Preghiera del rover e della scolta

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La Preghiera semplice viene comunemente attribuita a San Francesco d'Assisi; gli storici però ritengono che questa preghiera non sia affatto di origine medioevale, ma risalga ai primi anni del XX secolo. La prima stampa conosciuta è del dicembre 1912, sulla rivista parigina La Clochette ("La campanella"), bollettino mensile della Lega della Santa Messa, benché l'autore non fosse citato è possibile che fosse stata composta dal direttore del periodico, il prete poligrafo normanno Esther Auguste Bouquerel. Nel 1916 apparve la prima pubblicazione in italiano, sulla prima pagina dell'Osservatore romano, che la presentò al mondo come un'invocazione per la pace. Nel 1918 il padre cappuccino Etienne Benoit stampò il testo dell'orazione sul retro di un'immaginetta di S. Francesco recante l'iscrizione: "Questa preghiera riassume meravigliosamente la fisionomia esterna del vero figlio di san Francesco", e da qui nacque l'equivoco.[1]

Testo

O Signore, fa' di me uno strumento della tua pace.
Dov'è odio, fa' ch'io porti l'amore.
Dov'è offesa ch'io porti il perdono.
Dov'è discordia, ch'io porti l'unione.
dov'è dubbio, ch'io porti la fede.
Dov'è errore, ch'io porti la verità.
Dov'è disperazione, ch'io porti la speranza.
Dov'è tristezza, ch'io porti la gioia.
Dove sono le tenebre, ch'io porti la luce.
O Maestro, fa' ch'io non cerchi tanto
di essere consolato, quanto di consolare;
di essere compreso, quanto di comprendere;
di essere amato, quanto di amare.
Poiché è dando, che si riceve;
perdonando, che si è perdonati;
morendo, che si risuscita a vita eterna

Note

  1. Roberto Beretta. La preghiera detta "di S. Francesco" e la sua vera storia.. URL consultato il 10-04-2008.