Scautismo a Catania
Storia
L'ASCI a Catania nel primo dopoguerra
Nel 1921 a Roma viene organizzato un convegno dell'Azione Cattolica Italiana.
Vi partecipano alcuni delegati di Catania, tra cui i fratelli Failla e Mariano Tinnirello. Quest'ultimo, al convegno, fu colpito dall'ASCI, una associazione nata da poco. Gli aderenti partecipano a questo convegno in uniforme para militare e, cosa eccezionale, dormivano in tenda (l'ACI era ospitata nei collegi). Sono gli esploratori cattolici. Interessato, avvicina i loro dirigenti e, per avere maggiori informazioni, visita la sede centrale ASCI, in via della Scrofa. Questo incontro rappresenta l'inizio dell'ASCI a Catania. Entusiasto e con la valigia piena di fascicoli sullo scautismo, Tinnirello si mise subito a lavoro, coadiuvato da un uomo straordinario: Giuseppe Guzzi. Questi curava l'attività sportiva dell'Azione Cattolica di Catania.
Nell'ottobre del 1921, presso il circolo "Giosuè Borsi" della Parrocchia di San Placido, viene fondato il gruppo ASCI Catania 1. L'Assistente ecclesiastico è il canonico Don Calabrese (fondatore del collegio Leonardo da Vinci), cui subentrerà più tardi padre Caruso. Guzzi ha l'incarico di Commissario di Città, che manterrà sino allo scioglimento. La sede scout è praticamente nello stesso circolo dell'ACI. I manuali e le divise vengono acquistati a Roma.
Nel 1922 Tinnirello lascia il Catania 1 e fonda il Catania 2, presso la chiesa della Madonna delle Salette. Il Catania 2, il cui AE fu padre Ragusa, è formato da una sestiglia di lupetti e tre squadriglie di esploratori. Rispetto al Catania 1, il neogruppo è meglio organizzato. Possiede persino una fanfara scout ed il sarto di gruppo per le divise: Sebastiano Toscani. Il fazzolettone è celeste e in questo gruppo si iscrive Giuseppe Milazzo.
Nel 1922 il capitano di lungo corso Marletta, amico di Tinnirello, fonda il Catania 3, gruppo nautico, presso la chiesa di "San Francesco di Paola". È questo il primo riparto nautico della Sicilia[1]; la divisa è marinara. Il Catania 3 è formato da tre squadriglie: Coccodrilli, Delfini e Gabbiani. Possiede anche una barca presso la Guardia di Finanza del porto.
Nell'agosto del 1922 si svolge il campo estivo a Monte Ilice con il Catania 2 e Catania 3.
Nel 1923 il Catania 2 cambia sede ed è ubicata nella chiesa di San Giacomo, accanto la parrocchia Madonna dell'Aiuto. Il riparto è denominato "Pierino del Piano", in onore dell'aiuto ufficiale dell'ASCI di Torino ucciso il 3 dicembre 1919. In quest'anno si iscrivono Gaetano Musumeci (futuro notaio) nel branco del Catania 2 e Giuseppe Carbone (futuro assistente ecclesiastico) nel riparto del Catania 3.
Il periodo compreso tra il 1923 e il 1925 è quello degli "anni d'oro" per lo scautismo catanese, sia per l'incremento numerico, sia per le attività svolte. Nel 1924 viene fondato a Cibali il Catania 4 e nel mese di ottobre dello stesso anno viene fondato il Catania 5. Questa crescita non è solo etichetta ASCI. In questo periodo a Catania esistono gruppi scout del CNGEI, ARPI, Pionier e anche i Giovani Esploratori Siciliani (GESI), fondati a Catania da fuoriusciti delle quattro associazioni[2]. Gli esploratori in una città di provincia come Catania sono conosciuti ed apprezzati e la loro crescita è seguita con occhio benevolo dal clero. Nel 1924 alla Villa Bellini, davanti alle autorità civili e militari e tutti i riparti scout, viene premiato con medaglia d'oro al valor civile l'esploratore Forcisi del Catania 2, per aver salvato la vita ad una persona anziana.
Il 23 aprile 1923 si svolge presso il cortile dei salesiani di Cibali il 1 Campo San Giorgio Cittadino, a cui seguirà il secondo il 4 maggio 1924 alla Villa Bellini. Dal 4 all'8 settembre 1924 si svolge un raduno scout a Palermo nel Parco della Favorita.
Nel 1925 i gruppi Catania 2, Catania 3 e Catania 5 partecipano a Roma alle celebrazioni dell'Anno Santo. Il 3 maggio 1925 alla Villa Bellini, in occasione del 3 campo San Giorgio, avviene un'altra premiazione: gli esploratori Galeani (Catania 2) e Antonino Privitera (Catania 3) ricevono una medaglia per mano di un alto ufficiale dell'esercito regio. A questo San Giorgio è presente il riparto scout dell'ARPI.
Nel 1926 Tinnirello, che è stato sempre alla guida del Catania 2, per motivi di lavoro si trasferisce a Roma, dove si censisce con il Roma 29, presso la parrocchia San Marco. La sede è ubica vicino Palazzo Venezia, praticamente sotto gli occhi del Duce. Pochi mesi dopo fu ordinato al parroco di chiudere la sede. Il principe Pamphili con gesto nobile, non privo di matrice politica, ospitò il gruppo nel suo palazzo di Corso Umberto, mettendo a disposizione ben dieci stanze.
Nella primavera del 1927 (Tinnirello è da poco rientrato da Roma) si svolge il 5 ed ultimo campo San Giorgio a Fontanarossa, presso il campo di aviazione, lontano da occhi indiscreti. Qualche mese dopo, con una cerimonia semplice ma commovente, nella sede dell'Arcivescovado vengono consegnati nelle mani di Mons. Emilio Ferraris i guidoni e le fiamme dell'associazione.
Il 6 maggio 1928 l'ASCI cessa di esistere su tutto il territorio nazionale[3]; alcuni capi rientrano nell'Azione Cattolica, altri si disperdono. Inizia così il lungo periodo della "Giungla silente", dal 1928 fino al 1944.
Rinascita e fondazione del Catania 14
Finita la guerra, nella primavera del 1945, Giuseppe Guzzi promuove una serie di riunioni presso la sede dell'Arcivescovado, allo scopo di coagulare attorno a sé un gruppo di capi vecchi e giovani e avviare la rinascita dell'ASCI. A queste riunioni partecipano fra gli altri, padre De Luca, Mons. Coppola, Toscano e Agatino Sapienza. Questi, studente al 4 anno in medicina, è delegato aspirante dell'ACI, presso la parrocchia SS. Cosma e Damiano. Quasi tutti i capi di questo periodo provengono dall'ACI. I problemi da risolvere sono molteplici: dalla formazione dei capi, ai collegamenti con la sede centrale e alla costituzione dei gruppi. Si decise di mantenere la vecchia numerazione per i gruppi anteguerra a cui aggiungere i nuovi, man mano che i parroci ne facessero richiesta. Al gruppo scout della parrocchia SS. Cosma e Damiano è assegnata la denominazione Catania 14. Bisogna precisare che a Catania non esistono tutti questi gruppi, anche se si arriverà sino al Catania 22, in quanto molti resteranno nelle intenzioni, altri vivranno l'arco di una stagione.
I primi tempi sono duri. Tutto deve essere ri-costruito: dalle tende alle divise. Un ostacolo è rappresentato dallo stato di precarietà finanziaria in cui versa la maggioranza degli iscritti, sopperita dalla grande volontà di lavorare e costruire. Nel riparto del Catania 14 si organizzano spesso delle lotterie e pesche, allo scopo di racimolare qualche lira. Queste iniziative non sono molto fruttuose, in quanto sono contestualmente organizzate anche dalle associazioni della parrocchia.
L'uniforme scout in questi primi anni è un ibrido delle più disparate divise militari, adattate e trasformate. Il camiciotto di Sapienza era quello dell'Africa Korps, al quale, tolti i simboli del terzo reich, egli cercò di nascondere l'alone rimastovi della svastica con il giglio ASCI. Il "magazzino" scout è quello delle bancarelle di Piazza Carlo Alberto. Di solito si andava a gruppetti e con aria di noncuranza si cercava di abbassare i prezzi per quelli articoli che potevano servire (zaini, teloni mimetici, camiciotti, scarponi ecc.). Un giorno fu trovato uno stock di cappelloni neozelandesi, che lavati, sgrassati e raddrizzate le falde da un cappellaio, divennero dei bei cappelloni a quattro gobbe. Le tende erano o quelle militari oppure dei teloni mimetici cuciti ("tende arlecchino", come le definiva Silvestro Prigiotti).
La staff direttiva del Catania 14 era formata da Mons. Coppola e Agatino Sapienza, a cui si unì nel 1946 Vincenzo Chiara (proveniente dal riparto "San Lorenzo" di Firenze, dove collaborava con il C.R. Foggi) su indicazione del Commissario di Città Guzzi. Il gruppo è composto da una sestiglia di lupetti, tre squadriglie di esploratori ed una pattuglia di rover.
La disciplina nella parrocchia e quindi nel reparto è rigida. Alla S. Messa domenicale le associazioni vi andavano incolonnate per sesso (le ragazze e le donne da un lato ed i ragazzi e gli uomini all'opposto con in mezzo il corridoio) ed ordinati nelle panche per età. Se qualcuno si distraeva o disturbava il responsabile della fila pensava con maniere spicce a richiamarlo. Una disciplina difficile da accettare oggi. Agli AE era vietato indossare i pantaloni durante le attività scout in pubblico. Quando si andava sull'Etna (di solito si partiva a piedi da Belpasso), solo arrivati nei pressi del Rifugio Sapienza, Mons. Coppola poteva togliersi l'abito talare.
La divisa attirava senza dubbio i ragazzi. Spesso gli esploratori venivano prestati ad altre parrocchie per far da "cornice" per le funzioni religiose a scapito delle attività e dello stesso spirito scout. Non bisogna infatti dimenticare che un certo tipo di clero, in quel periodo, per ignoranza vedeva negli esploratori un'associazione folcloristica per la divisa militaresca (sino agli anni '60 saranno in uso le "stellette di anzianità" ed i cordoni per le specialità), che conferiva un certo tono alle funzioni religiose.
Nel 1946 fu deciso di partecipare solamente al Corpus Domini ed alla festa della parrocchia. Il fazzolettone di gruppo (CT14) era blu a palline rosse, in quanto questa stoffa era a buon mercato e si distingueva nettamente da quello degli altri gruppi.
Nel 1946 una rappresentanza del Riparto partecipò al Campo nazionale esploratori a Roma. Da Catania partirono Nino Piccione, Sapienza, Prigiotti, Pugliesi oltre a capi e scout. Quel treno, che lentamente procedeva verso Roma, dato che il viaggio dura ben 48 ore a causa dei danni alla rete ferroviaria, divenne la sede di incontri degli scout di Sicilia. Uno di questi è Vito Continella, da poco entrato nell'ASCI di Acicatena. Alla stazione di Roma arrivò il gruppo della Sicilia formato da gente stanca ed assonnata che si avvia verso Villa Dora Pamphili, sede del Campo Nazionale.
A sera inoltrata vengono montate le tende. L'alba romana vide un angolo del campo formato da tende pittoresche e variopinte, messe in modo alquanto disordinato. Lo stupore di un responsabile nazionale fu tale da non poter fare a meno di esclamare: «chi sono questi beduini?!». Quanta differenza col gruppo lombardo di Uccellini. Il momento forte del Campo fu la visita al Papa Pio XII a Castel Gandolfo. Si andò con degli autocarri militari. Il Papa ebbe parole di elogio ed incoraggiamento per l'associazione. Alla fine del discorso furono rotte le file e tutti gli scout lo attorniarono in caloroso abbraccio. In questo periodo si svolse il Campo Regionale a Gibilmanna. Di questa attività rimase famoso il nomignolo "eustachietta", dato alle cicale di quella zona, molto numerose.
Agli inizi del 1947 cominciarono nel gruppo i primi dissidi fra Sapienza e Mons. Coppola. La causa erano le serate di ballo che venivano organizzate il sabato sera in casa, a cui partecipavano i più grandi della parrocchia e le ragazze. Questo tipo di riunioni era considerato dalle "pie dame" della confraternita parrocchiale scandaloso; parere condiviso anche dal parroco.
Ad accelerare la rottura contribuì, senza averne colpa, un gruppo di scout di Malta, ospite in quel periodo presso il Riparto di San Domenico (C.R. Cesare Spagna). Il capo di essi è un frate domenicano, distinguibile dagli altri componenti per avere sulla divisa scout il distintivo di assistente ecclesiastico. Sapienza, colpito dal loro stile, chiese come si organizzassero anche finanziariamente. L'assistente spiegò che ogni sabato sera metteva il salone della parrocchia e disposizione dei ragazzi del quartiere per la serata danzante. Il ricavato di queste serate andava alla cassa di gruppo. Con questo sistema di autofinanziamento si raggiungeva lo scopo di non far disperdere i ragazzi. Questo incontro fu la classica goccia. Poco tempo dopo la rottura fu inevitabile.
Sapienza trasferì il riparto presso la soffitta di casa sua in via Iuvara. Vincenzo Chiara insieme a Vito Continella fondò il Catania 3 in via Teatro Greco (Salesiani); era l'estate 1947. L'AE del nuovo gruppo è padre Rapicavoli, cui subentrerà poco tempo dopo Don Mazzone. Il Catania 3 cresce subito numericamente, il fazzolettone è verde con bordo rosso, è composto da un branco, di cui fanno parte Gino Pandolfo e Alberto Vaccino, un Riparto ed un Clan (Chiara, Prigiotti, Puglisi, Piccione, La Torre).
Il Catania 14, ridimensionato numericamente, continua le sue attività in questa soffitta, aiutati dal padre di Sapienza che in questa occasione confeziona divise scout. Via Iuvara si trova nei pressi della parrocchia S. Cristoforo, dove giunge nel 1946 padre Giuseppe Carbone come vice parroco. Ex scout nautico dell'ASCI anteguerra, dopo lo scioglimento era rimasto nell'A.C., arruolatosi nella Guardia di Finanza era entrato dopo il congedo in seminario. Padre Carbone assiste il Catania 14. In autunno il riparto scende dalla soffitta allo scantinato. Di questo periodo è da segnalare la costruzione di un ponte di corde nel cortile dell'arcivescovado (costruito dagli scout del Catania 14), in occasione dell'apertura dell'anno scout.
Ai primi del 1948, Sapienza si laurea in medicina ed il tempo da dedicare alle attività si riduce solo alla domenica mattina. Nel 1948 egli con Chiara, Continella e altri rover partecipa al Raduno Internazionale rover ad Assisi. Dopo questo impegno Sapienza abbandona l'ASCI. Padre Carbone (primo esempio di scout passato al sacerdozio) nello stesso periodo è stato trasferito alla Chiesa S. Giorgio e Dionigi e porta con sé i rimanenti scout del Catania 14.
In questa piccola chiesa di via Acquicella il riparto, formato dalle squadriglie Leoni e Scoiattoli, cambia denominazione. Padre Carbone modifica il fazzolettone, che da blu a palline rosse diventa verde con bordo bianco, in quanto "più gentile"; contemporaneamente la denominazione da Catania 14 a Catania 2. In questa sede vi rimarrà fino al 1950, quando padre Carbone ottiene il rettorato della Chiesa monumentale SS. Trinità e si trasferirà con il riparto.
Scautismo Laico: Il CNGEI a Catania
Il Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani vanta una sezione a Catania. Sono due i gruppi che ne fanno parte: il Catania 1 (con sede presso i locali della chiesa Santa Maria della Guardia) ed il Catania 2, con sede a Canalicchio in via Bertone 2-4, presso la Delegazione Comunale.[4]
I due gruppi sono attivi sul territorio e online, ed anche a livello nazionale grazie alla collaborazione di due soci nella Pattuglia Nazionale. Ogni gruppo presenta un branco e un reparto, oltre alla compagnia.
Note
- ↑ Mario Sica, Storia dello Scoutismo in Italia, pag. 289
- ↑ Storia dello Scoutismo in Italia, pag. 91
- ↑ Storia dello scaiutismo italiano, pag. 144-146
- ↑ http://catania.cngei.it/dove-puoi-trovarci