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Scautismo a Modena: differenze tra le versioni

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Dal [[1953]] in poi iniziò una fase di anni difficili, i vecchi capi smettevano di prestare servizio, e sempre meno giovani ne prendevano il posto. Chiusero vari gruppi della provincia, e a Modena rimase un solo gruppo, diviso tra San Cataldo e San Domenico. Nel [[1960]], l’anno più buio, in città si contavano in tutto 19 ragazzi. Arrivò poi il periodo della contestazione giovanile. Molti giovani processavano la natura "borghese" dello scautismo sostenendo che anche l'educazione era una fatto politico e sviluppando un duro confronto con i "matusa"; molte unità persero i loro capi e le attività furono sospese.
Dal [[1953]] in poi iniziò una fase di anni difficili, i vecchi capi smettevano di prestare servizio, e sempre meno giovani ne prendevano il posto. Chiusero vari gruppi della provincia, e a Modena rimase un solo gruppo, diviso tra San Cataldo e San Domenico. Nel [[1960]], l’anno più buio, in città si contavano in tutto 19 ragazzi. Arrivò poi il periodo della contestazione giovanile. Molti giovani processavano la natura "borghese" dello scautismo sostenendo che anche l'educazione era una fatto politico e sviluppando un duro confronto con i "matusa"; molte unità persero i loro capi e le attività furono sospese.


Nel [[1972]] l’ASCI e l’AGI non presero parte ufficiale al 50° dello scoutismo modenese giudicando queste manifestazioni "nostalgiche e affatto importanti" e disertarono l'inaugurazione di una via intitolata al "militarista" Baden Powell. Nel [[1973]] la situazione, grazie anche all’opera di Sergio Volpi, oggi Capogruppo del [[Maranello 1 AGESCI|Maranello 1]], e di don Dino Zanasi, attuale parroco di San Giovanni Battista, andò migliorando, e si riprese a fare scoutismo con rinnovata passione. Dal [[Modena 1 AGESCI|Modena 1]], che si era nel frattempo spostato a San Faustino, nacque il [[Modena 2 AGESCI|Modena 2]], e contemporaneamente aprì il [[Modena 3 AGESCI|Modena 3]] alla Sacca. Nel [[1974]] la fusione ASCI-AGI giungeva al suo definitivo compimento con la fondazione dell'[[AGESCI]] (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani), non senza fratture e disaccordi interni, ma anche resistenze politiche ed ecclesiastiche. Ben presto però, abbandonata ogni polemica l'Associazione tornò a camminare compatta ed in rapido sviluppo.
Nel [[1972]] l’ASCI e l’AGI non presero parte ufficiale al 50° dello scoutismo modenese giudicando queste manifestazioni "nostalgiche e affatto importanti" e disertarono l'inaugurazione di una via intitolata al "militarista" Baden Powell. Nel [[1973]] la situazione, grazie anche all’opera di Sergio Volpi, poi Quadro regionale, nazionale e Capogruppo del [[Maranello 1 AGESCI|Maranello 1]], e di don Dino Zanasi (A.E Modena 1, poi Modena 4, della Zona e del Masci 2), andò migliorando, e si riprese a fare scoutismo con rinnovata passione. Dal [[Modena 1 AGESCI|Modena 1]], che si era nel frattempo spostato a San Faustino, nacque il [[Modena 2 AGESCI|Modena 2]], e poco tempo dopo aprì il [[Modena 3 AGESCI|Modena 3]] alla Sacca, in un primo tempo osteggiato dagli altri gruppi. Nel [[1974]] la fusione ASCI-AGI giungeva al suo definitivo compimento con la fondazione dell'[[AGESCI]] (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani), non senza fratture e disaccordi interni, ma anche resistenze politiche ed ecclesiastiche. Ben presto però, abbandonata ogni polemica l'Associazione tornò a camminare compatta ed in rapido sviluppo.


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