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Storia del CNGEI: differenze tra le versioni

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Nel novembre del 1914 vennero costituite, ad opera del Colombo, le sezioni femminili che accolsero le "Girl Scout" italiane, anche se i primi esperimenti furono condotti fin dal 1913. Il ruolo di Presidente della [[Sezione CNGEI|sezione]] di Roma fu preso dalla baronessa Ferrero, mentre Mary Rossi (già collaboratrice di [[Robert Baden-Powell|Baden-Powell]]) divenne [[Capo]] [[Reparto]] e [[Sezione CNGEI#Il commissario|Commissaria]]. Il 29 giugno 1915 si svolse l'assemblea costituente della sezione di Roma, evento che segnò la data ufficiale della nascita dell''''[[UNGEI]]''', la cui presidenza nazionale fu assunta dalla principessa [[Anna Maria Borghese de Ferrari]]. Nella nuova associazione confluirono anche le ragazze che facevano parte del settore femminile dell'[[ARPI]].
Nel novembre del 1914 vennero costituite, ad opera del Colombo, le sezioni femminili che accolsero le "Girl Scout" italiane, anche se i primi esperimenti furono condotti fin dal 1913. Il ruolo di Presidente della [[Sezione CNGEI|sezione]] di Roma fu preso dalla baronessa Ferrero, mentre Mary Rossi (già collaboratrice di [[Robert Baden-Powell|Baden-Powell]]) divenne [[Capo]] [[Reparto]] e [[Sezione CNGEI#Il commissario|Commissaria]]. Il 29 giugno 1915 si svolse l'assemblea costituente della sezione di Roma, evento che segnò la data ufficiale della nascita dell''''[[UNGEI]]''', la cui presidenza nazionale fu assunta dalla principessa [[Anna Maria Borghese de Ferrari]]. Nella nuova associazione confluirono anche le ragazze che facevano parte del settore femminile dell'[[ARPI]].


Dal 5 maggio del 1915 il CNGEI fu posto sotto l'Alto Patronato del Re, del Presidente del Consiglio e dei Ministri della Guerra, della Marina, degli Esteri, delle Colonie e della Pubblica Istruzione. Inoltre Vittorio Emanuele III acconsentì all'iscrizione al Corpo Nazionale del principe ereditario Umberto ed in seguito, dietro insistenza della Regina Elena, della principessa Giovanna all'UNGEI. Il Re autorizzò anche, sull'esempio dei fratelli scout inglesi, a fregiare il [[distintivo]] degli esploratori meritevoli con il simbolo della Corona Reale, creando così la distinzione di "Esploratore Reale", divenuta poi "Esploratore d'Italia"<ref>Il sistema delle [[Progressione storica CNGEI|classi]] è stato abolito nell'anno scout 2003/2004, quando sono state introdotte le [[Progressione E/E CNGEI|tracce]].</ref>. Il 21 dicembre del [[1916]], il Capo dello Stato, su proposta del ministro della Pubblica Istruzione On. Francesco Ruffini, eresse il CNGEI in Ente Morale con il Decreto Luogotenenziale n. 1881, a riconoscimento della sua funzione educativa nei confronti della gioventù. Queste due caratteristiche sono mantenute tuttora, ma ovviamente il Patronato appartiene al Presidente della Repubblica ed ai Ministeri della Pubblica Istruzione, degli Affari Esteri, dell'Interno e della Difesa. Fu il pieno successo dell'opera del Colombo, tanto che B.-P. stesso gli scrisse (chiamandolo "Chief Scout of Italy") di seguirlo con il più gran piacere ed interesse, e il Duca degli Abruzzi, grande esploratore, assunse la Presidenza Generale del Corpo.
Dal 5 maggio del 1915 il CNGEI fu posto sotto l'Alto Patronato del Re, del Presidente del Consiglio e dei Ministri della Guerra, della Marina, degli Esteri, delle Colonie e della Pubblica Istruzione. Inoltre Vittorio Emanuele III acconsentì all'iscrizione al Corpo Nazionale del principe ereditario Umberto ed in seguito, dietro insistenza della Regina Elena, della principessa Giovanna all'UNGEI. Il Re autorizzò anche, sull'esempio dei fratelli scout inglesi, a fregiare il [[distintivo]] degli esploratori meritevoli con il simbolo della Corona Reale, creando così la distinzione di "Esploratore Reale", divenuta poi "Esploratore d'Italia"<ref>Il sistema delle [[Progressione storica E/E CNGEI|classi]] è stato abolito nell'anno scout 2003/2004, quando sono state introdotte le [[Progressione E/E CNGEI|tracce]].</ref>. Il 21 dicembre del [[1916]], il Capo dello Stato, su proposta del ministro della Pubblica Istruzione On. Francesco Ruffini, eresse il CNGEI in Ente Morale con il Decreto Luogotenenziale n. 1881, a riconoscimento della sua funzione educativa nei confronti della gioventù. Queste due caratteristiche sono mantenute tuttora, ma ovviamente il Patronato appartiene al Presidente della Repubblica ed ai Ministeri della Pubblica Istruzione, degli Affari Esteri, dell'Interno e della Difesa. Fu il pieno successo dell'opera del Colombo, tanto che B.-P. stesso gli scrisse (chiamandolo "Chief Scout of Italy") di seguirlo con il più gran piacere ed interesse, e il Duca degli Abruzzi, grande esploratore, assunse la Presidenza Generale del Corpo.


D'altra parte il Corpo Nazionale non mancò di ricevere espressioni di vera e propria critica. Durante il conflitto, che vide per il CNGEI un periodo di innegabile fortuna, ci furono episodi di netto rifiuto. In diverse città l'ambiente fu ostile agli esploratori nazionali ed in vari episodi furono fatti segno di gravi aggressioni da parte di ragazzi definiti, dalle colonne della rivista associativa, come "non pochi giovinastri", "tristi avvinazzati o malviventi". Inoltre gli ambienti e la stampa cattolica di stretta osservanza assunsero toni virulenti contro lo scautismo, avanzando argomenti di natura dottrinale, e molte polemiche furono sollevate dai cattolici circa il legame tra il Corpo Nazionale e la massoneria. L'accusa fu sempre respinta da Colombo, ma pare accertato il favore del vertice massonico italiano per il CNGEI. Secondo una fonte attendibile, come afferma Fabrizio  Marinelli, è in effetti probabile "che l'influenza massonica sia stata molto più importante all'inizio, ma sia andata scemando anno dopo anno", anche se "contatti di dirigenti scout con la massoneria sono continuati fino allo scioglimento". Ma le critiche  più aspre provennero da parte operaia e socialista. Le classi popolari vedevano l'organizzazione scout con diffidenza, nel migliore dei casi come qualcosa di estraneo alla propria cultura e alle proprie necessità.
D'altra parte il Corpo Nazionale non mancò di ricevere espressioni di vera e propria critica. Durante il conflitto, che vide per il CNGEI un periodo di innegabile fortuna, ci furono episodi di netto rifiuto. In diverse città l'ambiente fu ostile agli esploratori nazionali ed in vari episodi furono fatti segno di gravi aggressioni da parte di ragazzi definiti, dalle colonne della rivista associativa, come "non pochi giovinastri", "tristi avvinazzati o malviventi". Inoltre gli ambienti e la stampa cattolica di stretta osservanza assunsero toni virulenti contro lo scautismo, avanzando argomenti di natura dottrinale, e molte polemiche furono sollevate dai cattolici circa il legame tra il Corpo Nazionale e la massoneria. L'accusa fu sempre respinta da Colombo, ma pare accertato il favore del vertice massonico italiano per il CNGEI. Secondo una fonte attendibile, come afferma Fabrizio  Marinelli, è in effetti probabile "che l'influenza massonica sia stata molto più importante all'inizio, ma sia andata scemando anno dopo anno", anche se "contatti di dirigenti scout con la massoneria sono continuati fino allo scioglimento". Ma le critiche  più aspre provennero da parte operaia e socialista. Le classi popolari vedevano l'organizzazione scout con diffidenza, nel migliore dei casi come qualcosa di estraneo alla propria cultura e alle proprie necessità.
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