Giovani Esploratori - Trento 1916

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Fino a qualche anno fa si datava l'inizio delle attività scout in Trentino – Alto Adige nel novembre del 1918, con l'arrivo a Trento di Luigino Battisti, fautore e promotore della prima Sezione del CNGEI in Regione.

Tuttavia questo scritto del 1916, nel mezzo della Grande Guerra, riporta indietro di due anni almeno l'arrivo del Movimento all'ombra del tridente.

All'epoca Trento si trovava a ridosso della prima linea, i cittadini di Rovereto e del basso Trentino erano stati «sfollati» nelle regioni più remote dell'Impero Austro-Ungarico, profughi, diremmo oggi. Fermenti irredentisti percorrevano gli animi.

In un contesto di questo genere è perciò ovvio aspettarsi quell'enfasi nazionalista, che pervadeva del resto tutto il movimento scout, in particolar modo nelle nazioni belligeranti e che non risparmia il documento. Tuttavia questo non riesce a cancellare nel testo lo spirito di fratellanza che caratterizza il vero scoutismo e nemmeno, sorprendentemente, una visione alquanto laica e pluralista del movimento.

Questa “presentazione” dello scoutismo e il concomitante avvio delle attività scout in Trentino, fu voluto e promosso dal dottor Rudolf Muck, commissario di polizia di Trento, personalità fortemente invisa agli irrendentisti. Egli seguì personalmente l'associazione e si ha almeno una testimonianza del fatto che partecipasse alle uscite dei Giovani Esploratori. Scrive infatti Fulvia de Finetti in “Bruno de Finetti e il suo impegno per la didattica”[1]

«Ben presto deve interrompere gli studi regolari, in seguito all’ordine di evacuazione della “Imperiale Regia Fortezza di Trento”, si ritira a Coredo con la famiglia e prosegue da solo gli studi. Lì segue le vicende di quegli anni e dà prova del suo attaccamento alla patria, quando incontratosi in un bosco con il capo della polizia, Muck, nei pressi di un campeggio di giovani esploratori reclutati a Trento tra austriacanti o sbandati, alla provocatoria domanda del Muck, che ben conosceva i sentimenti italiani dei suoi zii, se al ritorno a Trento sarebbe entrato nei giovani esploratori, rispose con “Spero di sì”, volendo chiaramente far intendere che lo avrebbe fatto solo se si fosse trattato di un corpo italiano.»

Rudolf Muck fu anche l'ultimo alto ufficiale austriaco ad andarsene prima dell'arrivo degli italiani. Scrive Aldo Gorfer ne “La fine di un Impero”[2] descrivendo quei concitati giorni:

«Quella lontana notte di sabato 2 novembre 1918 pochi dormirono. Iniziava nel Trentino il "rebaltòn". [...]

Nel frattempo lasciava Trento il comandante della Polizia, il dott. Muck. Fatto un falò dei documenti, partiva per Innsbruck con il treno delle 12.30. »


Pochi giorni dopo alcuni di quegli stessi ragazzi, “austriacanti” e sbandati, probabilmente entravano nei Giovani Esploratori Italiani, promossi in città da Luigino Battisti, figlio dell'eroe Cesare Battisti, giunto al seguito delle truppe italiane vittoriose.


  1. Cfr. “Bruno de Finetti e il suo impegno per la didattica” - Fulvia de Finetti - Convegno Nazionale della Mathesis - Giornata in onore di Bruno de Finetti - Trento, 3 novembre 2006 : Bruno de Finetti e il suo impegno per la didattica
  2. Cfr: “La fine di un Impero” - Aldo Gorfer – [1]