Funi tese

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Nell' ambito delle attività di pionieristica o campismo è normale che sorga l' esigenza di tendere delle funi per gli usi più svariati. Ci sono diversi sistemi per ottenere lo scopo, più o meno semplici e veloci a seconda delle esigenze. La scelta del sistema migliore dipende dal carico a cui è sottoposta la fune.


Clove hitch.png

Per carichi leggeri, ovvero quando la propria forza fisica è comparabile alla trazione da ottenere, il sistema più semplice e rapido è quello di fissare un capo della fune con il nodo parlato, che ci permette di tirare ed annodare contemporaneamente, a patto che la trazione della fune sia parallela all' asse di avvolgimento del nodo e che la superficie dell' ancoraggio non sia troppo liscia.


Farrimond hitch step 3.png

Sempre per carichi leggeri, ma con la trazione della fune perpendicolare all' asse dell' ancoraggio, una buona soluzione è quella di utilizzare la gassa di Farrimond.


One loop tackle step 1.png

Per tensioni più elevate, che vanno oltre la propria forza fisica, si può ricorrere al sistema del paranco senza carrucole. Quello più semplice consiste nel realizzare un nodo del guardafili ad una adeguata distanza da un punto di ancoraggio perpendicolare al verso di trazione e sufficientemente scorrevole, passare l' ultimo tratto di fune intorno a questo e successivamente attraverso la gassa del nodo del guardafili.


One loop tackle.png

Tirando al massimo si ferma la fune con un mezzo collo su un lato e con un nodo parlato sul lato opposto.

Con questo sistema si ottiene una trazione di circa 1,4 Kg per ogni Kg di forza fisica impiegata.


Two loop tackle step 1.png

Quando non si dispone di un punto di ancoraggio con asse perpendicolare al verso della trazione si può ricorrere ad un paranco di poco più complesso. Dopo aver realizzato una gassa fissa (gassa di Rosendahl o gassa d'amante) sulla estremtà della fune da mettere in trazione, si lega uno spezzone di fune relativamente corto, provvisto anch' esso di gassa fissa ad una estremità, tramite una bocca di lupo, al punto di ancoraggio. Si passa poi la gassa sulla estremità dello spezzone dentro la gassa della fune principale, il capo libero dello spezzone nella gassa dello stesso e si tira.


Two loop tackle.png

Si fissa il tutto sempre con mezzo collo su un lato ed un nodo parlato sull' altro.


Con questo sistema si ottiene una trazione di circa 1,9 Kg per ogni Kg di forza fisica. Il tentativo di utilizzare, come qualche manuale suggerisce, un tratto della fune principale per svolgere la funzione dello spezzone, a causa dei troppi attriti in gioco, porta normalmente ad impiegare più forza fisica rispetto alla trazione ottenuta.


E' ancora ragionevole l'uso di uno spezzone aggiuntivo per ottenere eventualmente 2,5 Kg di trazione per ogni Kg di forza fisica.

Three loop tackle step 1.png
Three loop tackle step 2.png
Three loop tackle.png


Per ottenere trazioni molto maggiori, come quelle necessarie per realizzare un ponte tibetano vero, il sistema più utilizzato è quello del tornichetto spagnolo.


Spanish torniquet step 1.png

Questo si realizza utilizzando due robusti paletti incrociati tenuti insieme dalla fune da tendere. Dopo aver fatto ancorato in modo sicuro anche il capo libero della fune, operando con cautela con l'utilizzo di almeno due persone si ruota l' argano fino ad ottenere la tensione voluta.


Spanish torniquet step 2.png

Si ruota poi l' argano di 90 gradi sul piano orizzontale.


Spanish torniquet step 3.png

Si fissa infine la fune in modo sicuro alle estremità del paletto in asse con la fune.


Bibliografia

  • Andrea Mercanti, Il manuale del trapper, Longanesi