Affilatura di una lama

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Le lame degli attrezzi da taglio (in particolare quelle col profilo liscio o leggermente seghettato) vengono affilate mediante lo sfregamento contro un oggetto molto ruvido e duro, la tipica pietra abrasiva, o contro una superficie morbida con particelle dure, come la carta vetrata. In particolare la sottile zona all'incirca triangolare più vicina al filo si chiama bisello e può assumere diverse forme, le più comuni delle quali sono:

  • concavo: offre un'ottima capacità di taglio ma, essendo sottile, ha una bassa resistenza meccanica e quindi una maggiore tendenza a scheggiarsi; è adatto per i rasoi e gli strumenti di precisione;
  • convesso: è il contrario del precedente e consente perciò usi pesanti; ce l'hanno così la roncola, l'accetta e attrezzi simili;
  • piano: è una via di mezzo, i lati sono dritti e formano una V; è l'ideale per il coltello.

Esistono anche altri tipi di bisello, ad esempio a scalpello o asimmetrici vari, che però richiedono strumenti per affilare professionali oppure una notevole abilità manuale.

L'angolo di affilatura

La forma e l'ampiezza del bisello, e dunque il grado di affilatura, sono determinati dall'angolo con cui la lama viene passata sulla superficie affilatrice:

  • quelle molto taglienti si affilano inclinandole a 10° o poco più
  • i coltelli multiuso di solito si mettono tra i 15 e i 20°
  • i coltelli più grossi, tipo quelli da cucina, si affilano intorno a 20-22°
  • per gli attrezzi per i lavori pesanti si può arrivare fino a 25-30°

In generale più duro è il materiale da tagliare e più ampio deve essere l'angolo del bisello.

Anche se si possiede un'ottima manualità, è molto difficile mantenere costante l'angolo della lama mentre la si affila. Esistono pertanto in commercio delle guide apposite (tipo cunei) che aiutano a fare un lavoro migliore. Un metodo più artigianale consiste nel colorare il filo con un pennarello indelebile e osservare dopo un po' di passaggi dove e quanto il colore si è cancellato.

La carta vetrata e la lima

Prima di usare la pietra, sugli attrezzi grandi è consigliabile togliere la ruggine con la carta vetrata a grana molto fine e in seguito fare una prima sgrossatura con una lima piatta, anch'essa fine, agendo solo nel verso del tagliente, cioé dall'interno verso l'esterno. Questa operazione serve soprattutto ad eliminare le ammaccature che si creano in seguito agli urti contro il legno.

La pietra abrasiva

Per approfondire, vedi la voce Cote.

Prima di cominciare a passarvi sopra una lama, è opportuno sapere se la propria cote è progettata per essere usata a secco o umida ed in questo secondo caso se può essere bagnata con acqua o con olio minerale. Molte di esse, poi, hanno una rugosità diversa sui due lati più larghi e ovviamente bisogna fare prima una sgrossatura con la faccia con grana più grossa e dopo girare dalla parte più fine.

La lama va sfregata con dei movimenti rotatori, imprimendo sempre la stessa forza ed effettuando lo stesso numero di passate sui due lati. Con le pietre di tipo giapponese, che sono meno dure, è invece preferibile far scorrere la lama in direzione del taglio, partendo dal tallone e andando verso la punta, alternando i due lati. Si capisce di aver tolto materiale a sufficienza quando si forma una bava di piccolissimi filamenti metallici che restano attaccati al filo. Di norma questa è invisibile a occhio nudo e la si può sentire facendo scorrere il dito sulla lama, naturalmente partendo dal dorso e andando verso il bisello, altrimenti ci si taglia.

A questo punto si può girare la cote e procedere alla rifinitura, eliminando tutta la bava. Bisogna inoltre assicurarsi di consumare entrambi i lati del bisello in modo uguale e simmetrico. Per ottenere un risultato migliore e più uniforme, alla fine è bene fare qualche passaggio singolo sulla pietra con tutta la lunghezza della lama, alternando i due lati. Il lavoro è finito quando la lama è perfettamente liscia ed opaca, nel senso che non deve riflettere la luce. Non si tratta di un'operazione semplice, per raggiungere la piena soddisfazione ci vogliono pazienza e pratica per prendere la mano.

L'affilatore a V

Esistente sia in versione manuale che elettrica, è costituito da un manico ed un alloggiamento dentro il quale sono fissate una o più coppie di rotelle o lamelle abrasive, messe le une di fronte alle altre a formare un incavo a V. In alcuni modelli il contenitore va riempito d'acqua per lubrificare. La lama viene sfregata mantenendola in verticale, in modo da non doversi preoccupare di mantenere costante il grado di inclinazione. Le passate (ne bastano pochissime) si effettuano partendo dalla zona più vicina al manico per arrivare alla punta, scorrendo senza interruzioni, con decisione, ma senza premere troppo.

L'acciaino

Come si usa un acciaino

L'acciaino (da non confondere con l'acciarino) è un utensile simile ad una lima a sezione tonda, con un manico in legno, plastica o altro materiale, ed una lunga asta di acciaio durissimo finemente zigrinata. Serve a riallineare il filo delle lame, soprattutto dei coltelli, tra un'arrotatura e l'altra con la pietra, eliminando le pieghe microscopiche che si formano con l'uso. Non è quindi adatto per affilare, ma allunga comunque la vita del coltello evitando di usare spesso la cote, che consuma più materiale. È molto usato dai macellai.

L'acciaino si usa preferibilmente tenendo la punta appoggiata sul tavolo per avere una migliore stabilità. Si fa scorrere su di esso la lama per tutta la sua lunghezza, partendo dal tallone e arrivando alla punta. È meglio fare le passate alternando le due facce del bisello, in modo da mantenerne la simmetria.

La coramella

La coramella o strop è una striscia di cuoio o tessuto duro che, come l'acciaino, serve solo per rifinire e lucidare, eventualmente in abbinamento con un'apposita pasta abrasiva. È uno strumento che una volta si trovava in tutte le botteghe dei barbieri per la cura dei rasoi a mano libera.

Solitamente la coramella è incollata su un'asse di legno oppure ha un anello ad una estremità per poterla agganciare da qualche parte e tenerla in tensione con una mano, mentre con l'altra vi si passa sopra la lama, alternativamente su un lato e sull'altro.

Il piatto o la tazzina in ceramica

Se non si ha a disposizione nient'altro, si può utilizzare la parte sottostante di un comune piatto o di una tazzina da caffè per ravvivare un po' il filo del proprio coltello, dato che la ceramica non smaltata è un materiale sufficientemente duro ed abrasivo.

Basta appoggiare il piatto su un tavolo e far scorrere semplicemente la lama per tutta la sua lunghezza, cercando di mantenere costante l'angolo di inclinazione. Verso la fine è poi consigliabile eseguire qualche movimento rotatorio per rifinire il filo.

La mola o il trapano

Nel caso in cui si abbia la possibilità di usare una mola elettrica o un trapano, è assolutamente necessario mantenere la superficie costantemente bagnata, altrimenti il surriscaldamento provocato dal forte attrito rovinerebbe la tempra dell'acciaio. L'uso degli utensili elettrici è molto diverso da quelli manuali, infatti la lama va tenuta ferma con le mani e avvicinata ed allontanata, stando ovviamente attenti a non toccare il disco abrasivo con le dita.

Serve un po' di pratica per imparare ad utilizzarli bene, poiché consumano molto materiale ed è facile assottigliare troppo la lama e rovinarla irrimediabilmente. Anche per questo motivo la mola è più adatta per arrotare i grossi attrezzi da taglio, come ad esempio l'accetta.

Avvertenze

La prima raccomandazione è di lavorare sempre in sicurezza: se si tiene l'affilatore in mano, una minima incertezza potrebbe procurare ferite e tagli, quindi è bene appoggiarlo su un tavolo e su una superficie antiscivolo. Si deve poi fare attenzione a non strofinare mai le dita sulla zona abrasiva, non solo mentre vi si passa la lama, ma anche dopo, perché potrebbero esserci rimaste sopra delle schegge metalliche microscopiche che si infilano nella pelle. Per pulire le pietre a secco è sufficiente passarci sopra uno straccio umido, mentre quelle umide si sciacquano sotto il rubinetto dell'acqua e si mettono ad asciugare all'aria aperta.

Per controllare se l'affilatura è arrivata al livello desiderato non bisogna mai passare il dito sul filo, ma è sufficiente provare a tagliare il bordo di un foglio di carta mentre lo si tiene fra due dita senza tensione. Per verificare invece se ci sono imperfezioni si può passare delicatamente il dorso di un'unghia lungo il bisello. Alla fine l'attrezzo va lavato per bene con acqua corrente, rimuovendo tutti i residui della limatura, e poi asciugato con uno straccio.

Alcuni ritengono che le lame si possano arrotare strofinandole l'una contro l'altra oppure utilizzando una pietra qualsiasi trovata per strada. In entrambi i casi le si rovinerà e basta.

Voci correlate