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Scautismo a Modena: differenze tra le versioni

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La storia più recente dello scautismo modenese è forse meno emozionante ma non per questo meno degna di nota. Innanzitutto per il rapido sviluppo che il movimento ha avuto negli ultimi decenni sia in città che in provincia. Una cinquantina di gruppi sparsi sul territorio, tra AGESCI e [[CNGEI]], per un totale di oltre 5000 iscritti, fanno dello scautismo una delle realtà associative e di aggregazione giovanile più importanti del territorio.  
La storia più recente dello scautismo modenese è forse meno emozionante ma non per questo meno degna di nota. Innanzitutto per il rapido sviluppo che il movimento ha avuto negli ultimi decenni sia in città che in provincia. Una cinquantina di gruppi sparsi sul territorio, tra AGESCI e [[CNGEI]], per un totale di oltre 5000 iscritti, fanno dello scautismo una delle realtà associative e di aggregazione giovanile più importanti del territorio.  


Nel [[1982]] il Sessantesimo dello scautismo modenese vide la ritrovata collaborazione tra AGESCI e MASCI con la festa e la festa e messa a San Cataldo celebrata dal Vescovo Foresti.   
Nel [[1982]] il '''Sessantesimo''' dello scautismo modenese vide la ritrovata collaborazione tra AGESCI e MASCI con la festa e la festa e messa a San Cataldo celebrata dal Vescovo Foresti.   


Nel [[1985]] fu decisa la divisione della [[Modena (Zona AGESCI)|Zona di Modena]]. All’epoca in provincia erano presenti 22 gruppi scout, di cui 10 nel territorio della Diocesi di Carpi. Ciò imponeva un doppio regime di marcia per quanto riguardava i programmi pastorali. In più si ritenne che una [[Zona AGESCI|zona]] di 22 gruppi, con molte realtà in fieri fosse troppo grande e farraginosa da gestire. Nacque così la [[Carpi (Zona AGESCI)|Zona di Carpi]], e la storia dette ragione a chi caldeggiò questa soluzione, in quanto con questo nuovo assetto fu veramente possibile per le due Zone portare avanti un discorso organico a livello diocesano e soprattutto aumentare di molto il numero dei gruppi esistenti: più 50% in 17 anni, e per gli anni a venire si vedrà. In quel periodo è nato anche il primo nucleo di scautismo laico CNGEI a San Donnino (collegato a gruppi di altre province) e in parrocchia a Nonantola l'esperienza dei Ranger (presente dal 1990 anche all'oratorio della Città dei Ragazzi).
Nel [[1985]] fu decisa la divisione della [[Modena (Zona AGESCI)|Zona di Modena]]. All’epoca in provincia erano presenti 22 gruppi scout, di cui 10 nel territorio della Diocesi di Carpi. Ciò imponeva un doppio regime di marcia per quanto riguardava i programmi pastorali. In più si ritenne che una [[Zona AGESCI|zona]] di 22 gruppi, con molte realtà in fieri fosse troppo grande e farraginosa da gestire. Nacque così la [[Carpi (Zona AGESCI)|Zona di Carpi]], e la storia dette ragione a chi caldeggiò questa soluzione, in quanto con questo nuovo assetto fu veramente possibile per le due Zone portare avanti un discorso organico a livello diocesano e soprattutto aumentare di molto il numero dei gruppi esistenti: più 50% in 17 anni, e per gli anni a venire si vedrà. In quel periodo è nato anche il primo nucleo di scautismo laico CNGEI a San Donnino (collegato a gruppi di altre province) e in parrocchia a Nonantola l'esperienza dei Ranger (presente dal 1990 anche all'oratorio della Città dei Ragazzi).  
 
Lo sviluppo numerico richiede anche migliori strutture di servizio e la Zona si dota di una sede (prima in Rua Muro, poi in Via Falloppia) dove nel 1988 apre anche il punto vendita della cooperativa il Gallo per la vendita delle uniformi e attrezzature scout (ora sede e negozio sono in Viale Amendola 425).   


Nel [[1992]], la zona di Modena perse un tassello grosso ed importante: si decise infatti di spostare i tre gruppi di Sassuolo sotto la [[Reggio Emilia (Zona AGESCI)|Zona di Reggio Emilia]]. Questo per diversi motivi, in primis il fatto che Sassuolo appartenga alla Diocesi di Reggio, ma anche per rivitalizzare con forze fresche la Zona di Reggio Emilia, da sempre un po’ più sofferente. E qui finisce la storia, ma cominciano le sfide per gli anni a venire, perché nella nostra realtà di benessere comunque lo scoutismo può essere ancora molto importante.
Nel [[1992]], la zona di Modena perse un tassello grosso ed importante: si decise infatti di spostare i tre gruppi di Sassuolo sotto la [[Reggio Emilia (Zona AGESCI)|Zona di Reggio Emilia]]. Questo per diversi motivi, in primis il fatto che Sassuolo appartenga alla Diocesi di Reggio, ma anche per rivitalizzare con forze fresche la Zona di Reggio Emilia, da sempre un po’ più sofferente. E qui finisce la storia, ma cominciano le sfide per gli anni a venire, perché nella nostra realtà di benessere comunque lo scoutismo può essere ancora molto importante.


Nello stesso anno [[1992]] il Settantesimo dello scautismo modenese è diventato un evento di Zona e non solo cittadino: fu realizzata una giornata di attività in tutta la città, una mostra in San Pietro con documenti e foto scout raccolti dal Masci e la messa in Piazza Grande celebrata dal Vescovo Quadri.   
Nello stesso anno [[1992]] il '''Settantesimo''' dello scautismo modenese è diventato un evento di Zona e non solo cittadino: fu realizzata una giornata di attività in tutta la città, una mostra in San Pietro con documenti e foto scout raccolti dal Masci e la messa in Piazza Grande celebrata dal Vescovo Quadri.   
 
{{quote|Sul piano prettamente educativo il punto da privilegiare è quello dell’essenzialità, da intendersi non come povertà francescana, ma come rapporto maturo e distaccato con le cose. Saper distinguere il necessario dal superfluo, per poi poter usufruire maturamente di entrambi|Francesca Nasi e Giuseppe Pighi}}


La seconda sfida è data dalla mancanza di strutture di aggregazione giovanile in Appennino ma non solo, basti pensare che in realtà come Massa Finalese possiamo dire di essere l’unica realtà esclusivamente rivolta ai giovani. Sicuramente, data l’apertura costante di 1-2 nuovi Gruppi ogni anno fuori dalla città, diverrà importante una più stretta partnership anche con le Istituzioni, dalla Provincia ai Comuni. L’ultima sfida è sicuramente data dal crescere dell’immigrazione, e quindi delle diversità culturali e religiose, la tolleranza, l’incontro col prossimo; sfida che, se per il CNGEI è sempre stata il cavallo di battaglia, data la scelta multiculturale e multireligiosa dell'associazione, è ormai al centro delle riflessioni anche per la cattolica AGESCI.
Gli anni successivi sono occasione di riflessione sul piano prettamente educativo: privilegiare l’essenzialità, da intendersi non come povertà francescana, ma come rapporto maturo e distaccato con le cose. Saper distinguere il necessario dal superfluo, per poi poter usufruire consapevolmente di entrambi. Un'altra sfida è data dalla mancanza di strutture di aggregazione giovanile in Appennino ma non solo: basti pensare che in realtà come Massa Finalese possiamo dire di essere l’unica realtà esclusivamente rivolta ai giovani. Sicuramente, data l’apertura costante di 1-2 nuovi Gruppi ogni anno fuori dalla città, diverrà importante una più stretta partnership anche con le Istituzioni, dalla Provincia ai Comuni. L’ultima sfida è sicuramente data dal crescere dell’immigrazione, e quindi delle diversità culturali e religiose, la tolleranza, l’incontro col prossimo; sfida che, se per il CNGEI è sempre stata il cavallo di battaglia, data la scelta multiculturale e multireligiosa dell'associazione, è ormai al centro delle riflessioni anche per la cattolica AGESCI.


Nel [[2002]] l'ottantesimo dello scautismo modenese viene vissuto come momento formativo per i capi Agesci con un'uscita a Sestola a maggio e varie iniziative di branca in città fino alla festa in Piazza Grande con la messa celebrata dal Vescovo Cocchi.
Nel [[2002]] l'ottantesimo dello scautismo modenese viene vissuto come momento formativo per i capi Agesci con un'uscita a Sestola a maggio e varie iniziative di branca in città fino alla festa in Piazza Grande con la messa celebrata dal Vescovo Cocchi.
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Negli anni più recenti la Zona di Modena incontra difficoltà gestionali, date dall'elevato numero di gruppi (oltre 24) sparsi sul territorio dell'intera provincia; in un primo tempo la Zona si organizza nelle due ''sottozone'' sud-est e nord-ovest, mentre nel settembre [[2007]] avviene la gemmazione che porta alla nascita della nuova Zona di [[Modena Pedemontana (Zona AGESCI)|Modena Pedemontana]] (ex sottozona sud-est) a fianco della ora più ridotta Zona di Modena (ex sottozona nord-ovest). Entrambe le Zone hanno alcuni gruppi cittadini e alcuni in provincia per garantire la pluralità di esperienze. Anche il CNGEI si sviluppa e nel 2017 nasce ufficialmente la Sezione di Modena.
Negli anni più recenti la Zona di Modena incontra difficoltà gestionali, date dall'elevato numero di gruppi (oltre 24) sparsi sul territorio dell'intera provincia; in un primo tempo la Zona si organizza nelle due ''sottozone'' sud-est e nord-ovest, mentre nel settembre [[2007]] avviene la gemmazione che porta alla nascita della nuova Zona di [[Modena Pedemontana (Zona AGESCI)|Modena Pedemontana]] (ex sottozona sud-est) a fianco della ora più ridotta Zona di Modena (ex sottozona nord-ovest). Entrambe le Zone hanno alcuni gruppi cittadini e alcuni in provincia per garantire la pluralità di esperienze. Anche il CNGEI si sviluppa e nel 2017 nasce ufficialmente la Sezione di Modena.


Il [[2012]] vede gli scout modenesi in prima linea nei paesi colpiti dal terremoto e collaborano intensamente alla Protezione civile (come pure nel 2014 per l'alluvione). Il novantesimo dello scautismo modenese viene vissuto in settembre 2012 come occasione di rinascita: i gruppi espongono in Piazza Grande le loro storie nel palazzo comunale; la grande celebrazione conclusiva con la messa del vescovo Lanfranchi vede anche la presenza e i ringraziamenti delle autorità civili che apprezzano il ruolo educativo e il servizio degli scout. Anche il Consiglio Comunale di Modena approva un ordine del giorno al riguardo.
Il [[2012]] vede gli scout modenesi in prima linea nei paesi colpiti dal terremoto e collaborano intensamente alla Protezione civile (come pure nel 2014 per l'alluvione). Il '''novantesimo''' dello scautismo modenese viene vissuto in settembre 2012 come occasione di rinascita: i gruppi espongono in Piazza Grande le loro storie nel palazzo comunale; la grande celebrazione conclusiva con la messa del vescovo Lanfranchi vede anche la presenza e i ringraziamenti delle autorità civili che apprezzano il ruolo educativo e il servizio degli scout. Anche il Consiglio Comunale di Modena approva un ordine del giorno al riguardo.


Nel [[2015]] arriva a Modena il nuovo vescovo Erio Castellucci, già assistente ecclesiastico scout, che incoraggia lo sviluppo del MASCI modenese, così oltre alla storica comunità di San Pietro, che da anni sostiene la Caritas parrocchiale, è nata nel 2018 la nuova Comunità Masci 2 con numerosi ex capi che ora svolgono vari servizi di solidarietà. Nel [[2016]] si festeggia con lui il Thinking Day con migliaia di scout al Palapanini e inizia una costante collaborazione.
Nel [[2015]] arriva a Modena il nuovo vescovo Erio Castellucci, già assistente ecclesiastico scout, che incoraggia lo sviluppo del MASCI modenese, così oltre alla storica comunità di San Pietro, che da anni sostiene la Caritas parrocchiale, è nata nel 2018 la nuova Comunità Masci 2 con numerosi ex capi che ora svolgono vari servizi di solidarietà. Nel [[2016]] si festeggia con lui il Thinking Day con migliaia di scout al Palapanini e inizia una costante collaborazione.


Nel 2020 poi grazie ad alcuni capi e adulti scout è stata fondata l'associazione "StileScout Modena oltre i 100 anni" con l'obiettivo di preparare insieme ad Agesci, Masci e CNGEI il centenario dello scautismo modenese del 2022 creando un portale web per raccogliere in forma digitale documenti, immagini e testimonianze da condividere con le giovani generazioni di scout. Anche la diocesi collabora mettendoci a disposizione un locale presso il Santuario della Madonna del Murazzo, prima sede scout del 1922 in cui gli scout ritornano dopo cent'anni.
Nel 2020 poi grazie ad alcuni capi e adulti scout è stata fondata l'associazione "StileScout Modena oltre i 100 anni" con l'obiettivo di preparare insieme ad Agesci, Masci e CNGEI il '''centenario''' dello scautismo modenese del 2022 creando un portale web per raccogliere in forma digitale documenti, immagini e testimonianze da condividere con le giovani generazioni di scout. Anche la diocesi collabora mettendoci a disposizione un locale presso il Santuario della Madonna del Murazzo, prima sede scout del 1922 in cui gli scout ritornano dopo cent'anni.
   
   


[[Categoria:Gruppi e Sezioni - provincia di Modena]]
[[Categoria:Gruppi e Sezioni - provincia di Modena]]
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