Lecco 3 AGESCI: differenze tra le versioni

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Il gruppo scout '''Lecco 3''' viene censito per la prima volta il '''1° ottobre 1977''' ed è uno dei tre gruppi [[AGESCI]] di Lecco.
Il gruppo scout '''Lecco 3''' viene censito per la prima volta il '''1° ottobre 1977''' ed è uno dei tre gruppi [[AGESCI]] di Lecco.


Il gruppo conta oltre 180 associati (dati aggiornati al 2019) suddivisi in castorini, lupetti, coccinelle, esploratori e guide, rover e scolte e capi.
Il gruppo conta oltre 180 associati (dati aggiornati al 2019) suddivisi in castorini, lupetti, coccinelle, esploratori, guide, rover e scolte e capi.


== Storia ==
== Storia ==

Versione delle 19:45, 18 mar 2019

Gruppo AGESCI
Lecco 3
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Gruppo Attivo

Localizzazione
Zona Como-Lecco-Sondrio
Provincia LC
Regione Lombardia
Informazioni sul Gruppo
Anno di Fondazione N/A
Fazzolettone Verde con strisce bianche
Dedica Fazzolettone N/A
Capi Gruppo Elena Rosa
Stefano Ghislanzoni
Recapiti
Indirizzo via Risorgimento, 62
23900
Lecco (LC)
Email info@lecco3.it
Telefono N/A
Collegamenti Web
Instagram N/A
Facebook N/A
Youtube N/A
Sito Web [www.lecco3.it Sito Web Ufficiale]
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Il gruppo scout Lecco 3 viene censito per la prima volta il 1° ottobre 1977 ed è uno dei tre gruppi AGESCI di Lecco.

Il gruppo conta oltre 180 associati (dati aggiornati al 2019) suddivisi in castorini, lupetti, coccinelle, esploratori, guide, rover e scolte e capi.

Storia

La fase eroica e della vocazione (anni '40)

Lo scautismo nasce a Lecco sotto il colore rosa. Sono infatti una dozzina di ragazze che scoprono l'esistenza di un metodo educativo concepito per maschi, ma vissuto anche da alcune femmine, che, mediante la vita all'aria aperta in gruppi piccoli e organizzati, si sentono molto responsabilizzate verso la conoscenza della persona e la sua educazione e che, tramite questa esperienza, intuiscono di poter rispondere meglio alla propria vocazione di vita. Se si pensa al contesto politico - il suffragio non era ancora universale - , e sociale -analfabetismo diffuso e forte subalternità della donna all'uomo - si può ben comprendere il valore non solo simbolico dell'adesione di queste adolescenti al richiamo dello Scautismo, del Guidismo per essere precisi. Quelle ragazze fanno la loro promessa il 24 novembre 1945. Tilde Galli, Albertina Negri, Anna Belgeri, Maria Badoni, Paola Breglia, Luigia Fossati, Annamaria Locatelli, Luisa Locatelli, Annamaria Lanfranconi e Annamaria Stefanoni capiscono che lo Scautismo sarebbe potuto essere un'esperienza straordinaria e vocazionale, ossia di ascolto e risposta personale a qualcosa, a Qualcuno: l'attuazione della pienezza della vita personale. Partono in quarta, sono motivate, hanno un grande prete al loro fianco - don Teresio Ferraroni - che diventa la loro guida spirituale, e perseguono con grande impegno e dedizione il miglioramento di se stesse, in una dimensione spirituale e comunitaria. Hanno la percezione che il loro Scautismo non sia epico ma etico, avventuroso nell'espressione della loro autonomia e libertà; possiedono inoltre un grandissimo senso del servizio e dell'assoluto: nella professione, nella vocazione laica e religiosa, nella famiglia.

Lo Scautismo maschile nasce l'anno dopo, il 22 dicembre 1946: Gianfranco Gheza, Maurizio Rossi, Franco Stefanoni, Carlino Aldé, Giorgio Breglia, Giambattista Locatelli, Tito Monti, Pino Lanfranconi, Lucio Stefanoni, Renato Scarselli, Beppe Nava, Alberto Silva, Franco Ravasi. Molte somiglianze, ma anche alcune diversità. Come per le ragazze, è la scelta fatta da parte di alcuni ragazzi di estrazione borghese, come del resto in tutta l'Italia in quel periodo di ricostruzione del movimento, che hanno già come maschi una parabola ben definita: studiare, lavorare, farsi una posizione, sposarsi... Parabola naturale che comporta fin dall'inizio un impegno nello Scautismo inevitabilmente "a termine", conseguente all'inserimento immediato e impegnativo nel mondo del lavoro alla fine della scuola. È il contesto del primo dopoguerra: ricostruire, sviluppare, cercare la propria strada per migliorare il benessere individuale e sociale; non c'è alternativa, questo compito sembra culturalmente e socialmente attribuito ai maschi, un compito che li assorbe in misura quasi completa. Non sorprende perciò la tenuta nel tempo delle ragazze: il loro specialissimo diventare donne stando insieme stabilisce legami molto forti, crea amicizia e condivisione, mantiene intatta la voglia di incontrarsi e di fare ancora cose ed esperienze assieme; è storia di questi giorni e non finisce di sorprendere. I maschi, invece, vivono con passione e impegno la loro esperienza, ma, almeno per quanto riguarda i legami scout, più che altro è un passaggio importante e senz'altro significativo verso l'età adulta e niente di più; si perdono un po' di vista e aver fatto lo scout, salvo rare eccezioni, non è un motivo per ritrovarsi o per cercare legami con le nuove generazioni. Così, a metà degli anni '50, il movimento maschile va in crisi e si riesce a salvare per due ragioni fondamentali: l'impegno delle Cheftaines (scolte in servizio nella branca lupetti e coccinelle) nel branco maschile e, soprattutto, la persona di Luigi Buizza.

La fase delle relazioni e dello sviluppo (anni '50-'70)

A metà degli anni '50, l'AGI di Lecco - componente femminile dello scautismo italiano - ha già vissuto in modo naturale e positivo il primo passaggio generazionale. Le guide e le scolte che hanno avuto come capo le "ragazze del '46" hanno raccolto il testimone e stanno facendo crescere le unità in modo sereno e continuo, mentre l'ASCI - componente maschile dello scautismo italiano - entra in crisi per il rapido e inesorabile processo di "uscita" dal movimento da parte di chi lo aveva fondato, nonostante un faticoso, e purtroppo inutile, tentativo di fermare l'emorragia e di evitare la chiusura delle unità. Il "combinato educativo" tra le Cheftaines, che nel frattempo continuano ad offrire ai bambini lecchesi un'esperienza di lupettismo di assoluto valore, e la scelta di Luigi Buizza di rispondere "alla vocazione dello Scautismo" apre una nuova e importante fase di consolidamento e di crescita del movimento. Luigi, incarnando nel profondo lo spirito e le convinzioni delle guide delle prime promesse, interpreta la sua esperienza di scout come la "sua" esperienza di vita, la sua vocazione assoluta, globale, totalizzante... Da solo, ma con l'assistenza e la fiducia preziosa garantita da preti di grande spessore umano ed educativo, nel reparto fa crescere gli adolescenti che salgono dal branco dei lupetti nel quale le Cheftaines hanno fatto conoscere loro lo spirito di Mowgli in maniera speciale e talmente coinvolgente da interrompere il flusso delle uscite e aumentare invece le salite al reparto di almeno un paio di generazioni: così il cerchio si chiude e questa seconda fase inizia la sua storia.

A metà degli anni '50, lo Scautismo maschile va un po' in crisi per mancanza dei Capi; si rivolge così, come la parte femminile ai suoi inizi, a Milano, ai gruppi più solidi, per un aiuto, che arriva dal Milano 1° di Baden, nella persona di Vittorio Fasciotti. Con don Giulio Maino egli mantiene vivo un piccolo gruppo di esploratori che nell'estate del 1956, guidati da Luigi Buizza e don Alfonso Ferraresi, nel frattempo stabilmente insediato al Santuario della Vittoria, sede del Reparto, partono per un campo mobile di Reparto sui generis, con auto e lambrette, che li porterà in giro per il nord d'Italia. Ne fanno parte Alberto Erba, Ninotta Locatelli, Nanni Bertarelli, Gianfranco Sacchi, Fausto Frizzi, Tano Grossi e Flavio Annoni. Il gruppo c'è e con le salite dal Branco il Reparto cresce: nel 1957 a Schilpario si ritorna alla vita di campo vera dopo qualche anno di interruzione. Nel 1958, in Val Codera - e non a caso in questa valle-lo Scautismo maschile ritrova entusiasmo e passione.

Inizia così un cammino educativo che arriva ai giorni nostri. I ragazzi nati tra l'inizio degli anni '40 e la metà degli anni '50 fanno in tempo ad avere Luigi come capo reparto e poi come capo clan, ma soprattutto come amico e fratello maggiore. Luigi muore nel 1971, quando quasi tutti i componenti la generazione che l'hanno avuto come capo hanno fatto e stanno facendo, a loro volta, il capo. La sua grandezza sta nel far innamorare i suoi ragazzi dello Scautismo, nel far cogliere l'intuizione educativa che lo sosteneva, nel sollecitare le migliori energie e la proiezione nel futuro; resta il grande dispiacere di averlo perso e di non avergli potuto far conoscere la parabola della vita di ciascuno di loro. È per questo messaggio di fiducia e di impegno che numerosi ragazzi, assai diversi tra loro ma accomunati dallo stesso spirito nel compiere la stessa esperienza, stabiliscono relazioni forti, fondate sul riconoscimento dei talenti di ciascuno e sul rispetto della diversità. Restituiscono la fiducia ricevuta da Luigi al momento della chiamata al servizio di capo. Questo contesto favorisce, grazie alla leadership illuminata di Luigi, il confronto e lo scambio, il gusto delle riunioni e delle uscite preparate e ben realizzate, l'impegno associativo nella zona, nella regione e a livello nazionale. Molti sono i giovani vivaci e talvolta in rivalità tra loro, ma consapevoli dell'importanza dell'esperienza che stanno vivendo a livello personale, convinti soprattutto del privilegio di viverla in un gruppo attivo e impegnato. In questa fase si aprono anche nuove unità di lupetti e di esploratori, che danno vita al gruppo del Lecco 2 e successivamente dopo la fusione AGI-ASCI, ai gruppi del Lecco 3 e del Cernusco Lombardone. Lo Scautismo cresce e lo fa in modo equilibrato: anche la generazione parallela di femmine si consolida con una ripartizione dei meriti e delle responsabilità più diffusa di quella maschile, riflessa nella figura carismatica di Luigi.

Così le due associazioni, con grande indipendenza e autonomia, viaggiano in parallelo verso la grande svolta dello Scautismo italiano, la fusione nell'AGESCI delle due associazioni di genere, avvenuta nel maggio 1974. Si chiude anche questo periodo, caratterizzato in modo evidente dalla "congiuntura" sociale e professionale assai favorevole, che determina un livello di indipendenza economica e di autonomia sociale molto anticipato rispetto ai tempi attuali (2018). In altre parole, lo studio universitario permette di garantire 5-6 anni di servizio come capo per entrambi i generi, l'inizio del lavoro subito dopo la laurea e solitamente a Lecco ne permette il prolungamento e, soprattutto agli inizi degli anni '80, per la prima volta numerosi ex-scout ed ex-guide, ormai adulti, tornano a fare di nuovo il capo e la capo.

La fase dell'intensità e dell'appartenenza (anni '80-2000)

La fase successiva non si apre con una discontinuità netta, ma esprime i cambiamenti profondi avvenuti nel Paese e nel territorio dalla metà degli anni '80 ad oggi. La società italiana entra nella lunga transizione non ancora esaurita in cui, tra l'altro, il lavoro comincia a manifestare cicli periodici di crisi e di calo, la scolarizzazione di massa riempie le università, ma inevitabilmente allunga la vita giovanile e ritarda sensibilmente l'entrata nel mondo del lavoro e il mondo scopre nuove realtà politiche e sociali che, nel volgere di un decennio, capovolgono gli equilibri che duravano da un trentennio. In altri termini, tutto si complica e l'incertezza comincia ad essere il tratto distintivo della gioventù, dappertutto e quindi anche a Lecco.

Lo Scautismo italiano nel frattempo è cresciuto in misura incredibile, superando i 200 mila iscritti a metà degli anni '90 eppure sta cambiando, rapidamente e in misura sensibile. Il segnale più forte del cambiamento è rappresentato dall'abbassamento dell'età della Partenza, ormai fissata a 20-21 anni, ossia a 2-3 anni dalla salita in clan, e dalla conseguente abnorme crescita dei capi a disposizione nelle Comunità Capi (Co.Ca.). Tuttavia l'aspetto decisivo è la brevità dell'impegno del capo unità; a faticala media è di un anno e mezzo: un turnover assai alto che caratterizza l'AGESCI negli anni successivi e che non ha più invertito la tendenza, almeno analizzando i grandi numeri, che anzi segnalano quella decrescita continua che non si è ancora arrestata e che ha una causa ben precisa: la mancanza di capi. D'altra parte il mondo è cambiato: chi studia vuole vivere esperienze importanti per la sua crescita e utili per il proprio futuro professionale, ecco quindi le discontinuità dovute agli studi in università lontane, agli Erasmus in giro per il mondo, agli stage e alle prime esperienze di lavoro dove c'è e dove si trova, quasi mai vicino a casa.

In altre parole, registriamo l'inizio e il successivo consolidamento della "precarietà" come carattere distintivo delle società negli ultimi anni, precarietà che genera incertezza verso il futuro, ricerca di sicurezze deboli ma continuative nel lavoro e nella società e legami forti con la famiglia di origine per affrontare con meno ansia le difficoltà innegabili della vita. Lo Scautismo lecchese è attraversato da un'esperienza definibile "dell'intensità e dell'appartenenza". Alcune caratteristiche: il numero elevato dei ragazzi nelle unità e nei gruppi, la capacità di affrontare le difficoltà oggettive e antagoniste di fare scouting, la complessità della gestione delle unità con ragazzi e ragazze sempre più distratti da mille cose da fare,

Unità

Del nostro gruppo fanno parte:

  • Il branco “Ripide Rocce”: guidato da Akela, accoglie bambini dagli 8 agli 11 anni;
  • Il cerchio “Santa Chiara”: guidato da Arcanda, accoglie bambine dagli 8 agli 11 anni;
  • Il reparto maschile "Grigne": guidato dal capo reparto, accoglie ragazzi dai 12 ai 15 anni suddivisi in squadriglie;
  • Il reparto femminile "Alta Fiamma": guidato dalla capo reparto, accoglie ragazze dai 12 ai 15 anni suddivise in squadriglie;
  • La Comunità R/S, composta da:
    • Noviziato: guidato dai Maestri dei Novizi, accoglie ragazzi e ragazze di 16 anni;
    • Clan “La Scure”: guidato dal capo Clan e dalla capo Fuoco, accoglie giovani dai 17 ai 20 anni;
  • La Comunità Capi, meglio nota come Co.Ca., che accoglie tutti i capi che prestano servizio in associazione e hanno età variabile dai 21 anni a salire.
  • Dal 2018-2019, su progetto pilota voluto e motorizzato da Roberto Colombo, apre la nuova branca dei Castorini (che accoglie bambini dai 5 ai 7 anni) per la prima volta a Lecco, facente parte a livello associativo all'AIC (Associazione Italiana Castorini).

Sede

Dal 2005 per le nostre attività possiamo contare su una splendida sede costruita appositamente per i gruppi scout Agesci del lecchese e realizzata grazie al fondamentale aiuto della Cooperativa Progetto Scout. La sede è utilizzata in condivisione con gli altri gruppi di Lecco.

Il Lecco 3 ha in gestione un locale spazioso che funge da tana/sede per il branco e per il cerchio, un altro locale spazioso che è utilizzato come sede dei reparti e un altro locale come appoggio logistico per gli R/S. Tutte le sedi sono riscaldate. Inoltre, nella struttura è presente anche una cucina attrezzata, bagni con doccia, un ampio porticato e giardino per le attività all’aperto e un magazzino che custodisce i materiali di tutti i gruppi.

Contatti

Chi fosse interessato a usufruire dei locali in nostra gestione può contattarci per e-mail, controllando prima il calendario delle prenotazioni.

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