Trentino e Alto Adige avendo come guida e angelo custode quello che in seguito sarebbe diventato membro onorario del Gruppo: Bruno Battisti (Totem Aquila filosofica).
Bruno, scomparso l’estate del 2008, non era stato scout ma ci si ritrovò subito ed in modo semplice e naturale così com’era, trasmettendo e facendo vivere “i valori della montagna” a intere generazioni dei nostri R/S. 
La Quartierata di Primavera – organizzata da CoCa e R/S - ebbe un successo strepitoso e lo spettacolo di “Marcovaldo” tratto da I.Calvino e messo in scena dal Clan nella Limonaia di Villa Torlonia fece il pienone; a seguire cena e balli, con la CoCa al catering.
Il 4 dicembre del 1983, il Gruppo accoglie la visita e l’incontro in Parrocchia con Giovanni Paolo II che ci fa l’onore di accettare e mettere subito al collo il nostro fazzolettone, dicendoci: Adesso una parola agli Scout. È una strada, la vostra, molto conosciuta e apprezzata nel mondo, in molti Paesi e Nazioni, e sono contento perché vedo che questa strada conduce anche a Roma. Molti giovani trovano tra gli Scout un indirizzo sicuro, imparano ad essere più uomini e anche più cristiani. Vi auguro di continuare su questa strada.
L’estate viene trascorsa dalla branca R/S e da molti Capi in quel di Subiaco a gestire e coordinare un’iniziativa della Zona: la riapertura del sentiero di san Benedetto; l’antico percorso che collegava - attraverso la montagna - il monastero di san Benedetto con il laghetto del santo lungo l’Aniene che scorre nel fondovalle.
L’impresa durerà l’intera estate e coinvolgerà quasi tutta la branca R/S della Zona Tiburtina.
In Parrocchia, nel frattempo, la CoCa incontra e si confronta sul modo migliore per poter vivere in comunione con le altre realtà presenti ma gli spazi di ascolto diminuiscono progressivamente. Il parroco – che ci chiamò a riunirci sotto un unico tetto – viene sostituito da un altro pastore che opera scelte diverse sostituendo con una realtà, quella di molteplici carismi e presenze.
Anche nel servizio verso l’Associazione, la prima metà degli anni ’80, il Gruppo manifestò la sua presenza particolarmente nella branca R/S: in quella del Lazio con il responsabile e le staff di molte Route di Orientamento per un paio d’anni;  in quella nazionale: nella pattuglia nazionale R/S e nelle staff di campi scuola nazionali R/S con bellissime persone e amici memorabili quali Paola e Caro Cara, Carlo Guarnieri e p.Ignazio Buffa. 
La metà degli anni ’80 vide scomparire E.Berlinguer, gli attacchi terroristici dell’Achille Lauro e la strage di Fiumicino; ma anche l’affermarsi della libertà nell’area dei paesi ex patto di Varsavia: solidarnosc, la perestroika; nuova speranza nella lotta alla mafia con due giudici che scelsero di essere Uomini : Falcone e Borsellino.
Mentre il Gruppo riceveva dalla Parrocchia l’informativa che per motivi di “scelta pastorale” non erano più previsti spazi esclusivi per movimenti ed associazioni ma solo luoghi polivalenti aperti, la CoCa portava avanti le normali attività in un contesto precario, giorno per giorno anche nei giardinetti antistanti e contemporaneamente  “bussava alla porta” di chi sapevamo essere o essere stato vicino al Gruppo. Era il caso dell’Istituto san Giovanni Evangelista che storicamente era stato per anni sede di un Branco del Gruppo e fucina di Assistenti Ecclesiastici per intere generazioni: p.Granero, p.Franchi, p.Claudio Loreti, p.Angelici (scout egli stesso nel Roma 7 - con Salvatore Salvatori- agli inizi del ‘900); p. Pasquale Presutti con il quale il Clan/Fuoco nel 1971 aveva trascorso delle vacanze invernali a Malosco, indimenticabili; p.Franco Gioannetti AE di un Clan/Fuoco piuttosto impegnativo con il quale abbiamo condiviso anni formidabili ed inconfessabili confessioni; p.Franco Messori sempre attento e disponibile, solo per citarne alcuni direttamente coinvolti nel servizio con i ragazzi; ma anche altri padri vicini come p.Mauro Filippucci, p.Sergio Velucchi…
Nel frattempo era scattata l’operazione “Route nazionale R/S” che si sarebbe tenuta nell’86 ma che doveva prepararsi con un anno di anticipo; un paio di noi Capi affiancarono Riccardo Della Rocca al quale era stata affidata l’organizzazione dell’evento.
Ma l’anno non era finito e a campi estivi conclusi, una notizia di un tg fece piombare molti di noi in uno stato di profonda tristezza: Roberto Antiochia, scout nel nostro Gruppo, il 6 agosto 1985 veniva ucciso dalla mafia a Palermo, insieme al capo della Squadra Mobile Ninni Cassarà.
Non doveva essere in servizio quel giorno, era in ferie ma le interruppe - dopo l’assassinio del commissario Montana una settimana prima – per stare accanto al suo capo. Morì con lui.
Il 1986 è l’anno degli eventi. A novembre il Noviziato fa un’esperienza di servizio “sportivo” collaborando con la Federazione Olimpica nei Campionati di Canoa al Lago di Piediluco; la notte del 9 febbraio – con una temperatura notevolmente inferiore allo 0 - uno sparuto gruppetto di Capi con sci da fondo, zaini e tendine sale sul monte Autore (Subiaco) per assistere al passaggio notturno della cometa di Halley.
Ad agosto ai “Piani di Pezza” sotto il Monte Velino, parte la Route nazionale R/S coinvolgendo oltre 13.000 persone, che dopo un campo mobile si incontrano nella città preparata a 1.400 mt, per discutere e progettare il futuro.
All’evento partecipano rappresentanti del governo, delle istituzioni, del sindacato e della cultura; ampia è la copertura giornalistica e televisiva soprattutto per la visita che Giovanni Paolo II compirà il 9 agosto celebrando la Messa in un contesto naturale a lui molto congeniale.
Quell’ estate non ci furono ferie o vacanze. Al rientro dalla Route, la CoCa in una serie di incontri sfibranti ma appassionati e schietti decise – per il bene dei ragazzi – che dovevamo “levare il campo” e metterci in cammino verso una nuova destinazione. Anche l’accorata richiesta al san Giovanni Evangelista era stata non ebbe esito favorevole. Il Gruppo aveva bisogno di un clima ospitale per poter vivere; così iniziò la ricerca e ci preparammo a partire.
Dopo 32 anni si chiudeva la pagina dello scoutismo giovanile a S.Francesca Cabrini.
Alla fine dell’estate, in uno dei tanti “bussare” nel nostro perimetro territoriale, mi ritrovai in un ufficio parrocchiale - di una chiesa notata di passaggio - con un giovane parroco indaffarato a telefonare e smistare persone. Dopo una sobria presentazione e venendo al dunque ci fu una risposta squisitamente scout, sobria e rapida: vi aspettavo !!!
Era don Silvano Minorenti, parroco di San Giuseppe al Nomentano, dei padri lateranensi.
Una rapida visita in quella che era stata la sede di un gruppo scout precedente e la decisione: domani arriviamo!
E così fu.
Con l’aiuto del Signore – che non è mai venuto meno – toccammo con mano come la speranza e la fede siano sostegni così importanti nei momenti più oscuri. 
Il 1987,  regalò la glasnost anche al nostro Gruppo dopo tanto tempo. Non solo un habitat che – date le precedenti privazioni – ci apparve come un sogno ma soprattutto il clima di accoglienza, di allegria e di empatia che percepimmo subito. Immediato fu l’inserimento di sacerdoti –oltre al parroco – come AE e la collaborazione con le altre realtà parrocchiali, in particolare con l’Azione Cattolica (realtà ricca di risorse e anima giovanile della liturgia parrocchiale). L’anno trascorse risistemando le sedi (addirittura una per unità) e muovendo i primi passi in quello che sarebbe diventato l’ambiente definitivo del Gruppo, degli “Oranges”.
Il Centrale Agesci nel frattempo coinvolse alcuni Capi del Gruppo nel costituire un Settore Pubbliche Relazioni che a livello nazionale fosse di supporto ai Presidenti e al Centrale in quella che appariva una funzione non più rinviabile per un’associazione come la nostra; la Route R/S aveva aperto – tra l’altro – lo scenario delle “relazioni pubbliche”; per noi nuovo.
A luglio, il Centrale Agesci – sulla base dell’esperienza maturata alla Route R/S- ci chiese di coordinare l’operazione “La Maddalena”: un evento che coinvolse migliaia di R/S che ad agosto con la collaborazione della Marina Militare italiana e della Marina Militare USA, ripulirono le isolette di quello che sarebbe diventato il “Parco della Maddalena”.
Il 1988 i Piani del Rascino ospitarono il campo di Reparto mentre il Noviziato scavalcò lo Schwarzjoch dalla Val di Rabbi alla Val d’Ultimo in Alto Adige.
La fine degli anni ’80 vedono un vento di rinnovamento abbattersi su quelle che erano le ultime vestigia europee di Yalta: il Muro di Berlino cade, l’armata rossa abbandona gli ex paesi satelliti, in Polonia le elzioni vengono stravinte da Solidarnosc, la Bulgaria e la Romania sono in rivolta e anche il PCI vira alla “Bolognina” verso la socialdemocrazia. 
Con il Consiglio Generale dell’Agesci, termina l’esperienza del Settore PPRR in Agesci : il Centrale decide che sia inutile; tale ruolo lo svolgeranno i Presidenti. I Simbruini tornano ad ospitare il campo di Reparto a Camposecco. 
Il decennio si chiude con una brusca “invasione” della TV che cambia: la pubblicità e gli sponsor dilagano, le interruzioni durante i programmi, nuovi “must” come il VHS e i videoregistratori, lo Swatch. La Germania si riunifica e avvengono le prime elezioni “libere” in URSS; termina l’apartheid in Sudafrica ma inizia la prima guerra del Golfo e quella che dilanierà la ex Jugoslavia.
Mentre il Noviziato si cimenta nella speleologia alla Grotta dell’Arco (Bellegra), il Reparto a Fonte La Spina (Simbruini) misura le proprie capacità topografiche con hike di Sq. belli e impegnativi. Sarà il decimo campo di servizio della R4 rossa: “stanchina” ma soddisfatta.

Versione delle 10:46, 16 nov 2010

Gruppo AGESCI
Roma 85
AGESCI.svg

Gruppo Attivo

Localizzazione
Zona Auriga
Provincia Roma
Regione Lazio
Informazioni sul Gruppo
Anno di Fondazione N/A
Fazzolettone Giallo, Blu e una foglia d' acero
Dedica Fazzolettone Canada
Capi Gruppo Valentina Marra & Emanuele Colazzo
Recapiti
Indirizzo Via G.B. De Rossi
Email info@roma85.it
Telefono N/A
Collegamenti Web
Instagram N/A
Facebook N/A
Youtube N/A
Sito Web [www.roma85.it Sito Web Ufficiale]
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Storia

1955-1969

La presenza dello scautismo coincide con l’inizio delle attività pastorali della parrocchia (ancora in costruzione) dei SS Martiri Canadesi fin dalla seconda metà degli anni ’50; parroco padre Rottoli e assistente ecclesiastico scout p.Manieri.

All’inizio vive nella parrocchia, nello storico salone al terzo piano, il Riparto Roma 4 “Canada” che fa parte del Gruppo Roma 4 che ha la sua sede storica nella parrocchia di S.Ippolito. Il Roma 4 è uno dei primi Gruppi a Roma a ricostituirsi fin dal 1944, alla fine della guerra.

Il primo capo Riparto del 4 “Canada” è stato Angioletto Aresti al quale seguono Ferrari e Riccardo Della Rocca.

Nel 1960, a seguito di alcune difficoltà sorte all’interno del Gruppo Roma 4, alcuni capi decidono di lasciare il Gruppo e trovano accoglienza presso la parrocchia dei SS Martiri Canadesi. E’ questa la data di nascita del Roma 42 (fazzolettone diviso a metà giallo e bleu con al centro la foglia marrone di acero canadese), i primi capi sono Capo Clan Bruno Borgia, Capo Riparto Riccardo Della Rocca, Capi del Branco Rosario Cardosi e Rino Costacurta ai quali si affianca un grande AE il canadese p.Moise Roy.

Un piccolo Gruppo ma estremamente motivato: il Branco con le sue attività e la sua attenzione pedagogica richiama l’attenzione di tanti genitori del quartiere, le squadriglie del Riparto vivono l’avventura e l’impresa con grande abilità tecnica; come dimenticare il campo invernale a Campo Imperatore dove il reparto restò bloccato dalla tormenta per tre giorni al Rifugio Duca degli Abruzzi, riuscendo ugualmente a portare a termine la gara di costruzione degli igloo, i campi estivi in Valcamonica, alle Camosciare, e soprattutto quello a Camporotondo dove arrivavano solo i camion dei taglialegna dove i ragazzi costruirono un’alzabandiera di quasi venti metri e per la prima volta si sperimentò un hyke di squadriglia di 24 ore con cartina muta (non c’erano telefonini e GPS) e senza tenda. Si costruirono i kayak, le squadriglie si classificavano sempre tra le prime nelle gare tecniche dei San Giorgio regionali e al Campo Nazionale Esploratori dell’Amiata l’Alta Squadriglia si classificò 5° nella gara di costruzione di ponti - con solo legature e filagne - tra i mostri sacri della pionieristica.

Il Clan viveva in pieno i momenti forti del roverismo: la strada (le uscite impegnative sui monti dell’Abruzzo e del Lazio, le route estive), il servizio (indimenticabile il Natale Rover nell’allora isolato e sconosciuto paesino di Villa Romana), la vita di comunità che ebbe alcuni momenti forti in alcune Veglie aperte al pubblico dove si sperimentavano forme nuove di espressione leggendo Brecht, Prevert e Jacopone da Todi.

Nel 1963 i tre Clan presenti (Roma 4, Roma 21 e Roma 42) decisero di fare insieme la route estiva con la traversata del gruppo Sella e la salita alla cima del Boè. Da questa esperienza scaturisce l’idea di dar vita ad un Clan intergruppo: il Roma 85 (fazzoletto azzurro con tre strisce con i colori dei gruppi di provenienza) di cui è stato indimenticabile animatore spirituale come AE l’australiano p.Donald Cave che seppe trasmettere una spiritualità profonda guidata dalla profezia del Concilio. Un Clan segnato dalle esperienze delle Route estive: il campo in Sardegna dove ci si perse, vivendo un esperienza indimenticabile, tra le foreste ed i torrenti della Barbagia, il campo di lavoro in Francia, la route sull’Amiata e la Route del Gran Paradiso con la salita sul ghiacciaio fino alla vetta, la route invernale sui Simbruini, dormendo nella neve dentro le capanne dei pastori. Il Clan vive tutta l’evoluzione della Branca rover italiana, partecipando a tutti gli eventi nazionali e regionali; le idee che maturavano nella Branca condussero a sperimentare una prima forma di coeducazione facendo partecipare alla vita di Clan le sorelle e le amiche dei rover fino alla Route della Sila. ella seconda metà degli anni sessanta nella parrocchia dei SS Martiri Canadesi si realizzò una particolare esperienza di incontro tra le varie realtà giovanili: l'Azione Cattolica, il Circolo Universitario, altri gruppi di preghiera che mossi dall'ispirazione del Concilio cercò di attualizzare una nuova presenza dei laici ed un più autentico modo di "essere Chiesa", questa vera comunità parrocchiale giovanile ebbe il suo punto di riferimento nella Messa dei giovani dove ogni domenica si ricercavano modalità più partecipate di vivere la Celebrazione Eucaristica. A questa comunità parteciparono da protagonisti i Capi, i rover e altri due AE sacramentino che lasciarono un seno profondo: p.Bert van DeBraken e p.Eugenio Nunez. Una Comunità giovanile che condivise anche momenti di riflessione, di spiritualità e di servizio come l'amicizia con i giovani rinchiusi nella Casa di Rieducazione di Casal del Marmo.

Poi, nell’aprile del 1966, venimmo investiti da quanto accadde ad un rover del nostro Clan: Paolo Rossi. La mattina del 27 aprile 1966 durante scontri violentissimi davanti alla facoltà di Lettere della Sapienza, muore mentre tenta di trattenere un suo compagno che si stava lanciando contro uno studente dello schieramento opposto. Era lì per frenare, persuadere, per richiamare tutti alla ragione ma un pugno estremamente violento ne provoca la caduta e la morte.

Il Clan visse un momento di grande dolore e consapevolezza quando si verificà la tragedia della morte di Paolo Rossi con il quale si erano condivise esperienze fondamentali, momento che fece maturare nei rover il senso della responsabilità politica.

Nel 1968 si decise di passare dall’esperienza del clan intergruppo alla costituzione di un unico gruppo che doveva unire i tre gruppi del quartiere: a questa idea aderirono il Roma 21 ed il Roma 42 , mentre il Roma 4 decise di continuare la propria storica tradizione.

Nasce così il Gruppo Roma 85, fazzolettone arancione.

Il Gruppo, sotto la guida di capi prestigiosi come Rosario Cardosi, Carlo Guarnieri, Romano e Giulia Forleo, Mariella Spaini, Cristina Koch affiancati dai giovani entusiasti capi formati nel Clan, danno vita ad uno dei maggiori gruppi di Roma.

Nel 1969 il Clan decide di avviare la collaborazione con un Fuoco dell’AGI, alla fine dell’anno il Clan è unito e non si può più tornare indietro, il Roma 85 è uno dei primi in Italia a sperimentare la coeducazione partendo dal Branco e dal Reparto. Contemporaneamente avvia il passaggio dalla Direzione di Gruppo alla Comunità Capi, coinvolgendo anche i genitori più attenti.


1970-1979

Gli anni ’70, anche per il Gruppo, si rivelarono quel tempo tumultuoso che storicamente fu.

Denso di fermenti, cambiamenti che scossero in profondità uno stile di vita complessivo ed una presunta tranquillità sociale.

Nell’anno scout 1969/1970, Carlo Guarnieri e Riccardo Della Rocca lanciano un’unità sperimentale intermedia tra il Reparto e il Clan: il Seniorato (antesignano dell’attuale Noviziato). Eravamo 12 ragazzi sedicenni appena saliti dai Reparti del rm 21 e del Rm 42. Il nome proveniva dall’esperienza britannica in corso che sperimentava – a quell’età – i Senior Scout. Anno indimenticabile, sia per l’età sia per l’autonomia concessa che ci permise di sceglierci un’uniforme. La creatività al potere partorì : pantaloni blu, cinta scout, camicia verde bandiera, basco amaranto e fazzolettone “fresco di gruppo” arancione.

Da quel momento eravamo “gli Oranges” gli arancioni.

Negli incontri associativi Rover non passavamo inosservati ma forti della nostra identità e con un buon spirito di gruppo quell’anno vincemmo il Challenge regionale.

Il campo estivo in Val Fondillo resta ancora nel ricordo sia per le spettacolari “zingarate” sia per il varo dei kajak costruiti da noi nel lago di Villetta Barrea.Tale era la voglia di stare insieme e di cimentarci in imprese che il Seniorato quel settembre si sperimentò in un campo autogestito a Ponza nello stile di Robinson Crusoe.

Fu il tempo delle sperimentazioni che la CoCa proponeva; partono così le prime esperienze di coeducazione con i ragazzi e la prima Akela donna in un Branco maschile. In questo periodo alcune capo entrano a fare servizio in Branco come cheftaine, in Clan entrano le ragazze dai Fuochi di Parrocchie limitrofe e non: era già iniziato il percorso verso l’unificazione.

Nel 1971, salendo in Clan/Fuoco “Nuove frontiere” ci venne proposta un’esperienza di servizio presso la Clinica di Neurochirurgia con dei bambini focomelici: lasciò un segno profondo in molti di noi. L’anno dopo – 1972 - con i capi clan/fuoco Romano e Giulia Forleo sperimentammo i primi servizi associativi e gli scenari della route estiva da Falcade a Passo s.Pellegrino in Trentino.

Il Clan/fuoco di quegli anni, oltre a sperimentare la ricchezza della coeducazione ebbe l’opportunità di liberare le capacità di ciascuno attraverso il confronto, la partecipazione, l’approfondimento e le relative prese di posizione.

Basti ricordare le molte Veglie , costruite con appassionante senso e significato politico. Rappresentate nei luoghi e nelle occasioni più disparate; sperimentando nuove formule espressive.

Non solo la politica ed il servizio ma anche la fede venne vissuta con intensità attraverso le esperienze spirituali e di preghiera di brevi periodi in Monasteri o Abbazie (una Pasqua nell’abbazia di Fossanova, un Natale nella Comunità di Nomadelfia, … ).

L’associazione poi – particolarmente effervescente – proponeva occasioni di sperimentazione con ampi dibattiti aperti a R/S e Capi come avvenne per “Piste 72 : idee ed esperienze nel lupettismo dell’ASCI ” a Villa Mondragone (Frascati) dal 29 marzo al 1 aprile.

Mentre il 1973 portò la crisi energetica e il compromesso storico, il Gruppo ormai raggiungeva un assetto significativo nella realtà scout sia per la collaudata qualità “sperimentale” all’interno di un progetto sia per la quantità che rispondeva ad una domanda giovanile in controtendenza: tre Branchi, due Reparti, una Comunità R/S ed una CoCa per oltre 200 censiti. Quell’estate il Reparto Canada fece il campo a Passo San Leonardo (Maiella), con p.Eugenio Nunez come AE; il Clan fece un campo di servizio a Fascia (GE) un paesino di montagna, ripulendo e riassettando il canale che attraversa il paese (Capo Clan: Giorgio De Pascale). Per il Gruppofu un tempo di prove e di ricerca da cui scaturirono quei "fiori" cantati da De Andrè come progenie del "letame". Mentre il nuovo assetto in parrocchia chiedeva di ripensare la propria identità, il Gruppo si ritrovò nel processo che ridisegnava le Zone scout ed essendo sulla linea di confine venne spostato dalla zona Nomentano a quella della Tiburtina; con l' occasione vennero rassegnati i numeri dei Gruppi ed il nostro da Roma 85 prese il Roma 72.

Il 1974 lasciando la propria traccia nel tessuto sociale con il Referendum sul Divorzio, il Watergate, la strage dell’Italicus segnò uno spartiacque anche nello scautismo italiano con la nascita dell’AGESCI, frutto dell’unione tra ASCI e AGI. Per il nostro Gruppo – che molto aveva contribuito a tale evento – fu la conferma della bontà di quanto avviato anni prima. Quell’estate, il Noviziato si cimentò in un campo di lavoro ad Angrogna (Val Pellice); noi prendemmo la Partenza al termine del campo di Clan a Pratola Peligna (Capi Clan:Carlo Guarnieri,Pia Subioli, AE p.Gioannetti), il Reparto Canada visse il campo nella Piana di Castelluccio da Norcia mentre il Reparto Centurione (s.Francesca Cabrini) andò a Pacentro.

Nel 1975, due fatti accorciarono le distanze relazionali e familiari con l’avvento delle prime radio libere, tv private; la maggiore età passa dai 21 anni ai 18 e viene varato il nuovo diritto di famiglia. Al San Giorgio della Zona Nomentano una squadriglia del Canada si classificò prima e l’estate il Campo di Reparto si svolse a Pratarelle (Orvinio) con un AE di rara bravura calcistica: padre Giancarlo Breda, attuale (Anno Domini 2010) parroco dei Canadesi.

Il 1976 vide il Gruppo presente in Friuli –per il terremoto - con i primi soccorsi a Maiano(UD); l’anno seguente portò – con la tv a colori – quel clima di tensione e violenze che il Paese stesso viveva con moti sindacali e scontri studenteschi. Un respiro pesante e di provocazione che nello scoutismo dall’Alta Sq in poi, i Capi riuscivano con impegno a riportare nel confronto e nel rispetto delle idee. Quell’estate il Rep. Canada fece il campo estivo a Pisciarello (Collalto Sabino-RI) uscendo indenne da un nubifragio che lo isolò.

Ad un ’77 rapido e brusco come una frustata seguì un anno lungo ed intenso: era il 1978. Le BR a marzo rapivano Moro, Paolo VI moriva e GPII iniziava un viaggio che nessuno avrebbe mai immaginato così lungo e trasformante, Pertini diveniva presidente della Repubblica.

Un clima cupo e con improvvisi eventi che rischiarono di modificare i normali comportamenti e stili di vita: da un lato le provocazioni, le intimidazioni a ragazzi ed a Capi da parte di estremisti politici contrari al concetto stesso di scoutismo;dall’altro, dal mese di marzo si visse una stagione surreale che comprendeva non solo la città di Roma ma l’Italia intera.Una città blindata, un Paese in stato dall’allarme per un nemico che – sembrava - inafferrabile.

Fino all’estate si dovette far fronte al comprensibile timore –da parte delle famiglie – di mandare i propri figli alle riunioni, alle uscite, ai campi. Molti furono gli episodi che il Gruppo e la CoCa vissero. Riunioni di CoCa itineranti per la città a causa di Capi bloccati in zone “blindate”; uscite interrotte da verifiche e controlli delle forze dell’ordine; il campo di Pasqua del Rep.Canada a Trisulti ebbe l’onore di avere un blitz dei Carabinieri nella notte del Gioco Notturno. Durante il sequestro Moro si tenne un Campo Scuola di 2^ tempo (CFA) di branca E/G a Bracciano dove chi di noi partecipò ricorda ancora il freddo polare –nevicava- e le lunghe sessioni dell’ottimo capo campo Sergio Cametti. La CoCa era composta da 27 capi e il Clan/Fuoco ricco di oltre 30 membri. Il Rep.Canada svolgeva il campo estivo a Monte Alago (Nocera Umbra) e la sua A.Sq entrò – per merito – nel libro dei “Miti del Gruppo” dopo un’entusiasmante Uscita di Pasqua stile “week-end di paura” nelle gole che scendono dal M.te Gennaro verso Vicovaro. Quell’avventura, unita a quanto vissuto insieme in quel tempo ci unì al punto che ancora oggi – periodicamente – abbiamo il desiderio e il piacere di ritrovarci davanti ad una birra.

Nulla lasciava presagire che gli anni ’70 –così intensi e appassionanti – potessero concludersi con ciò che non era riuscito neppure alla politica: “il compromesso storico.”

Almeno noi così chiamammo quel 1979, l’anno in cui l’Iran espulse lo scià e divenne una repubblica islamica, l’anno della comparsa dei primi CD ma anche l’anno in cui la CoCa decise di riunificate il Gruppo nella sola parrocchia di S. Francesca Cabrini.

Il 1979 fu intenso di avvenimenti: di formazione con un campo scuola di 2^tempo (CFA) R/S indimenticabile sia per la durezza dell’esperienza sia per l’opportunità di aver avuto come capo campo una figura come Vittorio Ghetti e frà Giacomo Grasso AE; di esperienze con una Route di Clan in Trentino a costruire mangiatoie per caprioli e a seguire –senza ripassare per casa- ritrovarci di CoCa a Bedonia alla Route nazionale delle CoCa con altri quattromila capi.

Al rientro, la decisione della CoCa - su forti pressioni dell’allora parroco di S.Francesca - fu per riunire il Gruppo in un’unica parrocchia. Ne scaturì un forte dibattito interno alimentato soprattutto da coloro che da anni svolgevano il loro servizio di capi ai Canadesi. Ma la democrazia associativa – che talvolta fa le sue vittime- unita all’articolo della legge “Lo scout e la guida sanno obbedire” videro uscire le unità di Branco e Reparto dai Canadesi non senza lacrime. Nessuno poteva sapere che di lì a poco lo scoutismo ai Canadesi avrebbe rimesso gli scarponi e ripreso il cammino.

Nel 1979 la CoCa contava 28 capi; uno di loro svolgeva il servizio di responsabile regionale R/S.


1980-1989

L’anno, il 1980, si snodò tra speranze e brusche frenate: Solidarnosc e Lech Walesa; ma anche gli omicidi di Vittorio Bachelet papà del nostro amico Giovanni.

Il Clan fece un campo di Pasqua in Tunisia e la Route estiva nell’Umbria francescana con sosta all’eremo delle Carceri e le Partenze in una Assisi notturna e magica.

Anche la presenza del Gruppo nel territorio nella “Quartierata di Primavera” a Villa Torlonia fu occasione di impegno, di sviluppo e di soddisfazione.

Tra novembre e dicembre, molti Capi e R/S del Gruppo prestarono il loro servizio in una Irpinia gelida e devastata dal terremoto; sia nell’animazione dei bambini sia nella messa in opera di quanto necessario per la popolazione dei piccoli paesi più disagiati. La nostra squadra venne destinata ad un piccolo paese (Quaglietta-Calabritto); ne faceva parte anche p.Federico Lombardi.

Il 1981 e 1982 trascorsero con “Campioni del mondo!!!” di Nando Martellini, la crisi delle Falkland e un’avvincente Route di Noviziato in Trentino e Alto Adige avendo come guida e angelo custode quello che in seguito sarebbe diventato membro onorario del Gruppo: Bruno Battisti (Totem Aquila filosofica).

Bruno, scomparso l’estate del 2008, non era stato scout ma ci si ritrovò subito ed in modo semplice e naturale così com’era, trasmettendo e facendo vivere “i valori della montagna” a intere generazioni dei nostri R/S.

La Quartierata di Primavera – organizzata da CoCa e R/S - ebbe un successo strepitoso e lo spettacolo di “Marcovaldo” tratto da I.Calvino e messo in scena dal Clan nella Limonaia di Villa Torlonia fece il pienone; a seguire cena e balli, con la CoCa al catering.

Il 4 dicembre del 1983, il Gruppo accoglie la visita e l’incontro in Parrocchia con Giovanni Paolo II che ci fa l’onore di accettare e mettere subito al collo il nostro fazzolettone, dicendoci: Adesso una parola agli Scout. È una strada, la vostra, molto conosciuta e apprezzata nel mondo, in molti Paesi e Nazioni, e sono contento perché vedo che questa strada conduce anche a Roma. Molti giovani trovano tra gli Scout un indirizzo sicuro, imparano ad essere più uomini e anche più cristiani. Vi auguro di continuare su questa strada.

L’estate viene trascorsa dalla branca R/S e da molti Capi in quel di Subiaco a gestire e coordinare un’iniziativa della Zona: la riapertura del sentiero di san Benedetto; l’antico percorso che collegava - attraverso la montagna - il monastero di san Benedetto con il laghetto del santo lungo l’Aniene che scorre nel fondovalle.

L’impresa durerà l’intera estate e coinvolgerà quasi tutta la branca R/S della Zona Tiburtina.

In Parrocchia, nel frattempo, la CoCa incontra e si confronta sul modo migliore per poter vivere in comunione con le altre realtà presenti ma gli spazi di ascolto diminuiscono progressivamente. Il parroco – che ci chiamò a riunirci sotto un unico tetto – viene sostituito da un altro pastore che opera scelte diverse sostituendo con una realtà, quella di molteplici carismi e presenze.

Anche nel servizio verso l’Associazione, la prima metà degli anni ’80, il Gruppo manifestò la sua presenza particolarmente nella branca R/S: in quella del Lazio con il responsabile e le staff di molte Route di Orientamento per un paio d’anni; in quella nazionale: nella pattuglia nazionale R/S e nelle staff di campi scuola nazionali R/S con bellissime persone e amici memorabili quali Paola e Caro Cara, Carlo Guarnieri e p.Ignazio Buffa.

La metà degli anni ’80 vide scomparire E.Berlinguer, gli attacchi terroristici dell’Achille Lauro e la strage di Fiumicino; ma anche l’affermarsi della libertà nell’area dei paesi ex patto di Varsavia: solidarnosc, la perestroika; nuova speranza nella lotta alla mafia con due giudici che scelsero di essere Uomini : Falcone e Borsellino.

Mentre il Gruppo riceveva dalla Parrocchia l’informativa che per motivi di “scelta pastorale” non erano più previsti spazi esclusivi per movimenti ed associazioni ma solo luoghi polivalenti aperti, la CoCa portava avanti le normali attività in un contesto precario, giorno per giorno anche nei giardinetti antistanti e contemporaneamente “bussava alla porta” di chi sapevamo essere o essere stato vicino al Gruppo. Era il caso dell’Istituto san Giovanni Evangelista che storicamente era stato per anni sede di un Branco del Gruppo e fucina di Assistenti Ecclesiastici per intere generazioni: p.Granero, p.Franchi, p.Claudio Loreti, p.Angelici (scout egli stesso nel Roma 7 - con Salvatore Salvatori- agli inizi del ‘900); p. Pasquale Presutti con il quale il Clan/Fuoco nel 1971 aveva trascorso delle vacanze invernali a Malosco, indimenticabili; p.Franco Gioannetti AE di un Clan/Fuoco piuttosto impegnativo con il quale abbiamo condiviso anni formidabili ed inconfessabili confessioni; p.Franco Messori sempre attento e disponibile, solo per citarne alcuni direttamente coinvolti nel servizio con i ragazzi; ma anche altri padri vicini come p.Mauro Filippucci, p.Sergio Velucchi…

Nel frattempo era scattata l’operazione “Route nazionale R/S” che si sarebbe tenuta nell’86 ma che doveva prepararsi con un anno di anticipo; un paio di noi Capi affiancarono Riccardo Della Rocca al quale era stata affidata l’organizzazione dell’evento.

Ma l’anno non era finito e a campi estivi conclusi, una notizia di un tg fece piombare molti di noi in uno stato di profonda tristezza: Roberto Antiochia, scout nel nostro Gruppo, il 6 agosto 1985 veniva ucciso dalla mafia a Palermo, insieme al capo della Squadra Mobile Ninni Cassarà.

Non doveva essere in servizio quel giorno, era in ferie ma le interruppe - dopo l’assassinio del commissario Montana una settimana prima – per stare accanto al suo capo. Morì con lui.

Il 1986 è l’anno degli eventi. A novembre il Noviziato fa un’esperienza di servizio “sportivo” collaborando con la Federazione Olimpica nei Campionati di Canoa al Lago di Piediluco; la notte del 9 febbraio – con una temperatura notevolmente inferiore allo 0 - uno sparuto gruppetto di Capi con sci da fondo, zaini e tendine sale sul monte Autore (Subiaco) per assistere al passaggio notturno della cometa di Halley.

Ad agosto ai “Piani di Pezza” sotto il Monte Velino, parte la Route nazionale R/S coinvolgendo oltre 13.000 persone, che dopo un campo mobile si incontrano nella città preparata a 1.400 mt, per discutere e progettare il futuro.

All’evento partecipano rappresentanti del governo, delle istituzioni, del sindacato e della cultura; ampia è la copertura giornalistica e televisiva soprattutto per la visita che Giovanni Paolo II compirà il 9 agosto celebrando la Messa in un contesto naturale a lui molto congeniale.

Quell’ estate non ci furono ferie o vacanze. Al rientro dalla Route, la CoCa in una serie di incontri sfibranti ma appassionati e schietti decise – per il bene dei ragazzi – che dovevamo “levare il campo” e metterci in cammino verso una nuova destinazione. Anche l’accorata richiesta al san Giovanni Evangelista era stata non ebbe esito favorevole. Il Gruppo aveva bisogno di un clima ospitale per poter vivere; così iniziò la ricerca e ci preparammo a partire.

Dopo 32 anni si chiudeva la pagina dello scoutismo giovanile a S.Francesca Cabrini.

Alla fine dell’estate, in uno dei tanti “bussare” nel nostro perimetro territoriale, mi ritrovai in un ufficio parrocchiale - di una chiesa notata di passaggio - con un giovane parroco indaffarato a telefonare e smistare persone. Dopo una sobria presentazione e venendo al dunque ci fu una risposta squisitamente scout, sobria e rapida: vi aspettavo !!!

Era don Silvano Minorenti, parroco di San Giuseppe al Nomentano, dei padri lateranensi.

Una rapida visita in quella che era stata la sede di un gruppo scout precedente e la decisione: domani arriviamo!

E così fu.

Con l’aiuto del Signore – che non è mai venuto meno – toccammo con mano come la speranza e la fede siano sostegni così importanti nei momenti più oscuri.

Il 1987, regalò la glasnost anche al nostro Gruppo dopo tanto tempo. Non solo un habitat che – date le precedenti privazioni – ci apparve come un sogno ma soprattutto il clima di accoglienza, di allegria e di empatia che percepimmo subito. Immediato fu l’inserimento di sacerdoti –oltre al parroco – come AE e la collaborazione con le altre realtà parrocchiali, in particolare con l’Azione Cattolica (realtà ricca di risorse e anima giovanile della liturgia parrocchiale). L’anno trascorse risistemando le sedi (addirittura una per unità) e muovendo i primi passi in quello che sarebbe diventato l’ambiente definitivo del Gruppo, degli “Oranges”.

Il Centrale Agesci nel frattempo coinvolse alcuni Capi del Gruppo nel costituire un Settore Pubbliche Relazioni che a livello nazionale fosse di supporto ai Presidenti e al Centrale in quella che appariva una funzione non più rinviabile per un’associazione come la nostra; la Route R/S aveva aperto – tra l’altro – lo scenario delle “relazioni pubbliche”; per noi nuovo.

A luglio, il Centrale Agesci – sulla base dell’esperienza maturata alla Route R/S- ci chiese di coordinare l’operazione “La Maddalena”: un evento che coinvolse migliaia di R/S che ad agosto con la collaborazione della Marina Militare italiana e della Marina Militare USA, ripulirono le isolette di quello che sarebbe diventato il “Parco della Maddalena”.

Il 1988 i Piani del Rascino ospitarono il campo di Reparto mentre il Noviziato scavalcò lo Schwarzjoch dalla Val di Rabbi alla Val d’Ultimo in Alto Adige.

La fine degli anni ’80 vedono un vento di rinnovamento abbattersi su quelle che erano le ultime vestigia europee di Yalta: il Muro di Berlino cade, l’armata rossa abbandona gli ex paesi satelliti, in Polonia le elzioni vengono stravinte da Solidarnosc, la Bulgaria e la Romania sono in rivolta e anche il PCI vira alla “Bolognina” verso la socialdemocrazia.

Con il Consiglio Generale dell’Agesci, termina l’esperienza del Settore PPRR in Agesci : il Centrale decide che sia inutile; tale ruolo lo svolgeranno i Presidenti. I Simbruini tornano ad ospitare il campo di Reparto a Camposecco.

Il decennio si chiude con una brusca “invasione” della TV che cambia: la pubblicità e gli sponsor dilagano, le interruzioni durante i programmi, nuovi “must” come il VHS e i videoregistratori, lo Swatch. La Germania si riunifica e avvengono le prime elezioni “libere” in URSS; termina l’apartheid in Sudafrica ma inizia la prima guerra del Golfo e quella che dilanierà la ex Jugoslavia.

Mentre il Noviziato si cimenta nella speleologia alla Grotta dell’Arco (Bellegra), il Reparto a Fonte La Spina (Simbruini) misura le proprie capacità topografiche con hike di Sq. belli e impegnativi. Sarà il decimo campo di servizio della R4 rossa: “stanchina” ma soddisfatta.