Don Enea Tamassia

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Don Enea Tamassia (Concordia sulla Secchia,13 Dicembre 1920 - Carpi, 5 Gennaio 2003) è stato un sacerdote e fondatore del gruppo scout Carpi 2.

Don Enea durante un'attività.
Lettera di Don Enea al gruppo Carpi 2 dopo il suo abbandono.

Storia

Nasce il 13 Dicembre 1920 a Concordia sulla Secchia. Il padre gestisce un negozio di tessuti insieme alle zie Norma e Gigina e il piccolo Enea frequenta le scuole con ottimo profitto. Rimasto ben presto senza i genitori viene avviato al Seminario. Celebrerà la sua Prima Messa nel 1943.

Inizia il suo apostolato a Concordia s.S. , poi a Mirandola, e dal 1955 a Carpi. Uomo di fede - lo scoprivi per il suo essere innamorato di Sant’Agostino e di San Tommaso d’Aquino, ma attento agli autori contemporanei, quelli che hanno “fatto il Concilio”, nella sua biblioteca ( sempre tenuta aggiornata ) da Rhaner a Schillebecks, a K. Barth, a don Milani, di grande capacità di lettura – leggeva di notte a volte fino ad ora tarda.

I quotidiani erano sempre presenti nella borsa per i suoi giovani di ragioneria, sempre informato e pronto a dibattere sui disparati temi: la chiesa , l’uomo, la verità, la fede, l’amore. Lo capivi quando celebrava: ci teneva alla bellezza ( dai canti, ai fiori, ai paramenti).

Colpivano le suo omelie; sempre preparate, attente al quotidiano, soprattutto capace di annunciare tutto il vangelo: omelie fatte di chiarezza espositiva a cui non mancava mai il calore di chi sa di trasmettere la verità del vangelo e l’amore verso chi ascoltava. Uomo dei boschi – Don Enea amava l’avventura, non tanto quella fisica, anche se era un camminatore instancabile, ma soprattutto quella dello spirito.

Da qui nasce il fascino reciproco tra Don Enea e l’esperienza scout. Aveva iniziato a Mirandola, erano gli anni dopo la guerra, e c’era e da raccogliere quel patrimonio educativo che il fascismo aveva cercato di far scomparire. Don Enea aveva compreso che i giovani maturavano soprattutto attraverso esperienze ( faticose – ma sempre belle da ricordare!), e della fatica ne fece tanta.

Quando si trovò a far rinascere la Parrocchia di san Francesco, vi fece di tutto: dal sagrestano al falegname, dal tipografo al fotografo, e tutto per i suoi ragazzi che si unirono al “suo sogno”, il Carpi 2. Quanti oggi gli sono grati per la fermezza nel chiedere lo stile scout, il valore dell’impegno preso, la testimonianza nell’essere il primo ad iniziare e l’ultimo a smettere.

Generoso per i “ragazzi”, per la parrocchia, dimentico di se stesso; quello che aveva era tutto per i ragazzi ( le tende – i conti in ferramenta – i “bagni per il campo” - e i tanti lavori alla chiesa e alla canonica , la palestra …) I Vescovi lo chiamarono a reggere la Cappellania dell’Ospedale e si fece amare e rispettare, poi Parroco in Duomo dove ebbe l’onore di accogliere in Cattedrale ( linda e lumionosa) il Beato Giovanni Paolo II nella sua visita a Carpi.

Uomo di Dio – uomo dei boschi: una persona ( burbera e materna) amata da tanti , seppe vivere in profondità la sua solitudine con il Signore, e forse nelle notti insonni, ai campi scout, riusciva a parlare con il suo Dio nel silenzio delle montagne, ma non parlava di se stesso ma dei suoi “mascalzoni”. Il Signore lo ha chiamato a se alla vigilia dell’Epifania, quanto aveva desiderato da piccolo la “calza della befana” , ora lo si riempiva del premio dei giusti.

Il suo esempio ci ha mostrato come ogni uomo possa essere icona della tenerezza di Dio e realizzare il Suo amore sulla Terra. Se saremo testimoni della carità che Cristo gratuita- mente ci ha donato, potremo guidare non solo noi stessi ma anche i nostri ragazzi. Come don Enea scrisse in una lettera al MASCI San Francesco: “L’importante è continuare a donarsi gratuitamente”. Don Claudio Pontiroli e alcuni dei "ragazzi di Don Enea".

[La foto e il testo sono stati presi da questa pagina Facebook]