Unione Nazionale Giovani Esploratrici Italiane

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Associazione scout
UNGEI
Unione Nazionale Giovani Esploratrici Italiane.png

Associazione non più esistente

Caratteristiche
Ambito Italia
Affiliazioni FIGE
Numero censiti ?
Religione laica
Fondazione
Fondatori Carlo Colombo, Anna Maria Borghese de Ferrari
Data fondazione 29 giugno 1915
Data scioglimento 26 maggio 1976








L'Unione Nazionale Giovani Esploratrici Italiane (UNGEI) è stata la prima associazione di scautismo femminile (ovvero di guidismo) sorta in Italia, nonché l'unica esistente fino al secondo dopoguerra. Ha cessato di esistere come entità autonoma nel 1976, quando si è fusa con l'associazione scout maschile parallela, il CNGEI.

Storia

Per approfondire, vedi la voce Storia del CNGEI.

Nel 1912 il prof. Carlo Colombo portò a termine a Roma, con gran successo, il suo primo esperimento di scautismo, in seguito al quale, il 30 giugno 1913, fondò ufficialmente il Corpo Nazionale dei Giovani Esploratori Italiani (Boy Scout d'Italia), evolutosi poi nel corso degli anni fino a diventare l'odierno CNGEI. In quello stesso anno Colombo cominciò ad organizzare anche la sezione femminile, costituitasi di fatto nel novembre del 1914 con il nome di Unione Nazionale delle Giovinette Esploratrici Italiane (Girl Scout d'Italia). Il ruolo di Presidente della sezione di Roma fu preso dalla baronessa Ferrero, mentre Mary Rossi (già collaboratrice di Baden-Powell) divenne Capo Reparto e Commissaria. Il 29 giugno 1915 si svolse l'assemblea costituente della sezione di Roma, evento che segnò la data ufficiale della nascita dell'UNGEI, la cui presidenza nazionale fu assunta dalla principessa Anna Maria Borghese de Ferrari. Nella nuova associazione confluirono anche le ragazze che facevano parte del settore femminile dell'ARPI.

Il movimento di Colombo prevedeva una struttura unita ai vertici e nei programmi, ma separata nella guida e nella pratica delle attività. Così, mentre in Inghilterra lo scautismo femminile nacque spontaneamente e poi dovette essere "organizzato", in Italia si programmò fin dall'inizio una "unione parallela" di esploratori ed esploratrici. La proposta educativa era uguale e soprattutto unico era lo scopo di "formare cittadini e cittadine al servizio della nazione", con l'intento di togliere la donna dalle sole quattro mura domestiche, fornendole aperture egualitarie nei programmi offerti alle giovani.

Durante la Prima Guerra Mondiale le dirigenti furono impegnate in supporto a servizi infermieristici in soccorso dei militari feriti e della popolazione colpita, riscuotendo le simpatie della famiglia Reale e riconoscimenti al valore. La stessa principessa Borghese ebbe la medaglia d'argento al valore, in quanto, nonostante fosse lei stessa ferita, non volle abbandonare i soldati feriti nello sgombero di un ospedale sotto bombardamento. Nel luglio del 1920 nel St. Hugh's College di Oxford, in Inghilterra, si tenne la prima conferenza mondiale del guidismo alla quale partecipò una delegazione italiana dell'UNGEI.

Nel 1924, in seguito alla Conferenza Scout Internazionale di Parigi del 1922, dove si stabilì che lo scautismo femminile si doveva organizzare con modalità e norme proprie, l'UNGEI modificò il proprio nome in Unione Nazionale Giovinette Volontarie Italiane, dandosi una fisionomia autonoma, con statuto e regolamento nuovi. La direzione generale passò da Roma a Rovereto (dove c'era una delle sezioni che funzionavano meglio) sotto la guida di Antonietta Giacomelli come commissaria generale. La nuova UNGVI aveva un orientamento fortemente patriottico, democratico e più orientato alla formazione religiosa, quindi meno laico di quanto non lo fosse prima. Le bandiere e le insegne, infatti, venivano benedette ed era consuetudine per le iscritte ascoltare la Messa alla domenica prima della riunione.

« L'istituzione non è confessionale né di colore. Ma l'impronta altamente cristiana e democratica del decalogo non può non avviare i suoi iscritti - qualora i preposti ne seguano fedelmente lo spirito - ad una concezione e ad una pratica della vita profondamente religiose, come alla formazione di sani e saldi convincimenti democratici e di un sentimento di solidarietà umana che superi ogni barriera e sappia fondere l'amore e la devozione alla propria fede e alla propria bandiera con l'amore dell'umanità. »
(Antonietta Giacomelli, Dopo un anno)

La gestione della Giacomelli apportò molte innovazioni moderne per l'epoca, a cominciare dal fatto che, diversamente dall'impostazione UNGEI originaria, che si muoveva in ambienti elitari ed aristocratici, ella preferì le fasce popolari e piccolo-borghesi. Introdusse inoltre le riunioni periodiche con i genitori delle iscritte, allo scopo di mantenere buoni rapporti con le famiglie. Le attività con le unità maschili del CNGEI, dell'ARPI o dell'ASCI erano viste come occasioni di crescita e addirittura era prevista l'educazione sessuale per le ragazze, sia pure intesa come informazione di base. Non è invece ben chiara la metodologia usata. Sicuramente si facevano: pronto soccorso, esercizi ginnici, escursioni in montagna anche impegnative, attività "da donna" come taglio e cucito, letture edificanti e cura dei cimiteri e dei sacrari militari. Al contrario, nulla si sa relativamente ai giochi e alle tecniche prettamente scout, come i nodi, la natura, la segnalazione o la cucina. Nello stesso 1924 iniziò la pubblicazione della prima rivista scout femminile italiana, "Sii Preparata", con redazione a Rovereto, che uscì bimestralmente per due anni. Nel 1925 a Folgaria e nel 1926 sul Monte Grappa vennero anche organizzati due campi nazionali.

In quegli anni, comunque, l'Unione era ben poco nazionale, nel senso che, oltre che a Rovereto e nelle vicine Verona, Trento e Riva del Garda, che erano sotto la diretta influenza della Giacomelli, esistevano sezioni solo a Trieste, Firenze, Livorno, Sassari, Cagliari, Pistoia e Pisticci (Potenza). Nelle colonie all'estero vivacchiò e poi chiuse la sezione del Cairo, mentre fu attiva fino allo scioglimento quella di Alessandria d'Egitto. La sezione romana si chiuse definitivamente nel 1923, senza mai passare all'UNGVI. Oltre che da Roma, l'Unione rimase assente dalle grandi città come Milano, Torino e Genova. Il numero totale delle iscritte dell'UNGVI nel 1926 è valutabile fra 300 e 400, ma forse è più vicino alla prima cifra che alla seconda[1].

Tra il 1927 e il 1928 il regime fascista sciolse le Associazioni scout italiane. Il 10 febbraio 1927 per ordine del segretario generale del Partito Nazionale Fascista, Augusto Turati, l'Unione Nazionale Giovinette Volontarie Italiane fu sciolta. Malgrado ciò, in varie località d'Italia, in vario modo ed in varia misura, diversi gruppi decisero di continuare a praticare un'attività clandestina o mascherata, che spesso arrivò a sfiorare l'aperta ribellione, dando vita alla cosiddetta "Giungla silente" (il nome dato dal CNGEI, ma anche a tutte le altre "resistenze" scout nel periodo della clandestinità). L'UNGVI continuò quindi a vivere per qualche anno sotto altra forma e diversa denominazione, per realizzare pellegrinaggi nei campi della Grande Guerra. Nel 1927 per questo scopo fu fondata un'opera chiamata "Libere Escursioni ai Campi di Guerra" che fino al 1930 tenne ancora unite le giovinette volontarie.

Solo alla caduta del regime fascista nel 1943, grazie all'incoraggiamento del governo provvisorio alleato, le associazioni scout poterono iniziare a riorganizzarsi e riprendere le loro attività. L'UNGEI riaprì ufficialmente in tutta Italia nel 1945, riacquisendo la denominazione originale, ma con la parola "Giovani" al posto di "Giovinette". Il 27 luglio di quell'anno, insieme all'Associazione Guide Italiane (AGI), diede vita alla Federazione Italiana Guide Esploratrici (FIGE), che fu ufficialmente riconosciuta dall'Associazione Mondiale Guide ed Esploratrici.

Altri campi nazionali furono organizzati nel 1954 a Castiglione d'Intelvi, nel 1961 a Cervarezza e nel 1968 a Pianello di Cagli. Infine, il 26 maggio del 1976, dopo alcune sperimentazioni sulla coeducazione, comprese le pattuglie miste, fu approvato con Decreto del Presidente della Repubblica lo statuto con cui si stabiliva l'unificazione totale con il CNGEI. Avvenne così la nascita del Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani di oggi.

Organizzazione

Il metodo originale del Colombo comprendeva la suddivisione in due fasce d'età: le novizie dai 9 ai 12 anni e le esploratrici dai 12 ai 18. L'uniforme era composta dalla camicetta verde con due taschini, il fazzolettone, la gonna grigio-verde ed il cappellone.

Con lo statuto del 1924, quello con cui il nome fu cambiato in UNGVI, le branche diventarono tre: le primule, le volontarie e le fide. In particolare, le ragazze del reparto erano così chiamate per ricordare lo spirito di "quel servizio di Dio, della patria, della famiglia, dei fratelli, e di quella preparazione alla vita che sono i nostri scopi"[1] ed il loro motto era "Servire", che si affiancò a quello originale "Sii preparata". Esistevano poi le scolte, che erano le guide isolate, non inserite in una sezione, simili alle lone guides inglesi.

Con la ricostituzione dopo la Seconda Guerra Mondiale le volontarie ripresero il nome originale di esploratrici e le fide divennero scolte, solo le primule rimasero tali. Fu inoltre creata la classe delle seniores (o fiamme), analoga a quella dei seniori dell'associazione parallela CNGEI.

Note

  1. a b Mario Sica, Esperienze & Progetti n. 162

Bibliografia

  • 1944-1984. 40° Anniversario della Ricostituzione C.N.G.E.I. Sezione di Firenze, a cura di Franco Bemporad e Arnaldo Fracassini, Firenze, Tipografia IRSA, 1984.
  • Andrea Padoin, Breve storia dello Scautismo, Roma, Edizione scout nuova fiordaliso, 2003.
  • Antonietta Giacomelli, Manuale per le organizzatrici, dirigenti e istruttrici dell'UNGVI (già Esploratrici), Rovereto, Tip. Grandi ed Editore Vallardi, Milano, 1924.
  • Antonio Stefani, Fuori dalla Giungla Silente. Soppressione e rinascita dello scautismo a Vicenza (1926-1945), Vicenza, Galla Libreria Editrice, 1995.
  • Antonio Viezzoli, Dieci lustri di vita G.E.I., ristampato e aggiornato al 1976 a cura del Centro Studi Scout «Eletta e Franco Olivo» del CNGEI, suppl. a «Scautismo», 18 (1977), 4-6.
  • Beatrice Pisa, Crescere per la patria. I giovani esploratori e le giovani esploratrici di Carlo Colombo (1912-1927), Milano, Edizioni Unicopli, 2000.
  • Chiacchierate di bivacco sul C.N.G.E.I. del Senior Scout dr. Alberto Medoro Savini, Quaderni di Studi e Documenti del Centro Studi Scout «Eletta e Franco Olivo» del CNGEI, (1997), 3.
  • Cronaca rievocativa a ricordo ed onore del prof. Carlo Colombo fondatore del C.N.G.E.I. nel cinquantenario della sua morte 1918-1968, a cura di Antonio Viezzoli, suppl. a «Il Sentiero», 10 (1968), 3.
  • Domenico Sorrentino, Storia dello scautismo nel mondo. Fatti, protagonisti, avventure. 1907 - 1957, Roma, Nuova Fiordaliso, 1997.
  • Enrica Corradini Adami, La storia del CNGEI, «Scautismo», 28 (1987), 3, p. 6.
  • Fabrizio Marinelli, I Giovani Esploratori Italiani. Breve storia del C.N.G.E.I. 1912-1976, Roma, Edizioni Scautismo, 1983.
  • Ferdinando Romagnoli, Scoutismo, Milano, Ulrico Hoepli Editore-Libraio della Real Casa, 1916, ristampato dal Centro Studi Scout «Eletta e Franco Olivo» del CNGEI, Trieste, 2006.
  • Giuseppe dell'Oglio, Alere Flammam. Breve storia dello scautismo in Italia, Milano, Lampi di stampa, 2010.
  • Giuseppe dell'Oglio, Breve storia dello scautismo in Italia, in Essere scout... diventare cittadino, a cura di Teddy D'Arienzo e Giuseppe dell'Oglio, Roma, CNGEI-Chil, 2009, pp. 17-34.
  • Mario Sica, Gli scout. Storia di una grande avventura iniziata con 22 ragazzi su un'isola, Bologna, Società editrice il Mulino, 2002.
  • Mario Sica, Storia dello scautismo in Italia, Roma, Edizioni scout fiordaliso, 2006, 4ª edizione. ISBN 978-88-8054-774-7.
  • Mattia Pessina, Obbedire? Lo scautismo italiano di fronte al fascismo, Trieste, Centro Studi Scout «Eletta e Franco Olivo» del CNGEI, 2010.
  • Mauro Furia, La vita e le opere del prof. Carlo Colombo fondatore del C.N.G.E.I., «Adulti nello Scautismo», 38 (1998), 6.
  • Mauro Furia, Storia del Giglio Scout, Parma, Centro Studi Scout sulle problematiche giovanili «Carlo Colombo», 1990.
  • Organi Centrali del C.N.G.E.I. una ricerca a cura di Rossano Fano, Quaderni di Studi e Documenti del Centro Studi Scout «Eletta e Franco Olivo» del CNGEI, (1999), 4.
  • Piet J. Kroonenberg, Gli intrepidi. Scautismo clandestino e rinascita del movimento nei paesi dell’Europa centro-orientale, Roma, Edizioni scout nuova fiordaliso, 2001.
  • Salvatore Zappardino, Storia del CNGEI e dell'ASSORAIDER in Sicilia, in Atti dell'Incontro Capi Regionale. Raccogliamo una traccia per non perdere la memoria. 1974-2004, a cura di Antonio Scalini, Gravina di Catania, AGESCI Sicilia-Centro Studi e Documentazione, 2005, pp. 47-64.
  • Vittorio Pranzini, 1907 2007. Cent’anni di Scautismo tra storia metodo e attualità, Roma, Edizioni scout fiordaliso, 2007.

Voci correlate