Lampada a gas

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Una lampada a gas accesa

La lampada a gas è una lampada che sfrutta come combustibile un gas infiammabile, generalmente il butano, a volte miscelato con il propano. Il gas si trova in forma compressa e liquida in una apposita bomboletta metallica, la quale può avere una valvola che consente di utilizzarla su più dispositivi (lampade o fornelli) oppure non averla, perciò una volta forata non può più essere rimossa finché non è vuota, altrimenti il gas fuoriesce liberamente.

Ha i pregi di durare a lungo con una ricarica e di emanare una luce molto intensa, a volte accecante, tranne quando il combustibile si sta esaurendo. Presenta però diversi aspetti negativi: va maneggiata e trasportata con cautela per non scottarsi o provocare vampate, ha delle parti delicate che si rompono facilmente, richiede una manutenzione frequente ed esperta, il flusso del gas produce rumore.

Componenti

È composta dalle seguenti parti:

  • la bomboletta del gas, chiamata anche cartuccia;
  • l'involucro contenente la bombola, solo per quelle a perforazione; la mantiene in posizione, premuta contro una guarnizione di gomma, per non far uscire il contenuto;
  • il rubinetto, per regolare la quantità di combustibile e quindi l'intensità della luce; è innestato trasversalmente su uno spezzone di tubo d'acciaio, nel quale ci sono due fori che permettono l'ingresso di aria per una combustione migliore, ma non l'uscita del gas, che va verso l'alto spinto dalla pressione della bombola;
  • l'accendigas piezoelettrico, che fa accendere la luce mediante una scintilla emessa premendo un pulsante; non è presente su tutti i modelli;
  • il supporto superiore, nel quale si trova il corpo illuminante;
  • la reticella (o calza), che emette fisicamente la luce; è fatta di cotone, seta, rayon o altro tessuto impregnato di sali di terre rare;
  • il bruciatore, che è un cilindro chiuso ad una estremità, con tanti forellini da cui esce il gas e sul quale si innesta la reticella;
  • il vetro temperato, cilindrico o bombato, che protegge la retina dal vento e dai contatti accidentali; è bianco e non trasparente per schermare un po' la luce, che altrimenti abbaglierebbe l'utilizzatore; alcuni modelli al posto del vetro hanno una rete metallica a maglie molto fitte;
  • il coperchio superiore, apribile a ribalta;
  • il lungo manico in filo di ferro.

Accensione e spegnimento

Innanzitutto per accendere questo tipo di lampada è meglio posizionarsi all'aria aperta, in modo che eventuali fughe di combustibile vengano disperse facilmente, mantenendosi però al riparo dal vento per proteggere la calza. Se il piezoelettrico non c'è o non funziona, serve preferibilmente un fiammifero o un accendino che faccia una fiamma piuttosto alta, in grado cioè di raggiungere la reticella passando da uno dei fori situati nella parte bassa del supporto superiore. In caso contrario non si deve mai tentare di dare fuoco dalla parte alta, specialmente inclinando la lanterna, poiché potrebbe verificarsi una vampata e ci si potrebbe ustionare.

Anche se ci vuole un attimo di tempo in più, per avere una sicurezza molto maggiore, occorre aprire il coperchio superiore, togliere il manico e sfilare il vetro. A questo punto, con una mano si apre la manopola del gas, ruotandola in senso antiorario, e con l'altra si avvicina una fiamma alla calza, avendo cura di non toccarla direttamente. È molto meglio se questa operazione la si fa in due persone insieme, soprattutto se non si ha a disposizione un piano dove appoggiarsi stabilmente.

Se per qualsiasi motivo non si riesce ad accendere entro pochi secondi, la prima cosa da fare è chiudere il gas e aspettare un po' che esso si disperda nell'ambiente prima di riprovare. Dopo l'avvio bisogna essere rapidi nel rimontare i pezzi, prima che il calore diventi talmente alto da non riuscire ad avvicinarsi.

Per spegnere è sufficiente ruotare il rubinetto del gas in senso orario fino a che non si blocca. Va stretto bene, ma non eccessivamente, per non rovinare la filettatura interna.

Uso e manutenzione

Una lampada a gas può emettere un'alta lingua di fuoco se la reticella è nuova o non è integra oppure in caso di forte vento, il quale fa aumentare la quantità di ossigeno che arriva al bruciatore. Il vento potrebbe prodursi anche solo se si cammina impugnando la lanterna accesa, dunque è importante tenere sempre gli occhi aperti mentre la si maneggia. Altro motivo per stare attenti è l'alta temperatura sprigionata durante il funzionamento, pertanto è possibile toccare la lampada solo nella parte bassa dove c'è la bombola e sollevarla dall'apposito manico.

Quando la si appoggia o la si appende, poi, si deve scegliere un punto stabile, per non rischiare che cada o si ribalti. Il minimo che può succedere è la rottura del vetro e della calza, il peggio è l'innesco di un incendio. Per questo motivo non va mai portata in tenda nè sistemata molto vicina a materiali infiammabili. Infine, per evitare urti accidentali e danni durante il trasporto, è consigliabile mantenerla nella sua confezione originale oppure avvolgere uno straccio intorno al vetro.

Sostituzione della reticella

La cosa fondamentale da guardare quando si compra una retina è che ci sia scritto "non radioattiva", poiché una volta esse venivano prodotte con biossido di torio ed erano potenzialmente nocive. Oltre a ciò occorre verificare la potenza massima di funzionamento, espressa in watt, e che la misura (S, M o L, proprio come i vestiti) sia adatta alla propria lanterna.

La reticella nuova si presenta come una sferetta o una pera di stoffa finemente intrecciata, appiattita a disco per poter essere inserita nella confezione. Ha due aperture circolari di diverso diametro, attraverso le quali viene collocata sopra il bruciatore, ovviamente dopo che quest'ultimo è stato ripulito per bene da tutti i residui della calza vecchia. Si fa passare prima il foro più largo, solitamente colorato di rosa, e lo si spinge fino alla base del bruciatore, con cautela per non strappare il tessuto; poi si fissa il foro più stretto, che è colorato di verde, all'apposita scanalatura nella parte superiore del bruciatore. Molte retine hanno anche un filo di chiusura per stringere le aperture una volta messe in posizione.

La prima accensione va fatta col rubinetto del gas chiuso, in modo che la stoffa bruci e i sali metallici in essa contenuti si trasformino in ossidi, formando una struttura ceramica solida ma molto fragile, al punto che si sbriciola perfino sotto l'azione del vento. Solo quando la reticella si è spenta completamente ed è diventata tutta bianca, è possibile aprire il gas e accendere la lampada.

Sostituzione della bomboletta

Qualsiasi lavoro effettuato in presenza di gas infiammabile richiede la massima prudenza, a cominciare dal fatto che bisogna mettersi sempre all'aria aperta.

La bombola con la valvola, oltre ad essere più sicura, è molto facile e veloce da collegare. Ci sono quelle con una normale filettatura a vite e quelle con l'attacco rapido: si prende la parte superiore della lanterna e la si posiziona sulla valvola, poi si preme e si ruota un po' in senso orario finché si sente uno scatto. Per staccare è sufficiente compiere l'operazione inversa, cioè ruotare un po' in senso antiorario e sfilare. Esistono comunque degli adattatori per entrambi i tipi di attacchi.

Prima di collegare la cartuccia a perforazione è necessario togliere tutta la parte superiore della lampada, svitandola al di sotto del rubinetto per staccarla dal contenitore inferiore, il quale va aperto a sua volta. Si inserisce quindi la bomboletta nel suo alloggiamento e lo si richiude, poi si riavvita la lanterna, girandola molto velocemente quando si sta arrivando in fondo, in particolare dopo che si sente uscire il gas in seguito alla foratura della cartuccia.

In altri modelli si svita solamente il fondo, si introduce la bombola e poi si riavvita velocemente. Questo sistema però ha il difetto che i due pezzi devono venire allineati alla perfezione, altrimenti ad un certo punto non si riesce più a stringere, si rovina la filettatura e il tutto diventa inutilizzabile. Inoltre, se a suo tempo il coperchio è stato stretto tanto, ci vuole molta forza per riaprirlo e servono due persone che collaborano a quattro mani.