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Intereducazione: differenze tra le versioni

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==Intereducazione o Coeducazione==
==Intereducazione o Coeducazione==
Essa si differenzia dalla cd [[coeducazione]] non tanto nel fine, quanto nelle modalità concrete: le Associazioni scout che utilizzano tale strumento educativo metodologico, infatti, ritengono preferibile una suddivisione in unità e branche monosessuate (omogenee per sesso) che svolgono attività specifiche, prevedendo altre attività (pensate e programmate con attenzione) finalizzate all'incontro e conoscenza di ragazzi / ragazze dell'altro sesso, secondo il principio dello "stare insieme per fare, e non del fare per stare assieme".
Essa si differenzia dalla cd [[coeducazione]] non tanto nel fine, quanto nelle modalità concrete: le Associazioni scout che utilizzano tale strumento educativo metodologico, infatti, ritengono preferibile una suddivisione in unità e branche monosessuate (omogenee per sesso) che svolgono attività specifiche, prevedendo altre attività (pensate e programmate con attenzione) finalizzate all'incontro e conoscenza di ragazzi / ragazze dell'altro sesso, secondo il principio dello "stare insieme per fare, e non del fare per stare assieme".
Di tale differenza di visione pedagogica e metodologica, nel [[1976]] l'Associazione Italiana delle Guide e Scouts d'Europa Cattolici -[[FSE]] ha fatto uno dei punti distintivi dall'[[AGESCI]] fondata due anni prima e che, in quel particolare clima storico, vedeva la cd [[coeducazione]] in modo preoccupante, come una sorta di educazione alla "mixitè" e con un pericolo di promiscuità tra ragazzi e ragazze. L'opposizione alla coeducazione, assieme ad altre differenti visioni educative e metodologiche, fu di fatto uno degli elementi che portarono alla crisi e alla divisione dello Scautismo cattolico italiano, quando si giunse alla fusione della associazione femminile AGI con quella maschile ASCI nel maggio del 1974, con la nascita dell'AGESCI.
Va ricordato che storicamente nello scautismo cattolico italiano la cd coeducazione andò gradualmente prendendo piede dalla metà degli anni '60, quando fu ammessa la presenza di donne nelle direzione del Branco Lupetti, e alla guida dei Branchi stessi.
Nella coeducazione, dunque, in principio vi furono le cheftaines, vale a dire delle capo donne alla guida dei Branchi maschili dell’ASCI sull’esempio di quanto già avveniva da molti anni in Francia e in Gran Bretagna.
In Italia fino agli anni ’60 si erano avute rare esperienze di guida femminile nei Branchi maschili. Successivamente, nell’ASCI si sviluppò un vivace confronto che – superato un iniziale divieto - nel 1967 portò il Consiglio generale all’approvazione della possibilità di una guida femminile dei Branchi dei lupetti e, successivamente, nel 1970 fu prevista la possibilità di Pattuglie direttive miste per i Branchi ASCI, ossia equipe composte da uomini e donne. Era pertanto autorizzata la presenza di cheftaines all’interno dei Gruppi scout maschili, ragazze che spesso intraprendevano un percorso formativo direttamente nei Clan dei Rovers, senza la presenza di educatrici adulte in grado di accompagnare la crescita di queste giovani.
Forse,in considerazione dell'esperienza delle capo donne maturata nell'ASCI, e ritenuta negativa da alcuni, gli Scouts d'Europa - FSE in Italia esclusero categoricamente la guida e la presenza femminile nei branchi maschili, a differenza di quanto avviene anche oggi nella associazione della FSE francese.


Vi sono anche oggi visioni educative - pedagogiche diverse a riguardo, e vi sono stati nel passato dibattiti accesi a livello internazionale su quale metodo sia più opportuno nello Scautismo per curare la formazione e l'educazione in base alle specificità di ragazzi e ragazze.
Vi sono anche oggi visioni educative - pedagogiche diverse a riguardo, e vi sono stati nel passato dibattiti accesi a livello internazionale su quale metodo sia più opportuno nello Scautismo per curare la formazione e l'educazione in base alle specificità di ragazzi e ragazze.
A livello pedagogico, negli ultimi dieci anni circa vi è stata una riscoperta in molti ambienti dell'utilità e delle potenzialità insite in una educazione differenziata al maschile e al femminile, e questo anche nell'ambito scolastico, anche alla luce di alcune difficoltà e problematiche manifestatesi tra gli adolescenti.
A livello pedagogico, all'incirca dagli anni ì90 del secolo scorso, vi è stata una riscoperta in molti ambienti dell'utilità e delle potenzialità insite in una educazione differenziata al maschile e al femminile, e questo secondo taluni pedagogisti e psicologi anche nell'ambito educativo scolastico, anche in considerazione delle differenti potenzialità, difficoltà e problematiche manifestatesi tra gli adolescenti.


Taluni ritengono esistano vantaggi e svantaggi nell'una come  nell'altra visione / impostazione educativa - pedagogica, della coeducazione e della intereducazione: va comunque considerato che, superate alcune visioni di tipo più rigido e ideologizzato tipiche degli anni '70, anche nella visione più teorica della coeducazione vi sono state delle evoluzioni, e la stessa AGESCI nei suoi Regolamenti metodologici ha iniziato negli anni a sottolineare la necessità e opportunità di curare e pensare a momenti differenziati tra ragazzi e ragazze, anche se in unità miste, escludendo ad esempio - dopo alcune sperimentazioni locali - in modo assoluto la possibilità di avere nei Reparti delle Squadriglie miste (cioè con ragazzi e ragazze assieme nella stessa squadriglia).
Taluni ritengono esistano vantaggi e svantaggi nell'una come  nell'altra visione / impostazione educativa - pedagogica, della coeducazione e della intereducazione: va comunque considerato che, superate alcune visioni di tipo più rigido e ideologizzato tipiche degli anni '70, anche nella visione più teorica della coeducazione vi sono state delle evoluzioni, e la stessa AGESCI nei suoi Regolamenti metodologici ha iniziato negli anni a sottolineare la necessità e opportunità di curare e pensare a momenti differenziati tra ragazzi e ragazze, anche se in unità miste, escludendo ad esempio - dopo alcune sperimentazioni locali - in modo assoluto la possibilità di avere nei Reparti delle Squadriglie miste (cioè con ragazzi e ragazze assieme nella stessa squadriglia).
L'opposizione alla coeducazione, assieme ad altre differenti impostazioni educative e metodologiche, fu di fatto uno degli elementi che portarono alla crisi e alla divisione dello Scautismo cattolico italiano, quando si giunse alla fusione della associazione femminile AGI con quella maschile ASCI nel maggio del 1974, con la nascita dell'AGESCI.
In Italia, sin dal 1976 l'Associazione Italiana delle Guide e Scouts d'Europa Cattolici -[[FSE]] ha trovato nella intereducazione uno dei punti distintivi della propria impostazione pedagogica e metodologica rispetto a quella dell'[[AGESCI]] , che era stata fondata solo due anni prima, in un particolare e confuso clima storico e sociale.
In diversi Paesi, negli Scouts d'Europa trovavano una risposta soddisfacente quanti vedeva la cd [[coeducazione]] in modo preoccupante, intendendola come una sorta di educazione alla "mixitè" e con il pericolo di cadere in una generica promiscuità tra ragazzi e ragazze.
Va ricordato che storicamente nello scautismo cattolico italiano la coeducazione andò gradualmente prendendo piede dalla metà degli anni '60, quando fu ammessa nell'[[ASCI]] la presenza di donne nelle direzione dei capi del Branco Lupetti, e alla guida degli stessi Branchi maschili.
Nella coeducazione, dunque, in principio vi furono le "cheftaines", vale a dire delle capo donne alla guida dei Branchi maschili dell’[[ASCI]] sull'esempio di quanto già avveniva da diversi anni in Francia e in Gran Bretagna.
In Italia fino agli anni ’60 si erano avute rare esperienze di guida femminile nei Branchi maschili.
Successivamente, si sviluppò nell’ASCI un vivace confronto che – superato un iniziale divieto - nel 1967 portò il Consiglio generale all'approvazione della possibilità della guida femminile dei Branchi dei lupetti (maschili) e, successivamente, nel 1970 fu prevista la possibilità di Pattuglie direttive miste per i Branchi maschili ASCI, ossia equipe composte da uomini e donne.
Era pertanto autorizzata la presenza di cheftaines all’interno dei Gruppi scout maschili, ragazze che spesso intraprendevano un percorso formativo direttamente nei Clan dei Rovers, senza la presenza di educatrici adulte in grado di accompagnare la crescita di queste giovani.
Forse,in considerazione dell'esperienza delle capo donne maturata nell'ASCI, e ritenuta negativa da alcuni per gli esiti che si erano avuti anche con il conseguente sorgere di Clan misti di rover e scolte nell'ASCI, gli Scouts d'Europa - FSE in Italia esclusero categoricamente la guida e la presenza femminile nei branchi maschili, a differenza di quanto avviene ancor oggi in altre Associazioni della FSE, ad esempio in Francia.


==Differenze tra "coeducazione" AGESCI e "intereducazione" Scouts d'Europa in Italia==
==Differenze tra "coeducazione" AGESCI e "intereducazione" Scouts d'Europa in Italia==
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