Bivacco

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In generale, con la parola bivacco si indica un accampamento notturno all'aperto, ma anche una struttura incustodita ad uso degli alpinisti per rifugio e pernottamento.

Bivacco alpino

Nell'alpinismo il bivacco può avvenire lungo una parete che richiede più giorni di arrampicata per essere superata. Era una pratica comune nelle fasi iniziali della storia dell'alpinismo, in quanto non erano disponibili infrastrutture, mezzi di trasporto e rifugi che agevolassero gli alpinisti nelle ascensioni.

In genere il bivacco si svolge in zone pianeggianti della parete, ove è possibile riposare abbastanza confortevolmente e cucinare qualche alimento caldo se l'ascensione dura molti giorni o si svolge nel periodo invernale. In presenza di pareti estremamente continue e verticali è possibile bivaccare appendendo alla parete delle amache, che permettono comunque di recuperare le forze anche se in condizioni di maggiore stress.

Solitamente all'interno dei parchi naturali o di aree comunque protette è assolutamente vietato campeggiare con strutture mobili come tende, roulotte o camper. È invece consentito il bivacco alpino, anche con la tenda, che però deve essere montata dopo il tramonto e smontata prima dell'alba.

Il bivacco come struttura nelle Alpi

Un altro significato in uso della parola "bivacco", almeno nella parte italiana delle Alpi, identifica una struttura in legno, metallo o cemento, di piccole dimensioni (fino ad una decina di posti letto) ed incustodita, posta in luoghi particolarmente isolati per offrire un ricovero di fortuna.

Chiamato anche "baito", si differenzia dal rifugio alpino per le dimensioni molto più piccole, perché non offre servizi organizzati (pernottamento, pasto, riscaldamento) e per il fatto di essere sempre aperto e gratuito. Solitamente i bivacchi sono forniti solo di brandine, a volte di stufa e di un tavolo. È buon uso fra gli alpinisti che usufruiscono di questi servizi di fortuna di lasciare legna e generi alimentari di lunga durata per chi ne usufruirà dopo di loro.

Nello scautismo

Nella terminologia specifica della branca esploratori/guide il bivacco è un'uscita con pernottamento, che si può fare in tenda, all'addiaccio, con un riparo di fortuna o in accantonamento e solitamente si fa durante un fine settimana. Può essere di reparto, di alta pattuglia o di pattuglia ed in quest'ultimo caso tutta l'organizzazione viene curata dai ragazzi/e della pattuglia stessa, per mezzo del consiglio. I capi reparto supervisionano i progetti ed alla fine danno il loro benestare alla realizzazione, ma non vi partecipano in maniera diretta.

Il bivacco si può fare per realizzare una missione o un'impresa (e quindi portare a termine degli obiettivi specifici) oppure anche solo per cementare i rapporti tra i componenti della pattuglia, magari sperimentando qualche tecnica nuova per la conquista di specialità, in vista anche del campo estivo. È pertanto un'occasione per verificare se incarichi e posti d'azione funzionano e se tutti sanno lavorare bene nel piccolo gruppo, collaborando tra di loro per la migliore riuscita delle attività.

Non esiste una periodicità stabilita per farne uno, ma è a discrezione della pattuglia, cioè quando essa si sente pronta ad affrontarlo. Dato che il capo reparto non è presente fisicamente sul posto, il capo pattuglia deve fargli sapere con estrema precisione il luogo prescelto e fargli visionare il programma delle attività in ogni dettaglio. Quest'ultimo deve essere ben equilibrato, nel senso che non deve essere troppo carico, altrimenti è molto stancante, né troppo libero, altrimenti non serve a nulla.

Per quanto riguarda il bivacco di reparto, invece, sarebbe buona norma farne almeno uno al mese, per vivere quanto più possibile la vita all'aria aperta tipica della metodologia di questa fascia d'età.

Curiosità

Avendo questa parola la radice bi-, alcuni pensano che derivi dal fatto che indica un periodo di due giorni, per cui sembra lecito chiamare "trivacco" un pernottamento di tre giorni e due notti. In realtà bivacco deriva dal tedesco bei-Wache, dove la particella bei significa "presso, vicino" e la parola Wache indica "veglia, guardia, sentinella"[1].

Voci correlate

Note