Legatura piana: differenze tra le versioni

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La '''legatura piana''' serve per unire due tronchi in linea, per ottenerne uno più lungo (ad esempio per il [[palo bandiera]]).
La '''legatura piana''' viene normalmente utilizzata per unire due pali che si incrociano con un angolo di 0°, cioè che hanno gli assi paralleli.  


Per prima cosa conviene appiattire i pali nel punto in cui andranno a toccarsi, questo aumenta la superficie di appoggio e quindi la stabilità. Come procedere si capisce molto bene dalla figura: un capo del cordino formerà un "anello arrotolato" (indicato con C nella figura), l'altro capo del cordino girerà tante volte intorno ai due tronchi e all'anello arrotolato. È importante che i giri siano ben stretti e bene attaccati uno all'altro in maniera ordinata (non sovrapposti!).


Alla fine si fa passare il capo che ha girato dentro l'anello (che oramai sarà quasi del tutto ricoperto dai giri di cordino) e poi si uniscono i due capi liberi con un [[Nodo piano|nodo piano]], tirando bene. L'anello C andrà ad infilarsi sotto i giri di cordino, contribuendo a tirare ancora di più la legatura.
La sua realizzazione è molto semplice:


Se i pali che devi unire sono molto lunghi ti conviene fare più di una legatura piana, ad esempio puoi farne due: una da una parte e l'altra dall'altra della congiunzione. Questo aumenterà la stabilità del palo finale.


[[Immagine:Round_lashing_step_1.png|left|240px|Legatura piana]]
[[Immagine:Round_lashing_step_1.png|thumb|left|180px]]Si realizza un [[doppino]] a poca distanza da un capo libero. Dopo aver ritorto il doppino con un paio di giri su se stesso, lo si adagia nel solco che si forma nella giunzione tra i due pali.
[[Immagine:Round_lashing.png|right|240px|Legatura piana]]
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[[Immagine:Round_lashing_step_2.png|center|240px|Legatura piana]]
[[Immagine:Round_lashing_step_2.png|thumb|right|180px]]La fune viene poi avvolta in spire parallele e ben tese, avanzando verso l'[[occhio]] del doppino, fino a raggiungere una lunghezza dell'avvolgimento quasi uguale al diametro di un palo. Con un numero scarso di spire la giuzione è debole, mentre con un numero troppo elevato la strozzatura finale non ha effetto. Si fa passare quindi l'altro capo libero attraverso l'occhio del doppino.
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[[Immagine:Round_lashing.png|thumb|left|180px]]Tenendo sempre tesi i capi liberi, si tira con più forza il capo  opposto rispetto all'occhio del doppino, fino a che tutto il doppino non scompare sotto le spire. Si chiude infine con un [[nodo piano]], tenendo sempre la fune tesa al massimo. In questo modo si ottiene una strozzatura che produce un discreto aumento di serraggio.
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[[Immagine:Double_round_lashing.png|thumb|right|180px]]Poichè con il sistema fino a quì descritto è difficile ottenere un serraggio sufficiente ad evitare lo scorrimento dei due pali sulla linea di giunzione, una soluzione vantaggiosa può essere quella di raddoppiare la legatura.
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[[Immagine:Wedged_round_lashing.png|thumb|left|180px]]La soluzione più efficace consiste nell'incastrare tra le spire ed i pali,dal lato opposto della strozzatura ed a legatura completata, una zeppa ricavata da un ramo di forma leggermente tronco-conica. Si ottiene in questo modo un notevole aumento della resistenza allo scorrimento ed un discreto aumento della rigidità della giunzione. Naturalmente la rigidità ottenuta è efficace, da sola, per carichi leggeri, mentre la per carichi medi o pesanti si deve applicare la [[Stabilità#Regola dei due punti|regola dei due punti]].
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[[Immagine:Sharp_angle_round_lashing.png|thumb|left|180px]] [[Immagine:Tripod_round_lashing.png|thumb|right|180px]]Un'altro uso della legatura piana è quello di unire le estremità di due o più pali che si incrociano con angoli compresi tra 0° e 45°. Oltre al vantaggio della semplicità, questo tipo di giunzione offre in questo caso una resistenza allo scorrimento che non è possibile raggiungere con la strozzatura. Nell'utilizzo per la costruzione di treppiedi, non presenta il difetto tipico degli altri tipi di legature, cioè la eccessiva libertà di movimento del vertice del treppiedi, che normalmente è causa dell'allentamento di altre legature presenti nella struttura.
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Se si decide di utilizzarla, è necessario seguire le seguenti regole:
 
Deve essere realizzata prima di tutte le altre legature che riguardano i pali da unire.
 
Si dispongono prima i pali a fascio e poi si divaricano, formando un'angolo leggermente più stretto di quello che avranno ad opera finita.
 
 
Nel caso in cui i pali siano più di due si sovrappongono senza incrociarsi o accavallarsi, diversamente da quanto previsto nelle altre legature per treppiedi, ed in modo che si tocchino tutti l'uno con l'altro nella zona da legare.
 
 
Con fune tanto più robusta quanto maggiore è la lunghezza dei pali, questi si uniscono tutti insieme con la legatura piana senza nè stringere le spire nè strozzare. La spira che, nel caso di giunzione dei pali paralleli ha funzione di strozzatura, quì serve solo a tenere in posizione il fissaggio dei capi della fune e non deve essere necessariamente chiusa con il nodo piano, ma si può utilizzare un nodo più solido e più facile da sciogliere, come il [[Nodo di Rosendahl|nodo di Rosendahl]].
 
 
 
Si fissano le estremità opposte ad una ad una, nella loro posizione prevista. L'ultima estremità si apre fino a sentire un leggero scricchiolio prima di fissarla. È fondamentale che l'apertura dell'angolo tra i pali non sia troppo scarsa da consentire che questi scivolino l'uno sull'altro, nè eccessiva da causare lo snervamento della fune.
 
 
Si deve sempre presente che la forza che la fune subisce è molto elevata, approssimativamente uguale alla forza con cui divarichiamo i pali moltiplicata per quante volte la lunghezza della legatura sta nella lunghezza del palo.
 


[[Categoria:Legature]]
[[Categoria:Legature]]

Versione delle 18:18, 27 giu 2010

La legatura piana viene normalmente utilizzata per unire due pali che si incrociano con un angolo di 0°, cioè che hanno gli assi paralleli.


La sua realizzazione è molto semplice:


Round lashing step 1.png

Si realizza un doppino a poca distanza da un capo libero. Dopo aver ritorto il doppino con un paio di giri su se stesso, lo si adagia nel solco che si forma nella giunzione tra i due pali.

Round lashing step 2.png

La fune viene poi avvolta in spire parallele e ben tese, avanzando verso l'occhio del doppino, fino a raggiungere una lunghezza dell'avvolgimento quasi uguale al diametro di un palo. Con un numero scarso di spire la giuzione è debole, mentre con un numero troppo elevato la strozzatura finale non ha effetto. Si fa passare quindi l'altro capo libero attraverso l'occhio del doppino.

Round lashing.png

Tenendo sempre tesi i capi liberi, si tira con più forza il capo opposto rispetto all'occhio del doppino, fino a che tutto il doppino non scompare sotto le spire. Si chiude infine con un nodo piano, tenendo sempre la fune tesa al massimo. In questo modo si ottiene una strozzatura che produce un discreto aumento di serraggio.

Double round lashing.png

Poichè con il sistema fino a quì descritto è difficile ottenere un serraggio sufficiente ad evitare lo scorrimento dei due pali sulla linea di giunzione, una soluzione vantaggiosa può essere quella di raddoppiare la legatura.

Wedged round lashing.png

La soluzione più efficace consiste nell'incastrare tra le spire ed i pali,dal lato opposto della strozzatura ed a legatura completata, una zeppa ricavata da un ramo di forma leggermente tronco-conica. Si ottiene in questo modo un notevole aumento della resistenza allo scorrimento ed un discreto aumento della rigidità della giunzione. Naturalmente la rigidità ottenuta è efficace, da sola, per carichi leggeri, mentre la per carichi medi o pesanti si deve applicare la regola dei due punti.

Sharp angle round lashing.png
Tripod round lashing.png

Un'altro uso della legatura piana è quello di unire le estremità di due o più pali che si incrociano con angoli compresi tra 0° e 45°. Oltre al vantaggio della semplicità, questo tipo di giunzione offre in questo caso una resistenza allo scorrimento che non è possibile raggiungere con la strozzatura. Nell'utilizzo per la costruzione di treppiedi, non presenta il difetto tipico degli altri tipi di legature, cioè la eccessiva libertà di movimento del vertice del treppiedi, che normalmente è causa dell'allentamento di altre legature presenti nella struttura.

Se si decide di utilizzarla, è necessario seguire le seguenti regole:

Deve essere realizzata prima di tutte le altre legature che riguardano i pali da unire.


Si dispongono prima i pali a fascio e poi si divaricano, formando un'angolo leggermente più stretto di quello che avranno ad opera finita.


Nel caso in cui i pali siano più di due si sovrappongono senza incrociarsi o accavallarsi, diversamente da quanto previsto nelle altre legature per treppiedi, ed in modo che si tocchino tutti l'uno con l'altro nella zona da legare.


Con fune tanto più robusta quanto maggiore è la lunghezza dei pali, questi si uniscono tutti insieme con la legatura piana senza nè stringere le spire nè strozzare. La spira che, nel caso di giunzione dei pali paralleli ha funzione di strozzatura, quì serve solo a tenere in posizione il fissaggio dei capi della fune e non deve essere necessariamente chiusa con il nodo piano, ma si può utilizzare un nodo più solido e più facile da sciogliere, come il nodo di Rosendahl.


Si fissano le estremità opposte ad una ad una, nella loro posizione prevista. L'ultima estremità si apre fino a sentire un leggero scricchiolio prima di fissarla. È fondamentale che l'apertura dell'angolo tra i pali non sia troppo scarsa da consentire che questi scivolino l'uno sull'altro, nè eccessiva da causare lo snervamento della fune.


Si deve sempre presente che la forza che la fune subisce è molto elevata, approssimativamente uguale alla forza con cui divarichiamo i pali moltiplicata per quante volte la lunghezza della legatura sta nella lunghezza del palo.